Migranti, tensione a Taleggio. «Siamo qui in 204, niente cibo»

La vicenda. All’ex colonia arrivano i carabinieri. Giovedì sera il sindaco dal prefetto: «Grande disponibilità». Nicoli (Romano): «All’ex hotel non andava data l’agibilità».

Mentre a Romano, nonostante la netta contrarietà del sindaco Sebastian Nicoli, si va verso il rientro, disposto dalla Prefettura, fino a 112 richiedenti asilo nell’ex hotel «La Rocca» evacuato lunedì notte per l’intossicazione di 62 dei 135 ospiti, cresce la tensione al Centro di accoglienza di Taleggio. Ieri, giovedì 5 ottobre, alla struttura sita nell’ex Colonia ambrosiana di Sottocorna – gestita dalla cooperativa «Versoprobo» di Vercelli, come il centro di Romano e una struttura a Castione (e che non ha voluto rilasciare dichiarazioni) – sono infatti dovuti intervenire i carabinieri con tre pattuglie, oltre a un’ambulanza del 118, il cui personale ha soccorso una donna incinta.

Gli ospiti – una sessantina dei quali sono giunti nella giornata di martedì, trasferiti proprio da Romano, e di cui una trentina già ieri sera hanno lasciato il centro – hanno lamentato scarsità di cibo da quattro giorni e l’assenza dei referenti della cooperativa: presente, a loro dire, solo un’educatrice. I richiedenti asilo si sono così rivolti ad alcuni negozianti del posto, chiedendo acqua e cibo: alcuni hanno raccontato di dover dormire per terra. Ieri era presente, assieme a tre volontari, anche una psicologa. Ieri sera il sindaco, Gianluca Arnoldi, ha incontrato il prefetto Giuseppe Forlenza. «La situazione è critica e pericolosa dal punto di vista sanitario, dell’ordine pubblico, della sicurezza dello stesso immobile e per l’assenza di un progetto di accoglienza concreto – sottolinea il primo cittadino – : l’assenza di personale della cooperativa è un problema, perché mancano la gestione e la cura diretta. Mi è stato riferito che, a oggi, i richiedenti asilo ospitati sarebbero 204 (ma la prefettura ne indica 134 - n.d.r), a fronte di una capienza stimata a inizio maggio, quando venne aperta l’ex Colonia, pari a 50-60 persone. A fronte di una frazione che ha 75 abitanti».

Al termine dell’incontro con il prefetto, il primo cittadino si è detto «soddisfatto»: «Ho trovato grande comprensione e disponibilità: il numero dei migranti presenti andrà diminuendo per tornare ai numeri iniziali e mi è stata garantita una presenza costante delle forze dell’ordine». Nel frattempo, a Romano, dopo l’ingresso di 99 richiedenti asilo già all’indomani dell’emergenza per i malesseri di lunedì notte, si va verso il rientro fino a 112 persone, che è la capienza massima consentita all’interno dell’ex hotel «La Rocca» in base ai sopralluoghi dei Vigili del fuoco.

Numeri che, prima dell’intossicazione, erano molto più alti, come ha evidenziato in una relazione il sindaco Sebastian Nicoli, mercoledì sera in consiglio comunale. Relazione che ha voluto intitolare, senza mezzi termini: «Viaggio in un girone dantesco nella notte delle coincidenze». Ha sottolineato il primo cittadino: «In questi mesi ho denunciato a più riprese un sovraffollamento di persone: a luglio se ne contavano addirittura 160. Ho chiesto un’ispezione congiunta con la Prefettura: ispezione che mi è stata promessa telefonicamente per mesi, ma mai avvenuta».

Il sindaco Nicoli ha riferito che, in base alle relazioni dei tecnici stilate dopo il sopralluogo notturno, l’ex hotel non può essere dichiarato agibile: «La situazione presentava una serie di condizioni che non permettevano l’agibilità della struttura, sia sul piano della sicurezza sia sul piano igienico sanitario», a partire da una moquette sporca nei corridoi e nelle stanze, a una situazione di sovraffollamento con «almeno sei letti per camera», «cartoni posizionati per terra, con delle coperte, lungo i corridoi». Parla poi, con una punta di ironia, di «inspiegabili e fortuite coincidenze» il primo cittadino, quando riferisce ciò che ha visto nel suo secondo sopralluogo, il pomeriggio di martedì: «Era evidente che fosse intervenuta una ditta di pulizie per presentare la struttura sotto una luce diversa: le camere erano in ordine e misteriosamente erano spariti tutti i cartoni posizionati per terra». E ancora: «Che il sovraffollamento della struttura rispetto al numero definito dalla Prefettura fosse, come dire, un semplice dato di fatto, non un problema di per sé», mentre «nelle prescrizioni dei Vigili del fuoco si ribadisce la capienza massima pari a 112 persone».

E poi il tema degli operatori presenti, anzi assenti, nella struttura: nella notte delle intossicazioni ce n’era soltanto uno. «Ho scoperto – ha rivelato il sindaco – che dovrebbero essere almeno due in presenza notturna ma che, per pura coincidenza, proprio quella notte ce n’era in servizio solo uno». Al momento del sopralluogo notturno, invece, di operatori della cooperativa «Versoprobo» ne erano presenti «almeno nove, oltre all’infermiera: dato che mi ha lasciato molto perplesso, visto che non c’era nemmeno un ospite».

«Insieme al tecnico comunale, nel corso dell’ispezione abbiamo evidenziato diverse situazioni ma, puntualmente, ci siamo sentiti dire che, pur capendo la nostra posizione, il tutto poteva essere riportato quasi a una sorta di differente percezione – aggiunge Nicoli –: ho dunque esternato il mio completo disappunto al rientro delle persone nella struttura. Avrò modo di continuare a esporre il mio disappunto e la mia contrarietà di come, dal mese di giugno, la Prefettura abbia deciso di condurre questa operazione sul territorio romanese: un modo di fare irrispettoso dell’autorità istituzionale territoriale che, nella figura del sindaco, rappresenta l’autorità di pubblica sicurezza e l’intera città». Di parere contrario la Prefettura, che ribadisce di aver sempre rispettato le norme e i regolamenti in vigore.

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