Per i suoi 50 anni si regala il giro della Sardegna in kayak

Seriate Cesare Viganò, con il fratello Giovanni, farà mille km in mare: «Spiaggette sperdute, silenzio e vista delle stelle non hanno prezzo».

Cesare Viganò al compimento dei 50 anni ha concepito di compiere l’impresa, per proprio diletto, senza cymbalis et sonantibus, di un bel periplo dell’Isola di Sardegna. Una roba di oltre mille chilometri non in auto su comodo asfalto, bensì in acqua, in barchetta, in kayak per la precisione, che va a pagaie e tanto olio di gomito, in lotta quotidiana con il mare che non è proprio una pista da sci. E se capita mare mosso e vento forte contrario, per avanzare nei turbini occorre la forza di Braccio di ferro nutrito di spinaci. Ma almeno non va da solo. Con lui, in questa come in tutte le altre escursioni in kayak, c’è sempre suo fratello Giovanni di 57 anni. Cresciuti in una famiglia di sette fratelli (Elisabetta, Gabriella, Severino, Giovanni, Cesare, Carlo, Stefano) in alcuni di essi è stampato un dna verde e naturalistico da quando con i genitori andavano all’Oglio a nuotare.

La palestra del Sebino, percorso in lungo e in largo

«Spostarsi in kayak oltre all’emozione di confrontarsi con te stesso - si appassiona Cesare - sono non negoziabili le sere nel silenzio di una spiaggetta sperduta, al brontolio della caffettiera in bollitura sul fuoco vivo, le carezze della brezza sul viso. E le stelle».

«Spostarsi in kayak oltre all’emozione di confrontarsi con te stesso - si appassiona Cesare - sono non negoziabili le sere nel silenzio di una spiaggetta sperduta, al brontolio della caffettiera in bollitura sul fuoco vivo, le carezze della brezza sul viso. E le stelle»

Cesare ha un passato di scout (che vuol dire contatto con la natura, arrangiarsi nei boschi e nel buio), ama la corsa nel parco del Serio e ascolta il fiume. Un giorno però, sei anni fa, ha visto le manovre di alcuni kayak e se n’è invaghito. «Mi hanno trasmesso un forte senso di serenità». Stesso amore è scoppiato in suo fratello Giovanni, così hanno comprato un kayak ciascuno. Giovanni porta nel bagaglio avventuroso di Cesare (impiegato tecnico) la professionalità di caposquadra dei Vigili del Fuoco con specializzazione nel recupero nautico nel Lago di Iseo. E proprio questo lago è stata la prima palestra di allenamento dove sperimentare l’effetto peripli. Percorso in lungo e in largo il Sebino, nel 2019 è toccato all’Isola D’Elba. «Esperienza difficile per mare mosso, forte vento scirocco, la barca non andava avanti, ma preziosa per il nostro bagaglio di conoscenze» spiega Cesare. Il lago d’Iseo si fa in 11 ore, un giorno d’estate basta e avanza; per l’Isola d’Elba ci sono voluti 5 giorni. Dopo è toccato all’Isola del Giglio. Lo scorso mese di febbraio hanno fatto andata e ritorno Varazze-Cogoleto.

Partenza l’8 maggio, il rientro previsto l’8 giugno

E adesso il colpo grosso: la Sardegna.

«Lo facciamo anche in memoria di nostro fratello Stefano, il più giovane di noi, deceduto quattro anni fa in un incidente stradale. Era amante della canoa canadese, dei cani, e delle imprese estreme ma in sicurezza: sarebbe venuto certamente anche lui a questo periplo»

«Lo facciamo anche in memoria di nostro fratello Stefano, il più giovane di noi, deceduto quattro anni fa in un incidente stradale. Era amante della canoa canadese, dei cani, e delle imprese estreme ma in sicurezza: sarebbe venuto certamente anche lui a questo periplo». C’è un libro «100 giorni in kayak» nel quale l’autore narra la sua avventura in kayak da Trieste a La Spezia, in 100 giorni appunto: Cesare l’ha letto facendo tesoro di situazioni, di imprevisti e anche di comportamenti psicologici. La sera di venerdì 6 maggio la macchina dei fratelli Viganò, salperà da Seriate alla volta di Genova, da qui a Porto Torres, con i due kayak equipaggiati di tutto punto per un’autonomia di tre giorni circa. Domenica 8 maggio, alle 8, barche in acqua e inizio del periplo in senso orario: prima la costa orientale, poi l’occidentale. Rientro, si spera, l’8 giugno. Da Porto Torres alla Baia delle Mimose, Isola dei Gabbiani, spiaggia Mucchi Bianchi, e via di seguito con 35 punti di sosta in programma che comunque è anche molto libero. Intanto a casa si allenano con il vogatore.

L’idea è di percorrere 35 chilometri al giorno

L’idea è di percorrere in media 35 km al giorno, 17,5 al mattino, 17,5 al pomeriggio. Cesare immagina le sue bellissime sere e sogna «le stelle, tante stelle; sogna di incontrare tartarughe e delfini; cormorani e aironi». Non c’è elettricità nella tenda a igloo, e il cellulare si ricarica con pannello solare: serve a inviare messaggi a moglie e figli, scattare e inoltrare foto e, a chiamarsi a vicenda se uno va troppo avanti e se resta indietro. E dopo la Sardegna? Se la vena prende piede, Sicilia e Lago di Garda.

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