Covid, tanti casi sommersi. «È diverso dall’influenza»

L’ESPERTO . Bombana (Asst Bergamo Est): «Colpisce l’apparato respiratorio in misura maggiore. Test differenziale importante per i pazienti più fragili».

È arrivato l’inverno, tornano i virus stagionali. Intanto il Covid, ormai sfumato in endemia, è caduto in una sorta di zona grigia di sottostima, per via del numero ridotto di test ufficiali, e con sintomi che si confondono spesso con le classiche influenze. I numeri ufficiali riferiti all’ultima settimana monitorata – quella dal 26 ottobre all’1 novembre – segnalavano in Bergamasca 550 nuovi contagi da Sars-CoV-2, in rialzo del 5,77% nel giro di sette giorni e dunque con l’ennesima fase di saliscendi (a inizio ottobre si erano superati però i 900 casi settimanali). Intanto si sono stabilizzate anche le sindromi influenzali e parainfluenzali, stimate – sulla base della sorveglianza epidemiologica della Regione Lombardia – in circa ottomila casi settimanali in Bergamasca. «È una fase in cui circolano entrambi i virus – spiega Enrico Bombana, direttore della Struttura complessa Vaccinazioni e sorveglianza malattie infettive dell’Asst Bergamo Est –, con numeri sotto controllo. Il Covid ha segnato una fase di rialzo da agosto, con dei saltuari picchi, e ormai fa parte del nostro vivere quotidiano. L’influenza sta dando i primi segnali significativi, il picco è atteso attorno alla fine dell’anno».

I numeri di Covid e influenza

La curva epidemiologica dell’influenza è lievemente al di sotto dei valori di un anno fa, ma superiore alla circolazione che si segnalava negli anni di picco della pandemia. Quanto al Covid, se nell’ultima settimana la Bergamasca ha evidenziato appunto 550 contagi ufficiali, a inizio novembre 2022 si viaggiava invece sui 3mila casi settimanali. Smantellato ormai da tempo il green pass, di test ufficiali se ne fanno ben pochi: prevale il fai-da-te, o nemmeno quello. «C’è una quota forte di “sommerso” – osserva Bombana –, di positivi non tracciati attraverso i test ufficiali. La gran parte dei test si effettua in ospedale, al Pronto soccorso o nei ricoveri, secondo le procedure di sorveglianza sanitaria». Ma che volto ha oggi il virus? «In ospedale di polmoniti se ne vedono molto poche – rileva Bombana –. Nei grandi anziani, però, l’infezione è l’innesco dello scompenso di altre patologie. Sulla popolazione sana i sintomi sono generalmente lievi, perché c’è ancora una discreta base di anticorpi: il fatto che anche le ultime varianti siano tutte derivazioni di Omicron ha aiutato».

Sintomi: la differenza tra Covid e influenza

C’è comunque una differenza, tra Covid e influenza: «Il Covid rimane tendenzialmente un virus che colpisce l’apparato respiratorio in misura maggiore rispetto all’influenza, può cioè dare forme polmonari con maggior frequenza – spiega l’infettivologo –. In ospedale, e nello specifico in Pronto soccorso, viene effettuato il test per la diagnosi differenziale: è importante farlo perché consente, in alcune categorie di pazienti, di attivare la terapia antivirale appropriata. Si tratta di terapie dedicate ai fragili con condizioni di rischio, che riducono la progressione dell’infezione verso forme complicate». Capitolo vaccinazioni: da circa un mese è (ri)partita la doppia campagna, quella antinfluenzale e quella anti-Covid. «In Lombardia si segnala un andamento incoraggiante delle adesioni – conclude Bombana –. È una campagna che si sviluppa giustamente attraverso tre filiere: quella dei medici di Medicina generale, quella delle farmacie e quella dei centri vaccinali. La risposta dei cittadini in fatto di prenotazioni è differente: è mediamente buona per l’antinfluenzale, meno per l’anti-Covid. Gli ultimi dati sulle nostre attività segnalano che la cosomministrazione del vaccino anti-Covid è scelta da circa il 25% di chi si appresta a ricevere il vaccino antinfluenzale».

Vaccinazioni a rilento

Intanto, a livello nazionale, il ministero della Salute con una circolare chiede alle Regioni di accelerare con i medici di famiglia, i pediatri e le farmacie le procedure per le vaccinazioni Covid che, segnala, stanno andando a rilento. Dal 25 settembre (quando è partita la nuova campagna vaccinale) al primo novembre, risultano 254.554 le dosi somministrate in Italia di vaccino anti-Covid («Comirnaty XBB 1.5»). Le regioni dove compaiono il maggior numero di vaccinati sono la Lombardia (101.783, pari all’1,02% della popolazione), seguita dall’Emilia-Romagna (38.856, lo 0,88%) e dalla Toscana (35.276, lo 0,97).

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