Primo Maggio, la Messa del Vescovo. «Il lavoro costruisce il bene comune»

LA RICORRENZA. Monsignor Beschi celebrerà alle 16 nell’azienda del Gruppo alimentare Ambrosini di Brusaporto. Don Cristiano Re: «Alla vigilia delle elezioni, ancora più forte il legame con la partecipazione e la democrazia».

Il Primo Maggio il Vescovo Francesco Beschi, come da tradizione, sarà tra i lavoratori: celebrerà la Messa alle 16 nell’azienda «Gruppo alimentare Ambrosini» di Brusaporto. La festività cade alla vigilia di una tornata elettorale importante. Alla luce di questa vicinanza temporale, il messaggio dei Vescovi per la Festa di San Giuseppe lavoratore - dal titolo «Il lavoro per la partecipazione e la democrazia» - diventa ancora più pregnante, per rilanciare il lavoro come strumento di partecipazione alla costruzione del bene comune. Lo ricorda don Cristiano Re, delegato vescovile per la Vita sociale e Mondialità, che si sofferma sui tre «capitoli» del documento episcopale: «Il lavoro è fare “con” e “per”, implica cioè relazione e motivazione; il lavoro è strumento di costruzione del bene comune, che è il contrario di pensare solo a se stessi e “farsi gli affari propri”, nel senso letterale del termine; il prenderci cura del lavoro è atto di carità politica e di democrazia». La memoria liturgica non sarà quindi semplicemente un passaggio celebrativo, ma un momento di cammino comune «di custodia e crescita» di un lavoro liberato dall’alienazione e che edifica comunità.

Lavoro, partecipazione e democrazia

L’interconnessione tra lavoro, partecipazione e democrazia «va infatti alla radice politica del mondo del lavoro, che deriva dalla nostra Costituzione – dice don Cristiano Re –. Non solo nell’incipit, ma anche nell’articolo 3 dove afferma che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”».

A Brusaporto fervono i preparativi per la Messa col Vescovo Francesco Beschi, che si terrà in uno spazio del «Gruppo alimentare Ambrosini» (alle 16, in via San Domenico 62/64), allestito per poter accogliere fino a duecento persone

Il Primo Maggio pone quindi al centro «il lavoro dignitoso, che umanizza le persone, rendendole sempre più libere nel pensiero e nella vita, e sempre più uguali nei diritti e nei doveri – osserva il delegato vescovile –. Un lavoro che partecipa attivamente al governo della città di tutti».

In sintonia con la 50ª Settimana sociale dei cattolici, che si terrà a luglio a Trieste, il Primo Maggio è occasione di riflessione «sulla disaffezione alla partecipazione, non solo politica, sulla necessità di informare e portare al voto, sulla dimensione partecipativa del lavoro», campi in cui è attivo l’impegno dell’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi.

La Messa

Anche quest’anno la celebrazione eucaristica con il Vescovo Francesco Beschi per il mondo del lavoro sarà vissuta nel contesto di una realtà produttiva del territorio. A Brusaporto fervono i preparativi per la Messa col Vescovo Francesco Beschi, che si terrà in uno spazio del «Gruppo alimentare Ambrosini» (alle 16, in via San Domenico 62/64), allestito per poter accogliere fino a duecento persone.

La storia dell’azienda

Un’azienda che da piccola realtà locale è diventata società leader del settore alimentare a livello nazionale. «Siamo molto contenti che il Vescovo abbia accettato il nostro invito, nato dal cuore perché siamo una famiglia molto vicina alla Chiesa», commenta Paolo Ambrosini, che con i fratelli Diego e Serena ha preso il timone dai genitori Carlo e Lucia, fondatori dell’azienda. Una storia che si tramanda da tre generazioni (oggi anche alcuni dei nipoti di Carlo e Lucia lavorano nell’azienda). «Una continuità di generazione in generazione che è anche continuità dei valori della famiglia, intrecciati a quelli dell’impresa», sottolinea Paolo Ambrosini. Ereditati dal capostipite Carlo i valori della tradizione e la passione per il lavoro, l’azienda si è evoluta innovando, creando un gruppo all’avanguardia (sono cinque le aziende che fanno parte della holding, occupandosi di produzione e distribuzione). «Abbiamo voluto unire all’autorevolezza di un grande marchio la passione di una grande famiglia italiana», dicono i tre presidenti. Alla Messa sono stati invitati i lavoratori (oltre 450, ma molti saranno impegnati nei turni), i mondi istituzionali, amministrativi e associativi del territorio.

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