Poco spettacolo
ma questo punto
teniamocelo stretto

Ottavio Bianchi, nell’intervista rilasciata al nostro giornale e pubblicata sabato, aveva previsto un derby lombardo tutt’altro che spettacolare tra Atalanta e Inter, per le scorie che avrebbe lasciato la Champions, per gli infortuni che stanno minando la salute di entrambe le squadre, per il timore di peggiorare la colonna dei troppi gol subiti. E perché questa è una stagione anomala e imprevedibile.

Ha parlato la voce dell’esperienza e ci ha azzeccato. Atalanta-Inter, bruttina fino al 13’ della ripresa, si è accesa dopo il vantaggio dei nerazzurri milanesi. E il pareggio di Miranchuk rende giustizia all’andamento del match. Un punto a testa che non piace all’Inter, candidata a vincere lo scudetto, ma è gradito in casa bergamasca perché puntella la classifica dopo il successo a Crotone e in questo momento non bisogna vergognarsi di accontentarsi (soprattutto di fronte a una big).

L’1-1 contro l’Inter segna anche una reazione allo 0-5 subito in Champions dal Liverpool e non guasta per il morale. Certo, abituati al calcio champagne di un’Atalanta da luna park, si potrebbe salutare la partita di ieri con una smorfia. Ma l’attualità dice che le giostre sono ferme e sono giorni di manutenzione. La squadra ha comunque tenuto e Miranchuk, come già contro i danesi del Midtjylland, ci ha regalato un sorriso al suo ingresso in campo: anche in campionato ha debuttato segnando. E pure stavolta è il modo che colpisce: in quei piedi c’è tanta qualità, il giorno che dovesse esplodere...

In chiusura una considerazione sul caso (e se invertiamo le ultime due lettere va bene lo stesso perché è un vero caos) che coinvolge la Lazio in questi giorni: gli esiti differenti dei tamponi fatti a Immobile, Leiva e Strakosha tra il laboratorio di Avellino e quello di Roma, con conseguente apertura di un’indagine da parte della procura federale, spingono verso la necessità, già ventilata, di un centro unico di riferimento (secondo il modello già adottato dall’Uefa) per gli esami, affinché non ci sia più il rischio di difformità nei risultati. Speriamo non si perda tempo. In questo clima di incertezza già pesante per via della pandemia non si sente il bisogno che si scateni la guerra dei tamponi.

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