«Lavoro di squadra contro i cyber-bulli»

Treviva Il comandante Alfa, il comandante della Polizia Locale Matteo Copia e il presidente della Fondazione Carolina Ivano Zuppi rilanciano l’allarme.

Serve un lavoro di squadra per combattere bullismo e cyber-bullismo. Ne è convinto il comandante Alfa, luogotenente dell’Arma e fondatore dei Gis, ospite di un incontro a Treviolo, nell’ambito della manifestazione Treviva. Al dibattito, organizzato in collaborazione con l’amministrazione comunale, la Fondazione Carolina Onlus e FoxPol, è intervenuto anche Matteo Copia, comandante della Polizia Locale di Treviolo che dal 2012 si occupa di queste importanti tematiche con incontri tra i ragazzi e nelle scuole.

«Il cyberbullismo porta all’isolamento e tutto quello che è social finisce per diventare anti-sociale. Il nostro obiettivo consiste nel visitare le scuole per fornire una lettura legale e corretta, in modo da trasformare il circolo vizioso in virtuoso»

«Abbiamo promosso l’iniziativa unendo gli attori protagonisti contro bullismo e cyberbullismo - commenta soddisfatto Matteo Copia -. Sono orgoglioso di aver portato la Fondazione Carolina, alla quale si aggiunge una grande esperienza da parte della FoxPol e l’operato del comandante Alfa, per il quale l’imperativo è proteggere i più deboli. Sono convinto – prosegue Copia – che tutto il territorio di Treviolo ne beneficerà, così come i visitatori che partecipano numerosi ad ogni edizione di Treviva. Puntiamo a promuovere modelli del fare e siamo consapevoli che il tema è legato alle fragilità e va affrontato quotidianamente. Purtroppo – conclude Matteo Copia – il cyberbullismo porta all’isolamento e tutto quello che è social finisce per diventare anti-sociale. Il nostro obiettivo consiste nel visitare le scuole per fornire una lettura legale e corretta, in modo da trasformare il circolo vizioso in virtuoso. A tal proposito nel 2019 abbiamo anche promosso e presentato alla Camera dei deputati il libro #APPeal: il fascino della rete, dove ho raccontato i gravi rischi che corrono i nostri ragazzi».

La testimonianza del fondatore dei Gis

Sulla stessa linea anche il comandante Alfa, che rileva come «il bullismo e il cyberbullismo sono problemi difficilissimi da risolvere. Giro moltissimi istituti scolastici in tutta Italia e sono arrivato alla conclusione che, per ottenere dei risultati, serve una squadra che comprenda in primis i genitori dei bulli e dei bullizzati. Da un lato c’è chi ha il dovere di denunciare, mentre dall’altro coloro che devono far capire ai figli che la violenza fisica e psicologica non porta da nessuna parte. La nostra battaglia consiste nel visitare le scuole per aiutare le persone che hanno più bisogno. Teniamo inoltre ben presente che il bullo di oggi potrebbe diventare il delinquente di domani».

A fianco dei genitori, nella squadra formata per combattere il fenomeno «devono necessariamente entrare in campo anche gli insegnanti e gli stessi compagni di scuola che assistono a fatti molto gravi e spesso si compiacciono invece di intervenire – prosegue il comandante Alfa –. A fianco delle violenze fisiche dobbiamo considerare l’importanza delle parole, che spesso causano danni irreparabili, tanto che noi abbiamo avuto tantissimi ragazzi che si sono suicidati. Anche io sono stato bullizzato e ho vissuto in prima persona questa terribile esperienza - confessa il comandante Alfa -. Nessuno mi aiutava e fortunatamente ho avuto la forza di ribellarmi combattendo e vincendo la mia battaglia da solo».

Situazione peggiorata con la pandemia

«Oggi i ragazzi sono come una polveriera, bisogna aiutarli e far capire loro i pericoli ai quali vanno incontro»

E la pandemia non ha fatto altro che peggiorare una situazione già molto problematica. «Oggi i ragazzi sono come una polveriera, bisogna aiutarli e far capire loro i pericoli ai quali vanno incontro - conclude il comandante Alfa -. Sono molto utili gli incontri nelle scuole con le forze di polizia, ma anche i genitori andrebbero educati, così come servono insegnanti con carisma e personalità, anche perché oggi la società è molto più distratta e la pandemia ha incrementato il fenomeno, lasciando i nostri ragazzi soli per ore, isolati e senza contatti fisici. A questo punto si sono attaccati a pc, tablet e cellulare con i social che creano molti problemi e una sorta di dipendenza. In internet prevalgono giochi violenti e poi ci sono le baby gang che riescono a darsi appuntamento in poche ore per fare a botte. Ho chiesto loro il motivo e mi hanno risposto che lo fanno per essere “fighi” o per conquistare più facilmente le ragazze - conclude il comandante Alfa -. Dobbiamo intervenire subito, prima che sia troppo tardi, anche perché la situazione diventa sempre più difficile: deve vincere la squadra capitanata dalle istituzioni».

Anche Ivano Zoppi, segretario generale della Fondazione Carolina, conferma come «i casi di cyberbullismo sono aumentati perché i ragazzi sono stati più tempo collegati in rete e senza il reale controllo dei genitori. È necessario che si riscopra la responsabilità educativa anche su questi temi, in modo da vivere il digitale in maniera responsabile. Le iniziative che andiamo a promuovere sono fondamentali se ragionate in una logica di continuità educativa».

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