Pino Daniele amava anche la polenta
«Mi piace, ma ci vuole chi la sa fare»

Vogliamo ricordarlo con le sue parole, semplici, chiare, piene di tutta quelle schiettezza e di quella simpatia che è tipica del napoletano vero.

Questa volta vogliamo dimenticare le polemiche sul funerale, dimenticare che la Procura di Roma indaga per omicidio colposo con procedimento, al momento contro ignoti, affidato al procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e Marcello Monteleone che hanno disposto l’autopsia che verrà svolta dopo i funerali di Roma e Napoli (l’indagine vuole accertare se la richiesta di andare a Roma, dopo essere stato colto da malore, sia arrivata effettivamente dallo stesso artista partenopeo).

Ascolta l’intervista a Pino Daniele

Vogliamo concentrarci su chi Pino è stato e sarà sempre per i tanti che hanno amato lui e la sua musica. Dall’archivio abbiamo ripescato (nell’allegato) un’intervista che rilasciò a Teo Mangione per Colazione con Radio Alta alla vigilia di una sua esibizione al Creberg Teatro di Bergamo.

E allora scopriamo l’altra faccia di Pino Daniele:
- il Pino papà, che si alza alle 7,30 e racconta di aver appena portato i figli a scuola («ormai nessuno mi chiede più un autografo»);
- il Pino che fa colazione con tè e caffè, magari qualche biscotto («per ingrassare il cibo mi basta guardarlo»);
- il Pino automobilista («non mi serve l’autista, anche ai concerti ci vado da solo»);
- il Pino innamorato della musica di Gino Vannelli e che dice che durante un concerto «come sosteneva Frank Zappa, anche se ci fossero solo tre spettatori bisogna metterci tutta la propria anima e le proprie capacità».

Ascolta l’intervista a Pino Daniele

E un documento storico quello che vi proponiamo: sembra passato un secolo, soprattutto adesso che Pino non c’è più. Invece risale solo al 2009...