Alla Gamec «La notte senza sogni» del soldato sulla torre di guardia

LA MOSTRA. «Dreamless Night» apre con ingresso libero oggi dalle 19 alle 22. Al centro il film «The Watchman» del regista e artista Ali Cherri e disegni, sculture e installazioni sulla pellicola.

Ci sono mostre che non si possono «giudicare» con le categorie del «Mi piace/non mi piace», perché il nucleo di riflessione che propongono è così forte da prevalere su ogni parametro «estetico» o «di gradimento». Così è per «Dreamless Night», la più ampia presentazione, sino ad oggi realizzata, della pratica multimediale dell’artista e regista libanese Ali Cherri (Beirut, 1976), Leone d’Argento della Biennale di Venezia 2022. Aprirà i battenti alla Gamec oggi, con ingresso libero dalle 19 alle 22, in occasione della 19esima Giornata del Contemporaneo.

Realizzata da Gamec con Fondazione In Between Art Film e con Frac Bretagne, dove si trasferirà da febbraio 2024, la mostra, curata da Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi, è una chiara testimonianza di come l’arte non sia fine a se stessa ma abbia anche, quando ne ha il coraggio, una responsabilità di denuncia e di contributo al cambiamento: «Cherri si addentra nella tensione tra la realtà e l’ideologia del potere in un’epoca di nazionalismi, conflitti etnici e inasprimento delle frontiere contro migranti e profughi – ben sintetizza la presentazione - L’artista compone un percorso in cui le ideologie che sostengono il potere, l’autorità e le guerre vengono svelate nella loro teatralità e fragilità, e impiega l’immaginazione come dispositivo radicale per infiltrarsi nelle loro crepe strutturali». Per scoprire, spesso, che il Nemico che ci ossessiona la vita probabilmente nella realtà nemmeno esiste.

Nocciolo della mostra è il film realizzato da Cherri per questa occasione: «The Watchman», ambientato a Cipro – teatro di tensioni decennali tra le comunità locali greche e turche – è incentrato sulla figura di un soldato il cui lavoro consiste nel proteggere il confine non riconosciuto della Repubblica Turca di Cipro del Nord: «Questo soldato, come molti prima di lui, trascorre i suoi lunghi e noiosi turni appollaiato su una torre di guardia in attesa di un “nemico” che potrebbe arrivare o meno dalle colline della riconosciuta Repubblica di Cipro, sotto il dominio dei greci ciprioti. Il paesaggio stagnante intrappola il protagonista in una soglia fisica e metaforica dove i confini tra vigilanza e sonnolenza, realtà e immaginazione, vengono costantemente varcati finché le sue fantasie e i suoi sogni a occhi aperti non prendono il sopravvento e scatenano eventi inaspettati».

La mostra continua poi tra disegni, sculture e installazioni che materializzano elementi chiave del film (oltre a documentare la straordinaria abilità dell’artista nel misurarsi con pratiche e anche con materiali molto differenti tra loro): un «fondale» dipinto con un paesaggio sospeso tra idealizzazione e militarizzazione; una serie di raffinatissimi acquerelli e inchiostri su carta che immortalano i fichi d’India, spesso utilizzati come elementi di confine/recinzione; un uccello monumentale scolpito nel fango, fragile tanto quanto il pettirosso che nel film si schianta contro la finestra della torre di guardia; sette grandi teste di soldati, con gli occhi chiusi in un sonno perpetuo; due imponenti soldati di creta e sabbia, sul punto di crollare in barba alla retorica dell’eroismo militare.

La mostra si chiude col germogliare di un’ultima «ficara», assurgendo nuovamente i cactus a emblemi di un paesaggio, anch’esso malato di violenza. «Abbiamo appena annunciato l’inizio del cantiere del nuovo museo che dal 2026 ritroveremo nell’attuale Palazzetto dello Sport. Questa mostra è dunque una delle ultime ospitate in questi spazi, visto che per i prossimi due anni abbiamo ideato un programma sperimentale di cui presto annunceremo i contenuti», rivela il direttore Gamec Lorenzo Giusti alla presentazione di ieri cui sono intervenuti anche i due curatori della mostra e l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti.

In contemporanea alla personale di Ali Cherri, in Gamec è presentato anche il film «Alphabet. The space between us and the unknown» di Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, selezionato dal nostro museo per la partecipazione al network internazionale dedicato alla videoarte «Artists’ Film International».

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