Sono stati mesi tremendi
Un giorno per ricordare

Questo spazio è dedicato ai lettori che ci hanno scritto per condividere i loro sentimenti, i progetti nei momenti di isolamento forzato per combattere il coronavirus.

Questo spazio è dedicato ai lettori che ci hanno scritto per condividere i loro sentimenti, i progetti nei momenti di isolamento forzato per combattere il coronavirus.

Dal cuore di molti lettori arriva la proposta di una data o un evento che ricordi la tragedia vissuta dai bergamaschi.

Un giorno per te

Leggevo sul nostro L’Eco di Bergamo la proposta di alcuni parlamentari bergamaschi di istituire, il 18 marzo, il giorno della memoria per ricordare tutte le persone care che ci hanno lasciato durante questi tragici mesi.

Trovo che sia una proposta che dimostra sensibilità e delicatezza di sentimenti ma, soprattutto, cognizione del dolore sedimentato sulla pelle di ciascuno di noi.

Sono stati mesi tremendi, in cui ogni sicurezza sembrava svanita. Abbiamo perduto i nostri cari e con loro la certezza nella scienza, la fiducia del domani, l’immortalità relativa da cui, ciascuno di noi, si è alimentato. È scomparso un mondo dentro al quale abbiamo sviluppato le nostre vite, dove siamo cresciuti, dove abbiamo intessuto rapporti umani, proceduto nella fasi dell’esistenza.

La malattia ha dapprima eroso e poi devastato le fondamenta sulle quali ciascuno di noi ha edificato la propria vita. Nulla è o sarà più come prima. Non è retorica o una frase fatta, ma questa malattia farà parte di noi fino alla fine dei nostri giorni.

Per questo è necessario un giorno che focalizzi tutto questo, perché, come per la scomparsa di una persona cara, abbiamo necessità di metabolizzare il lutto. Vi è il bisogno intrinseco di rivivere il dolore, per farlo diventare parte di noi. Solo dopo questa presa di coscienza potremo lasciarlo andare.

Con la certezza che la cicatrice rimarrà per sempre, ma che almeno non sanguinerà più come una ferita non ancora rimarginata. Vi allego anche una poesia (a pag. 11 in alto, ndr).
Tiziano Marcandelli

Memoriale in ricordo dei morti

Quando tutto sarà finito sarà doveroso ricordare il personale sanitario ed ausiliario deceduto in servizio nonchè gli amministratori, i religiosi, i volontari e le migliaia di cittadini morti per coronavirus. A molti di loro non è stato nemmeno possibile tributare l’estremo saluto da parte dei famigliari.

Nei pressi dell’Ospedale Papa Giovanni si trova il parco della Trucca. Ebbene, propongo che in questo Parco trovi sede un Memoriale nazionale in onore e ricordo dei morti per l’epidemia.

Un memoriale semplice; sulla falsariga del Vietnam Veterans Memorial, che si trova a Washington, dove sono ricordati i nomi delle 58.318 vittime americane di quella guerra. Poichè Bergamo e provincia sono diventati il doloroso simbolo di questa epidemia, l’Amministrazione provinciale valuti questa proposta e, nel caso, la faccia propria promuovendo una pubblica sottoscrizione di fondi, tramite il vostro giornale, per realizzarla. Nessun onere per la Pubblica Amministrazione: di sicuro gli italiani risponderanno con generosità.Propongo anche di istituire una giornata del ricordo ogni 21 marzo, primo giorno di primavera.
G.Antonio Bonacina, Brembate Sopra

Ricordare le vittime

Probabilmente arrivo buon ultimo nel mio suggerimento di organizzare, quando tutto questo sarà finito e sarà possibile di nuovo ritrovarci nelle piazze e nelle strade di Bergamo, un evento collettivo dedicato al ricordo di chi è scomparso.

Un grande funerale aperto a tutti.

Credo che, come comunità bergamasca, lo dobbiamo ai tanti morti in solitudine che non possiamo lasciare sparire così dalle nostre vite, senza un grande momento collettivo di memoria dei morti e di condivisione dell’enorme lutto che ha colpito Bergamo e la sua provincia.

Sarebbe certamente un evento di grandi emozioni ed anche di grandi pianti.

Ma penso che alla fine sarà un bene piangere tutti insieme. Il dolore ha bisogno di parole e di condivisione per poter essere superato.

Infine, sono morti moltissimi alpini in questi ultimi mesi.

Penso sarebbe molto bello che, in loro ricordo e in loro onore, se ci fosse questo funerale comunitario potessero essere presenti le bandiere dei reparti nei quali hanno servito, in particolare le bandiere del 5° reggimento alpini e del 5° reggimento artiglieria da montagna.

Sono certo che ne sarebbero molto orgogliosi.

Credo che il Comune di Bergamo, in rappresentanza di tutti i Comuni della provincia e con la collaborazione de L’Eco di Bergamo e dell’ ANA, potrebbe farsi carico dell’organizzazione e della gestione dell’evento.
lettera firmata

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