Cosa sapere della malattia parodontale nel cane

Uno dei problemi che più vengono considerati dai proprietari di cani e gatti è l’alitosi, quasi sempre conseguenza di una bocca poco curata in cui i batteri proliferano. Alla base c’è solitamente l’accumulo di tartaro che, se eccessivo e trascurato, può portare allo sviluppo di una malattia parodontale.

Uno dei problemi che più vengono considerati dai proprietari di cani e gatti è l’alitosi: un alito decisamente maleodorante è quasi sempre conseguenza di una bocca poco curata in cui i batteri proliferano generando cattivo odore. Alla base c’è solitamente l’accumulo di tartaro che, se eccessivo e trascurato, può portare allo sviluppo di una malattia parodontale (cioè «intorno al dente», quindi soprattutto le gengive).

La malattia parodontale è irreversibile e può portare alla perdita dei denti ed a molti altri problemi, anche a carico di altri organi, principalmente il cuore. Le particelle di cibo e batteri si raccolgono lungo il bordo gengivale formando la placca. Questa, se non viene rimossa, si cementa con i minerali nella saliva e si forma il tartaro, che aderisce tenacemente ai denti. La placca inizia a mineralizzare già dopo 48 ore dopo la sua formazione.

I fattori

Numerosi fattori giocano un ruolo nella formazione della placca, tartaro, e lo sviluppo della malattia parodontale, ma possiamo sintetizzarli in poche voci:

- La malattia parodontale colpisce più comunemente animali anziani.

- Razza e allineamento dei denti: i cani di piccola taglia, le razze brachicefale (carlino, bouledogue francais, shih-tzu, chihuahua, boxer rottweiler, gatto persiano, ecc.) sono spesso più a rischio di malattia parodontale per via della particolare conformazione della bocca che determina un ravvicinamento dei denti ed un più facile accumulo di placca. Anche altre razze non brachicefale (mesocefale o dolicocefale) possono presentare problemi legati ad alterata conformazione della tavola dentaria che non permette una corretta «autopulizia» per sfregamento tra loro dei denti

- Comportamento nel masticare: l’abitudine del cane a masticare «giochi-commestibili» o masticativi enzimatici (barrette edibili per l’igiene orale) può ridurre la possibilità di formazione del tartaro.

- Cura quotidiana dell’igiene orale: la spazzolatura regolare dei denti del cane può ridurre notevolmente l’accumulo di placca e lo sviluppo di tartaro, riducendo così il rischio di malattia parodontale.

Il numero ed il tipo di batteri presente nel cavo orale influenza poi in modo sostanziale l’evoluzione della malattia parodontale.

Come trattare la malattia parodontale

Una prima valutazione del problema viene eseguita con una visita clinica (ad eccezione di soggetti poco collaboranti, con tendenza a mordere).

Una valutazione più corretta del problema può però essere condotta solo ricorrendo ad anestesia generale, anche perché la procedura potrebbe procurare dolore all’animale e ovviamente ciò, oltre ad essere indesiderato, renderebbe impossibile proseguire l’esame. Tale esame prevede anche l’esecuzione di radiografie che consentano di esaminare lo stato delle radici dentali.

La placca ed il tartaro verranno rimossi dai denti, sia sopra che sotto il margine gengivale, con apposito apparecchio ad ultrasuoni. I denti vengono poi lucidati per rimuovere i graffi microscopici eventualmente presenti sulla superficie dello smalto, che predispongono alla formazione di placca e tartaro. In alcuni casi può risultare necessario estrarre uno o più denti.

Il consiglio è quello di prevenire il più possibile attraverso l’utilizzo di appositi gel a base di clorexidina, «dentifrici» ad uso veterinario con azione chimica e/o enzimatica, l’introduzione di integratori per uso orale che riducano la formazione della placca e del tartaro, oppure l’utilizzo di quei prodotti da masticare che sembrano aiutare nella prevenzione.

È importante sottolineare che la bocca è la principale via d’accesso di infezioni che possono poi diffondersi a tutti gli altri organi, quindi una bocca sana rappresenta anche una difesa per la salute generale dell’animale.

Questo articolo nasce dalla collaborazione tra L’Eco di Bergamo e l’Ordine dei medici veterinari della provincia di Bergamo che ogni due settimane cura la rubrica «Amici con la coda» con consigli e informazioni utili per la cura e la conoscenza del mondo animale. L’Ordine dei medici veterinari della provincia di Bergamo è costituito da tutti i medici veterinari iscritti all’Albo e assume nell’ambito dell’esercizio della professione veterinaria notevole importanza ed autorità. Rappresenta circa 600 professionisti su tutto il territorio bergamasco: medico veterinario per gli animali da compagnia, medico veterinario negli allevamenti zootecnici, medico veterinario nel Servizio veterinario pubblico.

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