Nel libro di Tornielli
il carisma del Papa

Andrea Tornielli ha pubblicato il volume «Francesco - Insieme. La vita, le idee, le parole del Papa che cambierà la Chiesa» (Piemme, pp. 182, 12,90 euro), presentato nella Sala Domus Alexandrina della parrocchia di Sant'Alessandro in Colonna.

Lo scorso anno, in un'intervista concessa al vaticanista de «La Stampa» Andrea Tornielli, l'allora cardinale Jorge Mario Bergoglio affermava che «se la Chiesa rimane chiusa in se stessa, autoreferenziale, invecchia. E tra una Chiesa accidentata che esce per strada, e una Chiesa ammalata di autoreferenzialità, non ho dubbi nel preferire la prima». Alla biografia e alla spiritualità del nuovo pontefice lo stesso Tornielli ha recentemente dedicato il volume «Francesco - Insieme. La vita, le idee, le parole del Papa che cambierà la Chiesa» (Piemme, pp. 182, 12,90 euro), presentato lunedì sera nella Sala Domus Alexandrina della parrocchia di Sant'Alessandro in Colonna; all'incontro, promosso dal centro culturale Fabio Locatelli, ha preso parte, insieme all'autore del libro, il critico d'arte e direttore del mensile «Vita - non profit» Giuseppe Frangi. Rispondendo alle domande di quest'ultimo, Tornielli ha raccontato «di aver incontrato più volte il cardinale Bergoglio, durante le sue visite a Roma, grazie ai comuni amici Gianni Valente e Stefania Falasca. Di lui mi ha sempre colpito la spiritualità, il senso di paternità - risulta perfettamente naturale rivolgersi a lui chiamandolo "padre" - e la profondità del suo sguardo sulle diverse situazioni della Chiesa. I verbi che più ricorrono nei suoi primi discorsi da pontefice sono "uscire" ed "andare": la Chiesa deve incontrare gli uomini - egli afferma - e mostrare loro il volto misericordioso di Dio».

«Dopo le dimissioni di Benedetto XVI, man mano che si avvicinava l'inizio del conclave ? ha detto ancora Tornielli ?, da parte dei commentatori e dagli uomini di Chiesa veniva ripetuta, come un mantra, sempre la stessa dichiarazione: tutti dicevano di non desiderare come nuovo papa un manager né un intellettuale, ma per prima cosa un pastore, capace di annunciare in modo positivo il Vangelo. Bergoglio corrisponde perfettamente a questo identikit. La grande serenità e fiducia che egli riesce a infondere negli interlocutori è dovuta anche al suo acuto sentimento delle grazie che Dio riversa sugli uomini. Da arcivescovo di Buenos Aires, egli si era molto lamentato del fatto che alcuni preti non volessero battezzare i figli delle ragazze madri; nel mio libro, io racconto l'episodio in cui egli battezzò i sette figli di una donna di servizio, che li aveva avuti da due uomini differenti. Al termine della cerimonia, dopo un piccolo rinfresco nei locali dell'arcivescovado, lei gli disse: padre, non posso crederlo, lei mi fa sentire importante...». E lui, di rimando: «Ma signora, che c'entro io? È Gesù che fa di lei una persona importante».

Giulio Brotti

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