Cronaca / Valle Seriana
Sabato 27 Aprile 2024
Scienze nucleari, premio giovani ricercatori a Stefania Peracchi
VAL SERIANA. La trentaduenne di Villa di Serio ha ricevuto a Torino il riconoscimento per la Cooperazione scientifica bilaterale italiana.
Entra nel gotha degli scienziati nucleari la giovane ricercatrice Stefania Peracchi di Villa di Serio. A Torino sono stati consegnati alcuni prestigiosi riconoscimenti a sette giovani ricercatori e Stefania ha ottenuto il premio per la Cooperazione scientifica bilaterale italiana dedicato a uno scienziato italiano all’estero impegnato nella ricerca con una grande collaborazione internazionale. Premi riservati ai giovani ricercatori sotto i 35 anni, e la scienziata villese che di anni ne ha 32, lavora da «Ansto» («Australian nuclear science & technology organisation»), l’organizzazione governativa nazionale australiana per le scienze e tecnologie nucleari, dopo un dottorato di ricerca all’Università di Wollongong in Australia, scelto nel 2017 perché garantiva più incentivi e sicurezza rispetto a quello proposto dalla Nasa.
La premiazione
Nel castello del Valentino la premiazione al termine di una conferenza degli addetti scientifici spaziali ed esperti agricoli e alla presenza del ministro agli Affari esteri e Cooperazione internazionale e vice presidente del Consiglio dei ministri, Antonio Tajani; il ministro Anna Maria Bernini, Università e ricerca; Francesco Lollobrigida, Agricoltura e sovranità alimentare e delle foreste; Gilberto Pichetto Fratin, Ambiente e sicurezza energetica, e della sottosegretaria al ministero delle Imprese e del made in Italy Fausta Bergamotto. Il premio con medaglia e pergamena è stato consegnato a Stefania Peracchi dal ministro Tajani, il quale si è complimentato per il lavoro svolto e che sta svolgendo nel campo della ricerca spaziale.
«Una grande soddisfazione»
«È stata una grande soddisfazione anche per la mia famiglia – racconta Stefania Peracchi con l’entusiasmo e la semplicità che la contraddistinguono –. Ora, dopo questo premio e un po’ di vacanza tra le mura di casa, penso al mio futuro e uno dei miei obiettivi non è solo quello di continuare la ricerca ma di collaborare con altri laboratori o agenzie spaziali. Infatti, ho già collaborato con l’azienda italiana famosa a livello internazionale “Thales Alegna” che costruisce navicelle spaziali e che collabora con l’Agenzia spaziale europea». Nei suoi desideri di giovane studentessa al liceo «Amaldi» di Alzano Lombardo non erano le stelle a tenere banco, bensì la criminologia. «Volevo iscrivermi alla facoltà di Criminologia, ma la sede universitaria era distante e dopo molte opzioni, tra cui Psicologia, ho scelto la Fisica anche perché mi piaceva e avevo ottime votazioni. Mi sono iscritta a Ingegneria fisica al Politecnico di Milano e alla Magistrale di Ingegneria nucleare, terminata a pieni voti. Poi due anni a Parigi come ricercatrice all’Irsn (Istituto di radioprotezione e sicurezza nucleare). È stata un’esperienza lavorativa straordinaria mirata allo studio delle radiazioni cosmiche e ai rilevatori per il monitoraggio delle radiazioni in aviazione e a inventare strumentazioni per la protezione degli aviatori. Ora in Australia sto facendo ricerca con un gruppo di scienziati nel laboratorio di sicurezza nucleare. Ma l’intenzione è quella di tornare a lavorare in Europa».
«Credo che uno scienziato di successo sia colui che non ha paura ad aprire le porte del proprio laboratorio a chi potrebbe saperne di più»
Stefania Peracchi ritiene la comunicazione e la collaborazione una parte importante della sua carriera da scienziata. «Uno dei fisici nucleari che più ammiro, il premio Nobel Richard Feynman, durante una sua lezione disse che uno scienziato di successo è colui che riconosce di non sapere e accetta la sua ignoranza come simbolo di libertà di pensiero. Credo che uno scienziato di successo sia colui che non ha paura ad aprire le porte del proprio laboratorio a chi potrebbe saperne di più. È colui che valuta lo sforzo collettivo, piuttosto che il traguardo personale; è colui che collabora piuttosto che competere».
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