Sulle orme del lupo cattivo
Una ricerca firmata dal «Caffi»

Il lupo cattivo esiste davvero. Se i genitori più premurosi, per non spaventare troppo il proprio figliolo, l’hanno convinto del contrario, hanno bellamente mentito: il personaggio più temuto in assoluto dai pargoletti di ogni epoca non rappresenta soltanto la rappresentazione simbolica del male.

Il lupo cattivo esiste davvero. Se i genitori più premurosi, per non spaventare troppo il proprio figliolo, l’hanno convinto del contrario, hanno bellamente mentito: il personaggio più temuto in assoluto dai pargoletti di ogni epoca non rappresenta soltanto la rappresentazione simbolica del male.

La letteratura fiabesca ha semplicemente interpretato quelli che erano i pericoli del tempo e il lupo era uno dei principali, almeno fino a qualche secolo fa: poi, a certe latitudini, è gradualmente scomparso, per riaffacciarsi nuovamente di recente.

Per spulciare i dettagli di un’indagine che dal campo sociologico si sposta velocemente verso quello scientifico, basta dare un’occhiata al ventisettesimo volume della rivista del Museo Civico di Scienze Naturali «Caffi» di Bergamo, che sarà presentato ufficialmente stasera alle 20,45 in Sala Curò, alla presenza degli autori, Aldo Oriani, Gabriele Medolago e Chiara Crotti: «Lupo, orso e lince nel territorio bergamasco dal medioevo ad oggi», si intitola la pubblicazione, che per l’appunto propone una ricerca che va a ritroso nel tempo per più di mezzo millennio. L’opera sarà girata come di consueto agli istituti di ricerca di tutto il mondo, ma è anche acquistabile presso il museo stesso.

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 23 maggio 2014

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