«Ragazzi, con i bulli nessuna omertà, denunciarli è un atto di coraggio»

L’appello del vicequestore Cadeddu e della pm antimafia Dolci. Ad ascoltarli nel Tnt una platea di studenti. Nella Bassa 123 reati subiti dai minori. E c’è allarme per l’eroina.

L’appello è di avere coraggio a segnalare quei reati predatori che hanno come autori e vittime i minorenni, tradotti per lo più in furti, rapine, lesioni e minacce. A lanciarlo il vicequestore aggiunto Marco Cadeddu, dirigente del commissariato di Treviglio, nell’elencare i dati riferiti ai casi accaduti dal primo gennaio al 30 novembre 2021, in città e nella Bassa.

L’occasione è stato l’incontro andato in scena ieri al Teatro Nuovo Treviglio, nella «Giornata internazionale contro la corruzione», alla presenza del magistrato Alessandra Dolci, capo della Direzione investigativa antimafia della Lombardia, e Giuseppe Mendicino, responsabile comunale dell’anticorruzione e trasparenza, di fronte a un pubblico di studenti. Attenzione è stata rivolta alla realtà trevigliese e del territori circostante. Come evidenziato da Cadeddu, sono 123 i reati subiti dai minorenni: 36 furti, 17 lesioni dolose, 13 rapine, 12 minacce, 5 percosse, 5 truffe e frodi informatiche, 3 estorsioni, un danneggiamento e 25 altri delitti, per lo più legati all’uso improprio della rete. Nell’elenco rientrano anche 5 ipotesi di violenze sessuali, sempre fra minori che si conoscevano e in contesti di sballo da droghe e alcol. I minorenni indagati sono 44: 11 hanno compiuto furti, 2 minacce, altrettanti rapine e lesioni dolose, 4 danneggiamenti e 23 reati di altra natura. «Il numero dei casi è stabile – spiega Cadeddu – e siamo di fronte ad atti di prepotenza e arroganza, con minacce verbali o percosse, dirette per lo più al furto di cellulari, materiale elettronico e capi d’abbigliamento. Gli episodi avvengono per lo più in luoghi di aggregazione. Percepiamo paura tra i ragazzi, ai quali chiediamo di isolare questi soggetti e aiutare le forze di polizia nell’individuarli, perché la collaborazione consente di far vivere meglio e sereni. Dobbiamo mettercela tutta per azzerare il numero dei reati, che in questa zona sono comunque più bassi rispetto ad altre realtà territoriali».

La pm Alessandra Dolci ha parlato di coraggio, rifacendosi ai valori di Antonio Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone, ma anche ai pensieri di Winston Churchill e John Kennedy, rivolgendosi così agli studenti presenti: «Il coraggio, quando sarete chiamati alla prova, lo dovete trovare dentro di voi, nella vostra anima. Quindi, quando vi trovate di fronte a episodi di bullismo, violenze, il denunciare è un atto di coraggio». Il magistrato ha sottolineato le dinamiche della ’ndrangheta, contro la quale combatte da anni, dove il sistema è basato sull’omertà: «Possono farla da padrone perché sanno che nessuno andrà a denunciare, è una cultura, quella dell’omertà, che vuol dire girarsi dall’altra parte quando si vede qualcosa di sbagliato. Non siate omertosi e non state solo a guardare».

Alessandra Dolci ha poi parlato delle modalità investigative per combattere il traffico di droga, fonte di finanziamento per le organizzazioni criminali, in primis le mafie, esprimendo la sua contrarietà alla liberalizzazione delle droghe leggere. A proposito di droghe il dirigente Cadeddu, ha reso noto: «In questo territorio stiamo registrando purtroppo un aumento di utilizzo e spaccio di eroina, da qualche tempo il fenomeno è più riscontrabile. Ci è capitato di fermare persone in possesso di droghe leggere, ma anche di dosi di eroina, la cui vendita ai giovanissimi viene fatta a prezzi molto ridotti. La dipendenza che porta l’eroina è assoluta, fisiologica e incontrollabile».

© RIPRODUZIONE RISERVATA