L a sconfitta subita dall’Atalanta a Cagliari suona quasi come una sentenza per le ambizioni Champions dei ragazzi di Gasperini. Seppur manchino ancora sette giornate al termine del campionato (otto per i nerazzurri che devono recuperare la gara interna con la Fiorentina), sembra quanto mai improbabile che l’Atalanta, altalenante nelle prestazioni come lo è stata sino ad ora, possa improvvisamente trovare il passo giusto per entrare in Europa dalla porta principale, e dovrà allo stesso tempo rintuzzare gli assalti di chi al momento le sta dietro. Ora il distacco da Roma e Bologna comincia ad essere importante, soprattutto se si tiene in considerazione la differenza di passo tra i nerazzurri e le due formazioni che le stanno davanti. Da quando De Rossi è approdato sulla panchina della Roma (16 gennaio), la media punti dei giallorossi è stata di 2.45, mentre nello stesso periodo i nerazzurri hanno viaggiato ad una media di 1,81 punti. Discorso a parte merita il Bologna, che per qualità di gioco e di valori espressi, per tutto il campionato è stato superiore alla formazione di Gasperini, ed è dunque impensabile poterlo riacciuffare, a meno di crolli improvvisi della squadra di Motta.
Il disastro di Cagliari, perché tale è nell’economia della classifica dei nerazzurri, ha una motivazione primaria nella gestione della squadra e dei cambi da parte di Gasperini, e proprio su quest’aspetto ci concentreremo in questa seconda parte di analisi, lasciando per una volta sullo sfondo dati e tabelle. Parlare di “gestione”, e di “cambi discutibili” effettuati da un allenatore è sempre un terreno scivoloso, e per non dare adito a fraintendimenti merita una spiegazione dettagliata oltre alle solite premesse di rito. Tutti sappiamo che solo il mister ed il suo staff hanno una conoscenza approfondita della condizione atletica e mentale dei giocatori, e solo loro possono sapere come adoperare il “materiale” a loro disposizione. Il calcio moderno inoltre prevede il controllo totale delle informazioni riguardanti la squadra, e per questo motivo chi si trova a commentare lo fa con dati assolutamente parziali. Tutto assolutamente vero. A tutte queste situazioni, tipiche della gestione di ogni club professionistico, dobbiamo aggiungere le difficoltà peculiari che hanno colpito l’Atalanta in questa fase della stagione, ovvero un calendario che improvvisamente si è complicato, e le tante competizioni in cui sono chiamati a giocare i nerazzurri, che li vedono scendere in campo ogni tre giorni. Premesse queste ineccepibili e che parrebbero mettere al riparo dalle critiche giocatori e staff tecnico, se non fosse che però poi le scelte che si compiono vengono sottoposte al giudizio insindacabile del campo. Ogni scelta è dunque valida finché produce dei risultati, mentre diventa opinabile se i risultati non arrivano. Nel caso dei nerazzurri si sta proprio verificando questo ed è per questo che è venuto il momento di fare una riflessione ampia, che non coinvolge il solo Gasperini.