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Lunedì 07 Novembre 2022
«È la tecnica di guida a renderci competitive»: una giornata “al femminile” al Porsche Experience Center Franciacorta
Donne e motori: un binomio da aggiornare. Per farlo bisogna mettersi al posto di guida e prendere in mano il volante, in pista così come nella vita. Pillole di una giornata speciale organizzata dal Centro Porsche Bergamo al PEC, per sfatare ogni pregiudizio.
«“Se guardi vicino vai piano, ma se alzi lo sguardo vai più veloce e la paura passa”: farò di questo suggerimento tecnico che mi ha dato il pilota in pista una massima di vita», racconta Frida Soldati, mediatrice immobiliare e pilota da corsa per un giorno. Frida è una delle sedici donne che venerdì 28 ottobre, hanno visitato il Porsche Experience Center Franciacorta. Un’esperienza voluta dal Centro Porsche Bergamo, che da anni dedica un’attenzione particolare al mondo femminile.
Non semplici visitatrici: le “donne al volante” hanno dimostrato di cavarsela come e meglio degli uomini, mettendosi alla prova in pista, sull’off-road – con prove tecniche spettacolari, ma anche su piste a bassa aderenza e “slalom” speciali. «Le donne sono generalmente più entusiaste, ma allo stesso tempo più umili degli uomini che si avvicinano alla guida sportiva, ascoltano di più e i risultati si vedono», commenta Stefania Grassetto, pilota e istruttrice Porsche che le ha affiancate in questa giornata di prove.
Non “ombrelline” o modelle scosciate accanto a bolidi potenti. Questa è un’immagine vecchia e decisamente poco interessante del binomio “donne e motori”. Le donne, oggi, non vogliono essere il gadget finale di un’auto di lusso, ma essere le protagoniste alla guida.
«Il mondo dei motori non è più da tempo solo un mondo maschile – osserva Silvano Lanzi, Direttore Centro Porsche Bergamo –. Ce lo dimostrano ingegnere, donne pilota e tecniche che a vario titolo occupano tutti i livelli delle case automobilistiche, in casa Porsche e all’interno del Centro Porsche Bergamo».
Il Motorsport e la parità fra i sessi
Il Motorsport ha molto da insegnare quando si parla di parità fra i sessi. Non è un caso che la responsabile del reparto Motorsport di Porsche Italia sia proprio una donna, Valentina Albanese, ex pilota che è riuscita a scrivere indelebili pagine di storia nel mondo dei motori. Come quando, nel 2015, dopo 20 anni di carriera nelle corse – alternate ad una promettente carriera di avvocato – ha vinto il Campionato Italiano Turismo: «Con talento e passione, questo è uno dei pochi sport dove le donne possono competere al pari degli uomini», spiega.
C’è chi ha la passione dei motori ed è riuscita a farne una professione, come Stefania Grassetto e Francesca Linossi, istruttrici che nel Porsche Experience Center di Castrezzato insegnano – ovviamente anche agli uomini – come guidare da “professionisti”. «Mi trasformo quando metto il casco da gara – spiega Stefania, che dietro un aspetto delicato nasconde una ferrea determinazione –, ho iniziato a correre seguendo mio padre, che era un appassionato e avrebbe voluto un figlio maschio. Sono bastata io a condividere la sua passione. Ho avuto la fortuna di andare bene nelle mie prime gare e di conquistarmi il rispetto di tutti con i primi podi. Generalmente, quando un uomo viene battuto da una donna ha due reazioni: o rimane incantato o sbotta furibondo», aggiunge sorridendo.
Libertà e indipendenza
Ma non c’è bisogno di essere delle professioniste per amare l’auto e – più in generale – quel senso di libertà che dà il mettersi alla guida. «Ho imparato guidando il trattore e appena compiuto i 18 anni ho voluto prendere la patente, sono entusiasta di avere avuto la possibilità di provare la pista», racconta Ileana Bacchilega, casalinga. Le fa eco Elena Grena, commerciante e ora sindaca di Gorlago: «Ho cominciato già a 17 anni a studiare per la patente, anche adesso guidare mi dà un grande senso di libertà». «Prendere la patente è un primo traguardo da maggiorenni – aggiunge Sonia Bonazzi, istruttrice di nuoto – ed è anche un segno di indipendenza». «L’auto è fondamentale per il mio lavoro», commenta Anita Pezzotta, press office, «Non potrei farne a meno», aggiunge l’amica Francoise Ghirlanda, amministratore unico.
Libertà e indipendenza. Non a caso guidare un’automobile è stato a lungo considerato come inappropriato per una donna. Eppure la prima auto è stata guidata proprio da una donna, Bertha Benz: con l’obiettivo di pubblicizzare la Model III Patent-Motorwagen, Bertha nel 1888 rubò l’auto e la “patente” del marito Karl Benz (un foglietto firmato dal Granduca di Baden con autorizzazione a guidare sulle strade), e partì per un viaggio di 106 km da Mannheim a Pforzheim con i due figli. Durante il percorso annotò le problematiche da risolvere, di molte delle quali si occupò lei stessa. Insieme a un calzolaio sistemò la pelle delle ganasce del freno; usò la spilla del suo cappello per pulire un condotto del carburante ostruito; fece uso della sua giarrettiera come materiale isolante in modo da riparare il cavo di accensione. Inoltre, capì che il cambio a soli due rapporti era insufficiente ad affrontare le salite.
