La sconfitta che non ti aspetti dopo la Lazio

L’analisi. Che brutta domenica per l’Atalanta. Le avvisaglie di una giornata storta già prima della partita con i momenti di tensione tra le due tifoserie e anche con le forze dell’ordine nei pressi dello stadio. Poi la gara che non ti aspetti, sette giorni dopo aver dominato la Lazio all’Olimpico. Sì, con il Lecce si preannunciava una sfida insidiosa ma di lì a immaginare di perderla per 2-1 ne corre.

È andata a finire che l’Atalanta quest’anno tra andata e ritorno ha ceduto l’intera posta, 6 punti, ai salentini. Passi per la sconfitta al Via del Mare, in cui Gasperini esagerò col turnover e, pur con tutte le migliori intenzioni, se l’andò a cercare. Ma ieri, nonostante una panchina più corta del solito in quanto a cambi di prima scelta, l’undici iniziale era all’altezza delle attese di un’altra prestazione da vera Atalanta. Invece il Lecce – fatta eccezione per l’incertezza del portiere Falcone sul rinvio maldestro stoppatogli da Højlund nella circostanza del gol nerazzurro – ha giocato la partita che sognava, compiendo un’impresa. Pressing e grande attenzione in ogni zona del campo, andando a intasare tutti gli spazi, così da mettere in difficoltà la manovra dell’Atalanta. Che, nonostante un confronto complicato, è andata al tiro diverse volte ma senza far male. E quando ha centrato lo specchio della porta c’era Falcone a fare buona guardia. Prima di Højlund aveva segnato anche Lookman, ma era in fuorigioco.

Sulle reti dei salentini la retroguardia nerazzurra è stata tutt’altro che impeccabile: Musso si è fatto sorprendere dal tiro dalla lunga distanza di Ceesay, che ha portato in vantaggio i giallorossi già al 4’ del primo tempo; Blin, nella ripresa, ha messo in cassaforte la vittoria del Lecce con un colpo di testa indisturbato in mezzo all’area a difesa piazzata.

E adesso? Il campionato è ancora lungo, l’Atalanta resta in corsa per l’Europa ma è difficile da capire e da digerire una prestazione infruttuosa come quella di ieri dopo la bellissima prova fornita sul campo della Lazio. È chiaro, comunque, che i nerazzurri soffrono quando gli avversari tolgono spazi alla loro azione. E il Lecce l’ha fatto egregiamente, avendo trovato il tallone d’Achille dei bergamaschi.

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