The Last of Us Remastered
Ancora più bello su Ps4

Lo scorso anno l’esclusiva PlayStation 3 The Last of Us fece incetta di recensioni super positive (la media su metacritic è di 95) e entusiasmò milioni di videogiocatori in tutto il mondo, tanto da essere considerato dagli addetti ai lavori uno dei migliori videogiochi.

Piattaforma: PlayStation 4

Genere: action-adventure survival horror

Sviluppatore: Naughty Dog

Produttore: Sony Computer Entertainment

Distributore: Sony Computer Entertainment

PEGI: 18

Lo scorso anno l’esclusiva PlayStation 3 The Last of Us fece incetta di recensioni super positive (la media su metacritic è di 95) e entusiasmò milioni di videogiocatori in tutto il mondo, tanto da essere considerato dagli addetti ai lavori uno dei migliori videogiochi – se non il migliore – della precedente generazione.

Alla luce dei risultati (anche commerciali) eclatanti, Sony ha ben pensato di riproporre il titolo – con il sottotitolo “Remastered” – anche per la nuova ammiraglia PlayStation 4, con tutti i contenuti aggiuntivi rilasciati finora, una grafica pompata alla risoluzione full HD (su PS3 girava a “soli” 720p) e 60 frame rate per secondo, contro i trenta dell’edizione old gen. Ma per quale motivo questo gioco è piaciuto così tanto? Semplicemente perché è riuscito a coniugare con equilibrio e sapienza una componente narrativa eccezionale ed emozionante ad un gameplay serratissimo, ritmato e molto vario. Ma andiamo per gradi.

In The Last of Us il mondo è caduto nella desolazione: si è diffuso a macchia d’olio un virus incurabile che trasforma gli esseri umani in veri e propri zombie. Per tale motivo, la maggior parte della popolazione mondiale vive barricata in città fatiscenti, controllate e soggiogate dall’esercito che a causa della scarsità di risorse raziona il cibo agli abitanti, come accade nei periodi di guerra.

Gli unici che tentano di mettere i bastoni tra le ruote alle forze militari sono “Le Luci”, un gruppo di dissidenti che lotta per liberare dalla militarizzazione quel che resta dell’umanità sopravvissuta all’epidemia. All’interno di questa cornice post-apocalittica (non originale ma assolutamente ben narrata), il giocatore veste i panni di Joel, contrabbandiere taciturno di mezza età che per campare trasporta qualsiasi cosa fuori dalle zone di quarantena.

Ad un certo punto, il destino farà si che l’uomo dovrà contrabbandare una persona in carne ed ossa: Ellie, ragazzina di quattordici anni che, come si scoprirà successivamente, pare essere immune al morbo ed è quindi l’unica salvezza concreta per l’umanità intera. Il focus dell’eccellente sceneggiatura di The Last of Us è proprio sul rapporto fra i due protagonisti, che si sviluppa, evolve, cresce e diventa di minuto in minuto sempre più simile ad un sentimento d’amore fra padre e figlia, toccando vette drammatiche ed intimistiche come raramente si è visto in questo medium.

Importante nell’economia narrativa di The Last of Us il tema del viaggio, sia materiale che introspettivo e metaforico. In questo senso il videogioco targato Naughty Dog pesca evidentemente da letteratura e cinema, su tutti vengono in mente The Road e Io sono leggenda, entrambi prima libri e poi anche film.

Sul fronte del gameplay, il prodotto targato Naughty Dog propone una formula piuttosto ibrida, declinando alternativamente meccaniche sparatutto, action, stealth e survival horror. Il giocatore si troverà infatti a dover affrontare gruppi di infetti di varie tipologie ma anche esseri umani in modo assolutamente discrezionale: si può decidere di aggirarli, eliminarli di soppiatto strangolandoli o accoltellandoli, oppure passare all’azione pura sfruttando armi da fuoco, le cui munizioni reperibili negli anfratti degli scenari sono però pochissime e vanno centellinate.

A disposizione del giocatore anche armi di fortuna o artigianali come spranghe, assi di legno o mazze da baseball. L’arsenale di Joel può inoltre essere potenziato tramite alcuni frammenti di ferro che si trovano durante il lungo viaggio, mentre altri oggetti come bende, alcool o forbici possono essere sfruttate per creare kit medici, e quindi curarsi, ma anche bombe di chiodi, fumogene o molotov. Esiste anche un piccolo albero delle abilità/caratteristiche, migliorabili consumando delle speciali pillole che si possono recuperare esplorando attentamente gli ambienti di gioco.

Sarà quindi fondamentale per sopravvivere fare molta attenzione a ciò che nascondono le location apocalittiche e raccogliere il più possibile. In The Last of Us per sopravvivere anche un proiettile in più può fare la differenza.

Graficamente l’esclusiva Sony presentava un livello estetico eccezionale già lo scorso anno, e su PlayStation 4 grazie alla risoluzione a 1080p l’impatto visivo è ancora più forte. Merito anche di una direzione artistica sapiente, capace di regalare scorsi urbani dettagliatissimi ed evocativi, dove l’inesorabile forza della natura ha aggrovigliato e avvolto città fatiscenti e ormai disabitate.

The Last of Us è un capolavoro. Quindi vale assolutamente la pena farsi una seconda volta il viaggio apocalittico in compagnia di Ellie e Joel su PlayStation 4; come se fosse un best seller o un kolossal cinematografico. E poi, in full HD è ancora meglio.

Marco Locatelli

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