Un santino in regalo nelle edicole
con l’augurio benedicente di Giovanni XXIII

Un dono della Fondazione di via Arena intitolata a Papa Giovanni XXIII. «Un’immagine tocca le radici dell’anima più profondamente di una dottrina». Il regalo nelle edicole sabato e domenica 19 e 20 dicembre.

Nella grande sofferenza che quest’anno ha colpito città e provincia di Bergamo, è benvenuto ogni gesto, parola o iniziativa che possa offrire consolazione e sostenere la speranza. La Fondazione Papa Giovanni XXIII, che ha la missione di custodire, studiare e divulgare la spiritualità del Papa bergamasco, con questo piccolo dono desidera esprimere affettuosa vicinanza ai bergamaschi, partecipando l’augurio benedicente del loro più illustre concittadino, che i credenti venerano come santo e che tutti considerano un grande esempio di umanità, capace di unire donne e uomini di ogni fede, cultura e provenienza.

Perché un santino? Un grande pensatore cristiano del XX secolo, Romano Guardini, diceva che «un’immagine tocca le radici dell’anima molto più profondamente di una pura dottrina, perché agisce sull’immaginazione e sul sentimento». È così da sempre. Ai tempi dell’Albero degli zoccoli, i nostri nonni e bisnonni, soprattutto in campagna, tenevano appesa sul muro della stalla l’immagine di sant’Antonio, confidando nella sua intercessione perché custodisse gli animali e coloro che da essi traevano l’unico sostentamento per vivere. Nei momenti di difficoltà, uno sguardo al quadro della Madonna ridava coraggio e fiducia.

In questa devozione, semplice e spontanea, ci sembra di riconoscere una traccia di fede genuina, quella di chi si affida fiduciosamente al Signore.

Benedizione, non solo auguri
Ogni anno riceviamo decine di auguri, per posta e più ancora tramite i social, anche se la maggior parte di essi viene velocemente archiviata. Fare gli auguri a qualcuno è una cosa bella, significa desiderare per quella persona tutto il bene possibile. In fondo, è un modo per manifestare attenzione, riconoscenza, simpatia e affetto per qualcuno. Per i cristiani l’augurio diventa benedizione perché non è un vago desiderio di bene, ma fa appello alla fonte stessa di ogni bene, il Dio vivente che si è fatto conoscere in Gesù, nato a Betlemme, morto sulla Croce per noi, risorto e vivo. Quando qualcuno ci dice: «Per me sei una benedizione!», vuol dire che da noi, dalle nostre parole, dai nostri gesti, dalla nostra presenza traspare qualcosa di buono, che rallegra il cuore.

Dire a qualcuno «ti benedico!» significa vedere in lui prima di tutto il bene e la luce, con uno sguardo di stupore, senza rivalità, senza invidia. La benedizione è anche un impegno: imparare a benedire è un modo per costruire un mondo migliore.

Nel weekend in tutte le edicole
Desideriamo che l’augurio benedicente di Papa Giovanni possa arrivare il più lontano possibile, superando barriere geografiche, linguistiche e culturali. Questo vogliono significare le scritte in varie lingue che fanno da sfondo al ritratto benedicente di Giovanni XXIII. Il santino (stampato in 40 mila copie) potrà essere chiesto gratuitamente in ogni edicola, fino a esaurimento scorte, sabato 19 e domenica 20 dicembre, grazie al prezioso supporto organizzativo di DIF – Agenzia Diffusione Pubblicazioni – e alla gentile collaborazione degli edicolanti di Bergamo e Provincia.

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