«Multe in arrivo per chi vede le partite illegalmente». Agcom: da 150 a 5.000 euro

LA NOVITÁ. Sono in arrivo le prime sanzioni per chi ha guardato eventi sportivi attraverso siti o applicazioni pirata e potrebbero essere anche salate.

È il nuovo capitolo della battaglia avviata dalle istituzioni e dalle società calcistiche che ha portato alla nascita del cosiddetto Piracy Shield, lo scudo che consente di interrompere le trasmissioni illegali delle gare e di individuare i responsabili.

A dare l’annuncio il commissario Agcom, Massimiliano Capitanio. «Forse non è ancora chiaro che, a breve, arriveranno sanzioni da 150 a 5000 euro - ha scritto sui social -, e questo, come per tutte le multe, è un passaggio che si vorrebbe evitare ma che si è reso necessario, anche perché chi fa business illegalmente sta facendo credere agli ignari utenti che non succederà nulla (utente avvisato...)».

Come funziona la procedura di segnalazione

La piattaforma Piracy Shield è attiva dal primo febbraio 2024 e consente una gestione automatizzata delle segnalazioni successive all’ordine cautelare emanato dall’Agcom in caso di diffusione illecita di contenuti protetti. I nuovi poteri dell’Autorità, frutto della legge di settore approvata la scorsa estate e del successivo regolamento attuativo, consentono di effettuare il blocco degli FQDN (il nome di dominio completo per un computer o host specifico su Internet) e degli indirizzi IP, destinati univocamente alla trasmissione illegale, entro trenta minuti dalla segnalazione.

Come si attiva lo scudo

Un aspetto, quello della celerità dell’intervento, particolarmente importante per le partite di calcio, che durano 90 minuti. Per questo la Lega di Serie A ha spinto fortemente per l’adozione dello scudo, che ha già portato, in poco più di un mese di utilizzo, alla disattivazione di centinaia di migliaia di IP pirata e di FQDN. Ora è la volta di chi usufruisce dei contenuti, che, dopo avere finora goduto di una situazione di impunità di fatto e aver dovuto al massimo fare i conti con l’interruzione dello streaming, potrebbe vedersi costretto a pagare una multa. La sanzione potrebbe arrivare non solo agli utenti di Iptv o portali web clandestini, ma anche anche a chi ha scaricato le app, ormai strumento principale per la diffusione dei contenuti illeciti, dagli store digitali.

«Il modo migliore per combattere la pirateria è contrastare le associazioni criminali ma anche quelle legali che fanno business rubando proprietà intellettuali - sottolinea Capitanio -. Purtroppo una tappa necessaria, anche se probabilmente impopolare, sarà quella di multare gli utenti di pezzotto, gli utenti delle applicazioni facilmente scaricabili dagli store Android ed Apple ma anche dai portali Amazon, gli utenti dei tanti siti facilmente raggiungibili dai motori di ricerca (che ancora non collaborano come dovrebbero)». Un riferimento, quest’ultimo, al ruolo fondamentale che svolgono giganti come Google, che a fine febbraio aveva rimosso dal proprio store l’applicazione pirata Live Football tv hd, scaricata da oltre mezzo milione di utenti.

Anche in Spagna

Capitanio ricorda che «nel frattempo anche la Spagna si muove nella stessa direzione». Una recente sentenza del Tribunale di Commercio di Barcellona, infatti, ha dato il via libera ad intraprendere un’azione legale direttamente contro gli utenti che consumano calcio piratato. L’ordinanza obbliga gli operatori che forniscono la connessione a Internet a comunicare a LaLiga chi si connette ai server pirati. «Un fronte comune in Europa non può che far bene», sottolinea il commissario Agcom.

© RIPRODUZIONE RISERVATA