«Gomito del tennista», se si cronicizza il recupero si fa lungo

ARTICOLAZIONI. Ne parliamo con il dottor Francesco Catellani, ortopedico referente dell’Ambulatorio Gomito di Humanitas Gavazzeni e Humanitas Medical Care.

Il gomito è un’articolazione complessa formata dalle estremità dell’omero nel braccio e di ulna e radio nell’avambraccio, che permette a quest’ultimo movimenti di flessione ed estensione nonché la sua rotazione insieme al polso. Di fatto interviene in tutti i gesti consueti della vita quotidiana come aprire un tappo di bottiglia, girare le chiavi della macchina o di casa, pettinarci o lavarci la faccia. Il gomito è quindi un’articolazione centrale per il funzionamento del nostro arto superiore che, come tutte, si può ammalare. «Tre sono le categorie principali di patologie che interessano il gomito – dice il dottor Francesco Catellani ortopedico, referente dell’Ambulatorio Gomito di Humanitas Gavazzeni e Humanitas Medical Care -: i traumi, le malattie infiammatorie che riguardano spesso i tendini e le cosiddette degenerative, quelle di “invecchiamento” dell’articolazione come l’artrosi, insieme alle patologie su base autoimmunitaria come, ad esempio, l’artrite reumatoide». L’artrosi è una patologia frequente visto anche l’aumento dell’età della popolazione.

«Il gomito pur non essendo un’articolazione di carico, come il ginocchio o l’anca, è comunque impegnata costantemente nei gesti della vita quotidiana e lavorativa e può andare incontro a usura nelle sue componenti articolari – aggiunge il dottor Catellani -. Per curarla utilizziamo terapie antinfiammatorie e tutori ma anche infiltrazioni e poi la riabilitazione per rafforzare la muscolatura che sostiene il gomito e lo fa muovere meglio». Tra i motivi che più riscontrano gli specialisti dell’Ambulatorio ortopedico dedicato al gomito - attivo nei Medical Care di Bergamo, Alme e Trezzo sull’Adda oltre che in Humanitas Gavazzeni - c’è il cosiddetto «gomito del tennista. «Altro non è - spiega Catellani - che l’epicondilite, un’infiammazione dei tendini coinvolti nell’estensione del polso e delle dita della mano, da non sottovalutare; se si cronicizza, può infatti avere un lungo recupero. Possono soffrirne tennisti, padelisti o golfisti, tutti sport che prevedono un movimento pendolare in cui c’è una fase di carico dell’arto superiore e poi un’accelerazione massiva fino a colpire la palla: un gesto ripetuto che causa forti sollecitazioni sulle strutture tendinee e legamentose».

Per prevenire il problema bisogna curare il gesto atletico. «In caso di fastidi vaghi o intermittenti in regione laterale del gomito, è bene fare una visita ortopedica per inquadrare il problema e impostare un percorso terapeutico adeguato. Tra i trattamenti più efficaci si annovera l’infiltrazione con gel piastrinico (prodotto che si ottiene dal sangue periferico del paziente con un semplice prelievo, ricco di fattori nutrienti per stimolare la guarigione del tessuto). Accanto alle infiltrazioni, fondamentale poi la fisioterapia o i trattamenti con mezzi fisici quali onde d’urto o laserterapia che aiutano il tessuto a guarire».

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