Si è spento Amedeo Merighi, un gigante dell’atletica bergamasca

IL LUTTO. Atleta, dirigente, memoria storica, se n’è andato a 83 anni nella notte tra martedì 23 e mercoledì 24 al Policlinico di Ponte San Pietro. È stato presidente del comitato provinciale e consigliere regionale Fidal.

Atleta, dirigente, presidente, organizzatore, memoria storica. L’atletica bergamasca si ritrova con una voragine in più e un pezzo di cuore in meno. Quello di Amedeo Merighi si è fermato a 83 anni nella notte tra martedì 23 e mercoledì 24 gennaio al Policlinico di Ponte San Pietro dove era ricoverato da qualche giorno per le complicazioni di un problema con cui lottava da mesi.

Ex portiere di calcio nel Lecco in Serie C, Merighi si era innamorato dell’atletica a fine anni ’50, centrando un titolo italiano con la staffetta del miglio della Libertas Magrini allenata da Alfredo Calligaris. E il mondo dell’atletica in cambio gli ha regalato l’amore della sua vita, la moglie Giusy che Merighi lascia con i figli Paolo e Silvana. Diventato dirigente, è stato presidente del comitato provinciale per tre mandati (al ’96 al 2008), consigliere regionale della Fidal, Stella d’argento al merito sportivo del Coni e della Quercia di primo grado.

Il Tunnel e Pedroso a Clusone

Ma al di là delle cariche e degli incarichi, Merighi è stato sempre in prima linea per l’atletica di casa nostra. È stato tra gli ideatori del Tunnel di via Gleno, inventore del meeting giovanile Città di Bergamo (dal ’95 al 2010), il deus ex machina capace di portare il mitico campione olimpico di salto in lungo Ivan Pedroso al Meeting dell’Orologio di Clusone e sulla pista dell’allora stadio comunale di Bergamo alcuni dei più grandi campioni in circolazione.

Nella sua ultima intervista, tre anni fa, aveva previsto l’ascesa di Rigali, «diventerà un big» e invocato la creazione di un’unica società bergamasca «a livello assoluto». I funerali di Merighi si terranno venerdì 26 gennaio alle 10,30 nella chiesa di Ognissanti nel cimitero di Bergamo.

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