Città Alta, rinascita più vicina per l’ex carcere di Sant’Agata - Foto

RIQUALIFICAZIONE. Chiuso il progetto e cantiere entro fine anno.

È completato l’iter progettuale che consentirà all’ex carcere di Sant’Agata, uno dei principali contenitori storici di Città Alta, di rinascere e tornare completamente fruibile dalla cittadinanza.

La Giunta di Bergamo ha infatti completato il lungo iter progettuale, approvando la scorsa settimana il progetto esecutivo del piano finanziato quasi interamente (circa 8 milioni di euro vengono dalla UE, 800mila euro saranno investiti dal Comune di Bergamo) attraverso il bando Pinqua, uno degli ambiti del Pnrr per quel che riguarda la rigenerazione urbana.

Nei prossimi giorni partirà l’iter per assegnare l’appalto, il cantiere vero e proprio, il cui inizio è previsto tra la fine del 2023 e i primi mesi del 2024.

I dettagli del progetto

Il progetto esecutivo, redatto dallo studio CN10 e dall’architetto Gianluca Gelmini (che si è aggiudicato una gara pubblica indetta per la progettazione) e approvato dalla Giunta all’unanimità, conferma la complessiva ristrutturazione dell’immobile che consentirà di ricavare nell’ex carcere di Sant’Agata appartamenti con affitti agevolati accanto a spazi pubblici.

Gli ultimi due piani dell’ex monastero teatino rimangono quelli in cui verranno ricavate le nuove residenze, piccoli appartamenti particolarmente importanti per quel che riguarda la politica dell’abitare del centro storico: qui infatti si prevedono 15 appartamenti a canone agevolato, ideali per giovani e giovani coppie, che consentiranno di rafforzare il mix sociale del centro storico, anche attraverso prezzi calmierati.

Il piano dell’ex circoscrizione, ossia quello a cui si accede da vicolo Sant’Agata, verrà invece trasformato nel «museo del carcere», per consentire di diffondere la storia che ha caratterizzato il complesso (tra il 1943 e il 1945 fu uno dei centri della repressione nazifascista e fino agli anni ’70 il carcere cittadino).

Il progetto, già nella sua versione definitiva, si era adeguato a tutte le indicazioni pervenute dalla Soprintendenza speciale di Roma, che ha dato l’ok al piano confermando tutte le prescrizioni chieste dalla direzione della Soprintendenza competente per Bergamo e Brescia.

La ristrutturazione in cifre

La ristrutturazione investirà una superficie di circa 2.500 metri quadrati. Il complesso, ceduto nel 2012 dal demanio al Comune, ospiterà anche spazi con altre destinazioni. Per esempio, nel piano affacciato su via del Vagine ci saranno locali tecnici e per le associazioni locali, mentre al piano del cortile dell’ora d’aria, dove si trovano la chiesetta e la mensa dell’ex carcere, verranno ricavati spazi pubblici polifunzionali.

«Il progettista della ristrutturazione di Sant’Agata - spiega l’assessore alla riqualificazione urbana Francesco Valesini - ha molto lavorato per interpretare nel modo più corretto gli spazi dell’ex carcere, mettendo a frutto anche la sua profonda conoscenza dell’edificio, che fu oggetto della sua tesi di laurea. Le modifiche richieste dalla Soprintendenza, che hanno carattere prescrittivo e sono - com’è noto - obbligatorie, sono state correttamente accolte senza stravolgere le funzioni previste all’interno del comparto, ottenuto dal Comune attraverso la legge sul federalismo demaniale ormai alcuni anni fa».

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