«Lo sport come linguaggio comune dell’Europa»: il convegno all’Università

L’EVENTO. Mercoledì 26 aprile nella sede di via dei Caniana l’incontro promosso dal Comitato organizzatore dei Mondiali di scherma Milano 2023. Sul tavolo la necessità di trovare un legame più forte tra sport e cultura. Il «caso» Adosini.

«Gli sport parlano un unico linguaggio e l’Europa li guarda come strumento di coesione e inclusione sociale». Lo sport come linguaggio privilegiato dell’Unione Europea, come ha sottolineato Stefano Bastianon, professore di diritto dell’Unione Europea, è uno dei principali temi discussi mercoledì 26 aprile all’Università di Bergamo, nella sede di via dei Caniana, nel convegno «Milano 2023. Le sfide del presente nella città del futuro. Sport e legislazione europea: evoluzione storica e implicazioni sociali», promosso dal Comitato organizzatore dei Mondiali di scherma di Milano 2023, in programma a luglio, e moderato dal giornalista ed ex direttore di Sky Sport Giovanni Bruno. Fair play e sport, giurisprudenza e cultura si sono intrecciati, nel solco della scherma, sul tavolo dei relatori, tra i quali il professor Francesco Lo Monaco, delegato del Rettore alle attività sportive e relazionali con il Cus, il professor Corrado Del Bò, direttore del dipartimento di Giurisprudenza dell’ateneo cittadino, e il professor Bastianon.

Lo Monaco ha ricordato l’urgenza, sotto il profilo giuridico, del «problema pressante dei rapporti con gli atleti russi e bielorussi», mentre Marco Fichera, argento olimpico a squadre a Rio 2016 e oggi presidente del Comitato organizzatore dei Mondiali di Milano, ha citato il caso di fair-play della schermitrice bergamasca Mariaclotilde Adosini, presente in sala con il maestro della Scherma Bergamo Francesco Calabrese, sottolineando la necessità di «integrare a livello nazionale sport e carriera universitaria per migliorare il contesto sociale in cui viviamo».

«A Beauvais (in Francia, ndr) sono tornata in pedana contro la mia avversaria pur non essendo obbligata a farlo e ho perso. Ma lo rifarei, perché la scherma è lealtà: mi ha sorpreso tutto questo clamore per un gesto naturale», ha concluso Adosini, riferendosi al gesto di cui è stata protagonista e che ha ricordato al mondo la lezione dello sport.

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