Da sabato 15 luglio in arrivo il super caldo: «Disagio forte». Il picco sarà mercoledì

LE PREVISIONI. Le indicazioni di Regione e Ats: «Attenzione ai più fragili». L’anno scorso durante il luglio torrido 181 morti in più del mese precedente.

Il grigio e la pioggerella di venerdì 14 luglio sono stati solo una parentesi, all’imbocco del periodo più torrido dell’estate. L’afa e il caldo rovente riprenderanno infatti ad attanagliare anche la Bergamasca già da sabato 15 luglio, con parecchi giorni a temperature elevate, il cui picco sarà toccato mercoledì con massime fino a 35 gradi. La conferma è nel bollettino «Humidex», il monitoraggio regionale di Arpa – l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente – che quotidianamente lungo il periodo estivo valuta l’impatto delle ondate di calore: il report indica che la provincia di Bergamo entra nella «zona rossa», quella contraddistinta da «disagio forte», anche con potenziali rischi per la salute.

Piani provinciali e regionali

L’Ats di Bergamo ha inviato a tutte le strutture sanitarie della provincia le indicazioni per attivare un «piano caldo», richiamando l’attenzione sull’adozione di «tutti i provvedimenti finalizzati a mitigare il disagio conseguente alle sfavorevoli condizioni meteo-climatiche previste, soprattutto per le categorie più deboli e sensibili»: una serie di attività legate per esempio al «fornire informazioni e consigli pratici e utili per evitare danni alla salute derivanti dall’esposizione a elevate temperature», «monitorare lo stato di salute e di disagio delle persone assistite a domicilio», «cogliere eventuali necessità assistenziali-sociosanitarie». In caso di una prolungata ondata di calore, tra le azioni indicate agli ospedali c’è «la valutazione delle scorte idriche», la pianificazione di «azioni di prevenzione per i blackout elettrici nelle strutture di ricovero, cura e Rsa», la «verifica dei soggetti dipendenti da apparecchiature vitali». Elementi in linea con le indicazioni messe a punto dalla Regione, che identifica una precisa popolazione target dei soggetti più a rischio, sulla base di criteri anagrafici (gli «over 75», cioè 120mila persone in Bergamasca; le donne sono «modestamente sfavorite»), ma anche sociali e soprattutto sanitarie.

La mortalità

È un impatto concreto, quello del caldo sulla salute. Anche con effetti pesanti, come emerge per esempio guardando all’andamento della mortalità generale secondo l’Istat. A luglio del 2022 – il mese dell’ondata record di caldo nella scorsa estate – in Bergamasca si contarono 1.060 decessi (il dato è riferito a tutte le cause di morte): ci fu cioè un incremento della mortalità del 33% rispetto a luglio 2021 (cioè rispetto allo stesso mese dell’anno precedente: +263 decessi), mentre rispetto a giugno 2022 (cioè il mese precedente) l’incremento fu del 20% (+181 decessi). In quella brusca oscillazione – la comparazione peraltro è stata fatta sempre su «periodi pandemici» – s’intravede un possibile bilancio di quell’ondata di caldo record, decisamente oltre il centinaio di decessi (è difficile determinare il dato esatto).

I pronto soccorso

Quest’anno la situazione appare ben diversa, ancora tranquilla e senza particolari riflessi sui pronto soccorso. È così in particolare in città: dal «Papa Giovanni» non si segnalano criticità; lo stesso accade per il pronto soccorso di Humanitas Gavazzeni, anche perché – spiegano dalla struttura di via Gavazzeni – «tendenzialmente sono necessari 7-10 giorni consecutivi di caldo intenso per cogliere effetti concreti sul pronto soccorso». Una tendenza d’incremento si scorge invece in provincia, specie nelle aree più interessate dalla villeggiatura di turisti e seconde case. «Abbiamo registrato un aumento di afflusso soprattutto sul pronto soccorso di Piario e su quello di Lovere, anche in ragione del fatto che in questo periodo la popolazione di quelle zone aumenta per via dei vacanzieri – ragiona Filippo Manelli, direttore dei pronto soccorso dell’Asst Bergamo Est -. Si tratta di un aumento legato prevalentemente a soggetti anziani e fragili, con problemi di salute pregressi che li rendono più esposti all’effetto del caldo».

Attenzione all’ozono

Da non trascurare anche il pericolo costituito dall’ozono, dannoso per il sistema respiratorio. La soglia di attenzione e quella di allarme sono state sporadicamente superate nei primi giorni di luglio. «A livello del suolo - spiega Cristina Colombi, referente per la qualità dell’aria di Arpa Lombardia – l’ozono è un inquinante secondario che si forma a seguito di reazioni chimiche nell’atmosfera e si concentra in valori più alti fuori dai centri urbani, con trasporto di masse d’aria e di inquinanti precursori, come l’ossido di azoto o i composti organici volatili. Alcuni suggerimenti sono sempre validi per tutti: è opportuno non uscire nelle ore di massima irradiazione dei raggi solari (dalle 12 alle 17), utilizzare le auto in modo razionale per contenere le emissioni, puntare sulla condivisione (car sharing) dei mezzi e un’adeguata manutenzione degli scarichi dei veicoli, prestare attenzione alle vernici prediligendo quelle ad acqua che non contengono solventi ed evitare i barbecue che producono una combustione non controllata».

Il decalogo dell’Ats

L’Ats di Bergamo ha predisposto sul proprio sito internet www.ats-bg.it una approfondita sezione, raggiungibile con un clic dall’home page, con materiali e informazioni utili per affrontare l’emergenza caldo. Ad esempio, l’Ats – richiamando le indicazioni del ministero della Salute – propone un «decalogo per vincere il caldo». Ecco le dieci regole: uscire di casa nelle ore meno calde della giornata; indossare un abbigliamento adeguato e leggero; rinfrescare l’ambiente domestico e di lavoro; ridurre la temperatura corporea con bagni e docce con acqua tiepida o rinfrescandosi braccia e viso con acqua fresca; ridurre il livello di attività fisica; bere con regolarità e alimentarsi in maniera corretta; adottare alcune precauzioni se si esce in macchina (per esempio arieggiando l’abitacolo se l’auto è rimasta sotto il sole); conservare correttamente i farmaci; adottare precauzioni particolari in caso di persone a rischio; sorvegliare e prendersi cura delle persone a rischio.

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