Un altro decesso in Germania
Dalmine piange Mario Medici

Bancario molto conosciuto, aveva 61 anni. Da fine marzo era in cura a Erlangen. Aveva fondato la Pallavolo Sabbio.

Mario era una persona dai modi e dalle parole gentili. Il suo sorriso, che non dispensava mai con leggerezza e che bisognava guadagnare, è una di quelle cose che rimarrà per sempre nel cuore di chi l’ha conosciuto.

Mario Medici, 61 anni, residente a Sabbio, frazione di Dalmine, si è spento nella notte tra sabato e domenica 19 aprile all’ospedale di Erlangen, vicino a Norimberga, in Germania. Era uno dei bergamaschi affetti da Covid-19 trasferiti a fine marzo dal Papa Giovanni XXIII di Bergamo via aereo in alcuni ospedali tedeschi a causa dell’emergenza. La morte di Mario, che fa salire così a due il triste bilancio dei bergamaschi deceduti in Germania, segue infatti di poche ore quella di Steven Rovelli, il 31enne di Cusio spentosi tra venerdì e sabato all’ospedale di Lipsia.

Una vita passata a lavorare in banca, e in pensione da poco, Mario Medici lascia nel dolore la moglie Anna e i due figli, Ilaria e Davide.«Con i nostri figli ormai grandi e con il fatto che era in pensione, finalmente avevamo po’ di tempo per noi – racconta Anna – a Mario piaceva andare in moto e insieme andavamo a camminare. Eravamo iscritti al gruppo di Nordic Walking di Bergamo: camminavano in montagna e al mare. Mario era una persona semplice. Probabilmente non si è nemmeno accorto che lo avessero trasferito in Germania e forse è stato meglio così». Mario era infatti in gravi condizioni già prima della partenza per la Germania. Arrivato al Pronto soccorso dell’ospedale di Bergamo il 25 marzo, è stato intubato il 28, qualche giorno dopo era su di un volo direzione Erlangen. Sabato è arrivata la triste notizia: le condizioni di Mario già gravi erano peggiorate e il suo sguardo gentile si è spento alle 3 del mattino di domenica.

«So che hanno fatto il possibile per salvarlo, l’unica cosa che abbiamo potuto fare noi - continua Anna - è stata dare il permesso di procedere all’autopsia che faranno domani (oggi per chi legge ndr), per cercare di capirne un po’ di più di questo maledetto virus».

Persona discreta, era un uomo sempre disponibile ma che non amava mettersi in mostra. Era molto conosciuto a Sabbio perché è stato il fondatore nel 1986 (insieme a Francesca Bruschi, ex sindaco di Dalmine), e vicepresidente per vent’anni, della società di pallavolo di Sabbio. «Un dispiacere immenso – spiega Francesca Bruschi – persona gentile, corretta, abbiamo visto crescere generazioni di bambine e ragazze e condiviso tanto insieme».

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