Una rosa a tutte le giocatrici. Il «muro» del volley alla violenza

BERGAMO. L’iniziativa della squadra Oratorio Pignolo.

L’importante è continuare a parlarne, per non dimenticare. La violenza sulle donne non va mai accettata, né giustificata e ogni evento per contrastarla può essere utile alla causa: dal «Minuto di silenzio» al «Minuto di rumore», perché non si deve più stare in silenzio, anzi è doveroso gridare e denunciare ciò che succede e che non dovrebbe succedere.

Ed è così che anche una piccola società bergamasca di pallavolo, l’Oratorio Pignolo, che partecipa al Campionato amatoriale Misto del Csi, ha deciso di promuovere un’iniziativa indubbiamente originale. Ieri sera, nell’incontro tra l’Oratorio Pignolo e la BirrAvengers BVT di Suisio, la squadra di casa ha donato una rosa a tutte le donne coinvolte nella partita. «L’idea è nata proprio dai maschi della nostra squadra, che hanno voluto dare un segnale concreto dopo quanto era accaduto a Giulia – spiega Barbara Marchesi, allenatrice dell’Oratorio Pignolo –: crediamo che ogni gesto sia utile per fermarsi e pensare a ciò che è accaduto».

L’Oratorio Pignolo è una società che può essere considerata davvero una grande famiglia, perché oltre a Barbara Marchesi, la società ha in organico anche mamma Anna Gaboardi, presidente, e il fratello Andrea, allenatore delle Libere del Csi. «Abbiamo apprezzato molto, si tratta di un evento importante in un momento importante – conferma Sara Valsecchi, alzatrice della BirrAvengers BVT –, ciò che è successo a Giulia ha fatto aprire gli occhi a tanta gente. Credo che siano tante le persone che avrebbero bisogno di essere aiutate, ma tutto questo non emerge, quindi un uomo che dona una rosa a una donna è uno dei gesti più belli per opporsi a tutta questa violenza».

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