Per quanto oggi lo diamo per scontato, guidare un’auto è un privilegio e ancora di più lo è possederne una. Proprio come l’indipendenza economica, essere libere di muoversi ha un valore immenso sia in termini pratici sia di percezione di sé.
Collaudatrici di auto a zero emissioni
Non è un caso che collaudatrice Porsche in Formula E sia una donna: Simona De Silvestro. La trentunenne elvetica arriva con una vasta esperienza maturata in varie serie di gare ed è anche un volto familiare in Formula E.
Anche le nostre driver non professioniste, fra i compiti affidati hanno avuto gli esercizi di guida sicura a bordo di una potentissima auto elettrica, la Taycan: «Impressionante guidare una macchina così silenziosa e così performante allo stesso tempo», sottolineano Miriam Imberti e Daniela Trentin.
Brividi ancora maggiori per le prove fuori pista con il Cayenne, fra discese ripidissime e pendenze in equilibrio su due ruote. «Viste da fuori sembrano imprese impossibili, ma una volta in auto – e con l’aiuto di istruttori esperti – si impara a fidarsi dell’auto, che è intelligente e fa quasi tutto da sola», raccontano Sara Maffeis e Manola Milesi.
«Eravamo abituati ad ospitare principalmente uomini per le sfide su pista, ma la padronanza con cui avete domato le auto, la strada e i diversi motori ci confermano di un ulteriore muro abbattuto, quello che pareva dividere donne e motori», conclude Gianmaria Berziga, Direttore Generale del Gruppo Bonaldi.
La sicurezza: da sempre un “pallino” femminile
La sicurezza è un tema che sta particolarmente a cuore alle donne, che anche dopo un adrenalinico giro di pista tengono a precisare che si sono sempre sentite sicure, come riferiscono Miriam Dentella, Elisabetta Bruschi, Manuela Trentin e tutte le altre pilote per un giorno. È anche una delle caratteristiche sulle quali non intendono negoziare quando comprano un’auto nuova, a dispetto di chi dice che delle auto le donne vedono solo il colore della carrozzeria.
È interessante notare come quasi tutte le invenzioni legate alla sicurezza siano state pensate da donne, anche se quasi nessuno ha sentito nominare queste geniali inventrici. Qualche esempio? All’inizio del Novecento non esisteva il tergicristallo: una grande scomodità cui pose rimedio Mary Anderson, che ideò e brevettò un braccio di gomma azionabile da una leva, per pulire il parabrezza ad auto in movimento.
Il medico californiano June McCarroll è colei che “inventò” la segnaletica orizzontale, dopo essere rimasta coinvolta (era il 1917) in un incidente causato dall’assenza della linea di mezzeria, che oggi è obbligatoria. All’attrice hollywoodiana Florence Lawrence va il merito di avere inventato gli stop e le frecce di direzione. Utilizzò sull’auto cartelli per avvisare della frenata, e sulla moto dei bracci che avvisavano della svolta, se attivati da un pulsante. Soluzioni rudimentali che, in seguito, portarono alla realizzazione brevettata delle luci di stop e degli indicatori.
Per non parlare di Dorothy Levitt, colei che ha creato lo specchietto retrovisore. Autrice di un saggio di consigli per le donne che volevano approcciarsi al mondo dell’automobile, consigliava alle signore di portare con sé uno specchietto: non per rifarsi il trucco, ma per guardare che cosa stesse accadendo dietro.
Un sogno per tutti e tutte
Porsche è un marchio che fa sognare. «Stanotte non ho dormito per l’emozione, al pensiero di guidare queste auto straordinarie», racconta Francesca Speziale, giovane responsabile marketing. «Sono felice di avere avuto la possibilità di portare qui questo eterogeneo gruppo di donne che si allenano abitualmente ad Area donna del Centro Sport più – commenta Elisabetta Magoni, che dirige il centro sportivo –, è stato un grandissimo regalo per loro».
Al Porsche Experience Center è possibile fare un’esperienza a 360 gradi del brand Porsche: circuiti di varia tipologia, pacchetti di guida, un ristorante gourmet, sale conferenze. Lo spazio è aperto non solo ai clienti Porsche, ma anche a chi vuole concedersi un’esperienza di guida sportiva affiancato da piloti esperti, così come alle aziende che desiderano uno spazio di qualità per i propri meeting di lavoro. È presente anche una sala attrezzata con otto simulatori di guida virtuale e molte vetture sono dotate di un kit di ausilio alla guida che le rende fruibili anche a chi ha una disabilità.
«Ora capisco i miei ex fidanzati, che mi lasciavano sola per venire a guidare in pista. Adesso posso dire che farei lo stesso», commenta Frida Soldati dopo l’adrenalinica esperienza. Eppure i pregiudizi nei confronti di una donna che guida un’auto di una certa potenza e di un certo prestigio esistono ancora, come racconta Daniela Bagattini, che lavora nell’ambito della produzione televisiva: «Mi è capitato di portare a fare rifornimento e il benzinaio mi ha detto: “Ma signora, suo marito si fida a farle guidare quest’auto?”, gli ho risposto che ero io a prestarla a mio marito».
Non solo essere libere di spostarsi, guidare, decidere per sé stesse, ma anche la possibilità di farlo in grande stile. O almeno di sognarlo, con ambizione e senza pregiudizi.
Porche Experience Center Franciacorta
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