Capodanno in quota, ecco dove andare sulle montagne bergamasche

L’assenza di neve ha tolto ai paesaggi invernali un elemento di notevole suggestione, ma ha reso al contempo più agevoli alcune salite. Al passo della Manina, il valico che si trova a quota 1.796 metri e che separa la Valle di Scalve da Valbondione alla testata della Val Seriana, si rinnoverà anche quest’anno la tradizione della Messa di mezzanotte, al passaggio tra anno vecchio e anno nuovo.

La tradizione nacque nel 1984, per volontà dell’allora parroco di Vilminore don Giovanni Plebani. «All’inizio salivano in tre persone - racconta l’attuale parroco, don Angelo Scotti, che presiederà la celebrazione -. Fatta eccezione per la sospensione negli ultimi anni legata alla pandemia, la celebrazione c’è sempre stata. Il gruppo negli anni è cresciuto: dipende dal meteo, ma solitamente siamo una quarantina di persone».

L’appuntamento per chi vuole salire alla Manina è a Nona, frazione di Vilminore, alle 22 di domenica. A mezzanotte alla chiesetta del Passo verrà celebrata la Messa, mentre il cielo sulle due valli si accenderà con i fuochi d’artificio. A seguire il brindisi augurale, sempre alla Manina che regala una vista suggestiva a 360 gradi.

In Val Seriana

Anche in Valle Seriana un gruppo di amici della montagna da anni si trova in quota, ma in questo caso al mattino del primo giorno dell’anno. L’appuntamento è sulla croce di vetta del Pizzo Formico, che separa Clusone dalla Val Gandino, a quota 1.632 metri: fu don Martino Compagnoni, storico direttore del Patronato San Vincenzo di Clusone, a dar vita a questo appuntamento nel 1970. Anche in questo caso il ritrovo è saltato solo negli anni della pandemia. Negli ultimi tempi don Martino, classe 1927, ha ceduto il passo a sacerdoti più giovani, ma la tradizione non si è interrotta.

L’evento rimane molto sentito e richiama sempre diverse centinaia di persone. Al pari della Messa di mezzanotte celebrata nella chiesetta di San Lucio la notte di Natale. Anche quest’anno un gruppo di appassionati, membri del Cai di Clusone ma non solo, si sono trovati in località La Spessa e da qui sono saliti con le fiaccole sino a San Lucio, godendo di una vista mozzafiato sull’altopiano.

Nei rifugi

Sono numerosi anche gli appassionati che sceglieranno di trascorre l’ultimo giorno dell’anno in uno dei rifugi delle Orobie. Tra quelli del Cai, saranno aperti l’Albani, l’Alpe Corte e il Calvi.

«Già da agosto le prenotazioni erano al completo - racconta Chicco Zani, gestore del rifugio Albani, a Colere -. Abbiamo 40 posti: tutti quelli che vengono per il cenone si fermano anche a dormire perché il rientro di notte sarebbe pericoloso».

Più semplice invece il ritorno dall’Alpe Corte, a Valcanale di Ardesio. «Anche noi siamo al completo da parecchio tempo - spiega il rifugista Ivano Bonacorsi -. Ospiteremo circa 80 persone, molte delle quali rientreranno con le torce».

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