A Torre Boldone, una comunità energetica rinnovabile tra le più grandi d’Italia

IMOTORRE. Venerdì verrà presentata la nuova Comunità energetica rinnovabile, un impianto da 3,2 megawatt. Savi: «Tra i più potenti in Italia, consumi in bolletta giù del 20% per chi aderirà». Si partirà verso la metà di aprile.

Pronta a partire la Comunità energetica rinnovabile (Cer) di Torre Boldone. Un campo fotovoltaico che, grazie ai suoi seimila e trecento moduli destinati a produrre tremila megawatt di energia rinnovabile, si candida a dare vita a una delle più grandi Comunità energetiche d’Italia. La Cer «Imotorre» verrà presentata venerdì mattina al Centro Congressi di viale Papa Giovanni XXIII in occasione del convegno, organizzato dall’Unione nazionale amministratori di immobili Bergamo dal titolo «Le Cacer-Configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile».

Il tema del convegno

Al convegno, che farà il punto su tutto ciò che riguarda le Comunità energetiche nelle loro diverse specificità, sono invitati oltre agli addetti ai lavori anche i privati cittadini interessati alla Cer di Torre Boldone. «La potenza di questo impianto è unica in Italia – ha spiegato l’avvocato Luca Savi, che ha seguito la costituzione della Cer –. Normalmente nelle Comunità energetiche confluiscono impianti fino a un megawatt, quella di Torre ne avrà 3,2. Oltre al grosso del territorio di Torre Boldone, usufruiranno dei benefici di questa Comunità energetica anche parte del territorio di Gorle, Seriate, Albano e Scanzorosciate, per un totale di circa cinquantamila persone.

Il numero di utenti dipende dalle cabine primarie installate che, al momento, non coprono ancora tutto il territorio dei paesi che ne fanno parte». La Cer «Imotorre» è stata promossa dal Comune di Torre grazie alla condivisione del progetto con la proprietà dell’impianto, la società «Imotorre», affittuaria del terreno a destinazione agricola di proprietà della società «Ghibi srl» e per la parte tecnico-legale la società «Lalus srl» di Bergamo.

Il tutto poi è stato possibile in forza di un decreto legge che, in ottemperanza alle disposizioni europee, favorisce l’utilizzo delle aree classificate agricole come aree idonee, «ope legis», per l’installazione di impianti fotovoltaici. Detto questo, va ricordato che la nascita del parco fotovoltaico è stata accompagnata da numerose polemiche che hanno visto al centro sia la preoccupazione sollevata dai cittadini, in particolare quelli le cui abitazioni insistono sull’area interessata, vale a dire tra via Quasimodo e via Martinella, sia da parte del Parco dei Colli. L’ente a tutela della salvaguardia ambientale ha infatti presentato ricorso al Tar in merito alla mancanza del corretto iter burocratico da seguire. La sentenza è attesa per metà luglio. «La condivisione dell’energia prodotta – ha sottolineato Savi – porterà a un risparmio per i singoli cittadini di 12 centesimi per ogni kilowatt condiviso, che corrisponde a un abbattimento del 20% circa della bolletta. Va detto anche che l’imprenditore poteva fermarsi all’esercizio dell’impresa, cioè vendere l’energia senza metterla in condivisone con la comunità. Ha invece scelto questo tipo di operazione offrendo così un beneficio economico ai membri della Cer».

Come partecipare al progetto

Entrare a far parte della comunità è semplice: «È già stato attivato il sito Internet www.imotorre.it, dove i cittadini possono fare una segnalazione di interesse a partecipare. Una volta approvata la loro adesione, verrà loro inviato un modulo da compilare per poter diventare così membri della comunità. Il tutto dovrebbe partire verso la prima metà di aprile. Per quanto riguarda invece l’impatto visivo – ha ricordato Salvi – sono state messe a dimora lungo il perimetro del parco mille arbusti, altri probabilmente ne verranno messi tra un filare e l’altro dei pannelli. Verrà anche messa una colonia d’api in quaranta arnie come attenzione alla biodiversità».

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