Gmg, il cardinale Zuppi con i pellegrini bergamaschi: «L’amicizia sociale è aprirsi al mondo» - Foto

LA GIORNATA MONDIALE. L’arcivescovo di Bologna, presidente della Conferenza episcopale italiana, a São Mamede insieme ai bergamaschi e al vescovo Francesco Beschi. Leggi di più su L’Eco di Bergamo in edicola sabato 5 agosto.

«Troppo individualismo ci fa male». È arrivato il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, venerdì 4 agosto tra i pellegrini bergamaschi a São Mamede da Ventosa, una cittadina a Nord di Lisbona, arrampicata sulle colline coperte di vigneti e spazzata dal vento. Si è unito a loro con semplicità, com’è nel suo stile, partecipando ai lavori di gruppo con i ragazzi con il vescovo monsignor Francesco Beschi. Ha parlato di «amicizia sociale» filo conduttore della seconda catechesi della Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona: «Non riusciamo a trovare noi stessi finché non ci apriamo a incontrare gli altri».

Senso di appartenenza

L’amicizia si può declinare in molti modi, e i mille giovani arrivati dalla nostra diocesi la stanno sperimentando anche attraverso l’abbraccio affettuoso della comunità di São Mamede: la comunità, i volontari e le famiglie si sono prodigati in mille modi per circondare i ragazzi di attenzioni e farli sentire a casa. Si è realizzato anche attraverso piccoli gesti concreti il «senso di appartenenza» che il vescovo monsignor Francesco Beschi ha indicato come essenziale «per non sentirsi abbandonati». Gli amici veri sono quelli sui quali puoi sempre contare, ha sottolineato il vescovo, «ed è importante sentirsi sempre di qualcuno». L’amicizia sociale, secondo monsignor Beschi, ha a che fare con questo bisogno di appartenenza, creare le condizioni per cui una persona non si senta abbandonata, appassionarsi alla sorte di tutti.

«Non ci può essere l’io senza il noi»

Il cardinale Zuppi ha preso spunto dagli interventi dei ragazzi per chiarire l’importanza dell’amicizia sociale: «Quando non c’è comunione ci sono altre cose come la competizione, l’indifferenza, i confronti, la scarsa considerazione. Si vive male». Ha sottolineato che l’amicizia ha molto a che fare con l’amore: «Ci deve sempre essere un legame affettivo, una non esclude l’altro. La chiesa, la famiglia, hanno sempre bisogno degli altri. Non possiamo stare tra noi e formare un club, l’amicizia sociale vuol dire aprirsi al mondo, imparare ad amare tutti. Ci deve essere un’appartenenza, altrimenti diventiamo monadi e isole. Ci vuole il campanile, ma non deve diventare campanilismo. Non ci può essere l’io senza il noi».

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