Il gatto Ferdinando e le sue avventure made in Zogno

Le vostre storie. Una nuova storia che arriva da voi lettori. E questa di Ferdinando da Zogno è proprio spassosa.

Ferdinando è un bellissimo gatto di quasi due anni, un monello con grandi occhi giallo-verdi che esplorano il mondo incuriositi da ogni movimento. Da maggio 2021 vive a Bergamo con la sua famiglia adottiva, composta Giulia e Carlo, con i figli Giacomo e Pietro, e altri tre compagni pelosi (due gatte e un altro micio).

«E pensare che solo sei mesi fa stavano per intonarmi il de profundis. I miei dieci centimetri e un etto e mezzo di deliziosi ossicini stavano per diventare brodo per conigli. Su quel lettino di latta scivolavo da tutte le parti, non stavo in piedi, mi afflosciavo come un gavettone bucato e intorno a me si agitavano vestiti di bianco. Mi prendevano per quel poco di pelle, mi rigiravano tra le mani infilandomi quel pungiglione nella zampina, ma io... niente, svenivo. Pareva di stare sott’acqua, la vista annebbiata e nelle orecchie il ronzio di una vecchia radiolina incapace di trovare la sintonia. Era tutto già apparecchiato, aspettavano che tirassi l’ultimo rigore. E invece, è entrato in campo un altro massaggiatore vestito di bianco, dalla borsa ha tirato fuori dei bocconcini che puzzavano di sottopiede di maratoneta e sono resuscitato. I vestiti di bianco si prendevano a schiaffi le mani. Da “infezione irreversibile in neonato precocemente abbandonato”, la diagnosi è subito passata a “forte calo ipoglicemico”: insomma, bastava darmi da mangiare invece che quelle quattro gocce biancastre. Tempo un paio d’ore ed ero un grillo. Si fa per dire, mai piaciuto avere quelle antenne e ripetere tutto il giorno la stessa canzoncina...».

Ed è così che «quindici centimetri dopo e un paio di etti in più» il piccolo malnutrito gattino è diventato «Ferdinando I da Zogno» per amici e famiglia, nome che al micetto dà un po’ fastidio perché si sente preso in giro… ma che in fondo corrisponde alla realtà, perché Ferdinando viene davvero trattato come un re.

Il suo migliore amico è Carlo, che lui chiama «capo», perché è quello che gli dà sempre da mangiare… e per un gatto che è quasi morto di fame, la pappa viene prima di tutto. Quando Carlo poi esce per andare a lavorare, in quel momento sì che inizia la vera festa.

«Mi saluta quando esce e per rincuorarmi mi dice qualcosa tipo “ci vediamo stasera”, come se sapessi fra quant’è che arriva questa misteriosa “sera”. Come se mi importasse della sua scomparsa oltre il portone. Invece io mi diverto con la casa libera fino a sera come un quindicenne con i genitori fuori per il week end. Posso finalmente dedicarmi alle mie passioni, su tutte vandalizzare casa».

Con Ferdinando abitano anche due zie e uno zio. Le prime sono due «zitelle sterilizzate con la puzza di acciughe sotto il naso», che non sempre sopportano bene la grinta e l’irrequietezza del nuovo arrivato.

«La Maddalena (Maddy, per gli squinternati) è stordita e vive di spaventi: al minimo rumore insolito se la squaglia ingobbita a coda bassa. Però almeno accetta con pazienza i miei scherzi, soprattutto quando le rubo i premietti al formaggio dal suo posto a tavola o quando le faccio gli agguati da dietro il divano: la stordita salta in aria spaventata e fugge mentre io sghignazzo sotto i baffetti. Invece la Dea non mi vuole proprio. Fin dal primo giorno, quando ero ancora un ciuffo di pelo inoffensivo. Al più, mi sopporta sdegnosamente. Basta che non mi venga in mente di invadere i suoi quotidiani spazi. Quando succede, per evitare i suoi artigli, divento vice-campione mondiale di fuga sotto il divano. Comunque, per uno nato nello sgabuzzino della Croce Rossa di Zogno… poteva andarmi peggio».

Lo zio Oliver invece si vede poco: passa la maggior parte del suo tempo a dar la caccia ai topi nel parco di fronte a casa.

Un posticino d’onore spetta poi anche a Giulia, la sua «vicina nel letto». Lei, infatti, ogni mattina gli offre un pezzo di «bananina», che Ferdinando adora anche se poi gli si appiccica al palato e toglierla diventa un dramma.

Oggi, per fortuna, Ferdinando ha trovato una famiglia che lo ama molto (anche se lui li chiama «gli squinternati»), gode non solo di ottima salute, ma anche di una compagnia vivace e imprevedibile. Insomma, sembra proprio che questo micetto abbia trovato il suo «vissero per sempre felici e contenti».

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