Voi sapete cos’è un pedigree?

DA SAPERE . Per tutti quelli che amano e possiedono un cane o un gatto, di razza o meticcio, il valore del proprio animale è immenso, a prescindere dal valore “economico”.

Però, se fossimo innamorati di una specifica razza, qualunque essa sia, le informazioni che cercheremo di dare in questo articolo potrebbero essere molto utili. Il documento che certifica che l’animale che desideriamo sia veramente di razza è il pedigree, cioè quel certificato che attesta l’iscrizione di un animale nei Libri Genealogici che vengono gestiti da Enti Nazionali autorizzati a tale scopo dal Ministero competente (normalmente il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, una volta Ministero dell’Agricoltura).

Per quanto riguarda i cani, si tratta dell’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (ENCI), mentre per quanto riguarda i gatti è l’Ente Nazionale Felinotecnica Italiana (ENFI). esistono però anche libri genealogici anche per altre specie di animali, ad esempio i cavalli (UNIRE - Unione Nazionale Incremento Razze Equine) e i bovini (in questo caso i libri genealogici vengono gestiti da Associazioni di Allevatori di ciascuna specifica razza.

È importante ricordare che solo i pedigree emessi da questi Enti possono essere considerati documenti ufficiali: nel tempo alcune associazioni private hanno provato ad emettere propri “pedigree” che però non hanno alcun valore legale.

Un pedigree non serve unicamente a “certificare” che quell’animale è di razza pura, ma fornisce molte informazioni importanti che possono risultare utili soprattutto per comprendere se l’animale che abbiamo scelto possa correre il rischio di essere portatore di malattie che abbiano una componente ereditaria. Le malattie causate da informazioni genetiche “difettose” sono moltissime (sarebbe troppo lungo elencarle qui) e spesso specifiche di ogni razza.

Cosa c’è scritto nel pedigree

Nel pedigree sono riportati gli “antenati” del nostro animale almeno fino alla quarta generazione ed al fianco del nome di ciascuno di essi è possibile trovare una serie di lettere che indicano, ciascuna, se quell’animale è risultato positivo per una delle malattie tipiche della sua razza.

Un buon allevatore controlla che i propri riproduttori, anche se apparentemente sani, non siano portatori di quelle informazioni genetiche che potrebbero riprodurre la malattia nella prole; infatti, oggi molte di quelle informazioni possono essere ottenute con un semplice esame del sangue.

Nel pedigree, oltre ai dati identificativi dell’animale, vengono riportate anche le informazioni relative ai dati dell’allevamento di provenienza e, ovviamente, i dati del proprietario. Per ottenere il pedigree è necessario che sia il proprietario che l’allevatore (se persone diverse) denuncino ai rispettivi Enti l’avvenuta monta o cucciolata con l’aggiunta dei dati dei due genitori e il numero di cuccioli nati.

Per la legge, solo gli animali con pedigree possono essere considerati animali “di razza”. Normalmente si pensa che il pedigree abbia il solo scopo di identificare i cani di razza pura, quelli che normalmente si vedono nelle esposizioni canine o alle mostre. Il pedigree serve anche ad avere una tracciabilità dell’allevatore e quindi avere una garanzia sugli standard di allevamento e tutela dell’animale, oltre alla garanzia che i genitori del cucciolo abbiano a loro volta il pedigree.

Se l’animale è nato in uno Stato estero

Nel caso che l’animale sia nato in uno Stato estero, occorre ricordare che è necessario far registrare il pedigree presso l’Ente nazionale di riferimento per la specie, affinché sia valido.

La capacità dell’allevatore nel selezionare i migliori riproduttori non solo dal punto di vista morfologico (per ogni razza esiste uno “standard” delle caratteristiche fisiche), ma anche dal punto di vista della salute, attraverso l’esecuzione di tutti gli esami necessari per accertarsi che essi non siano portatori di malattie ereditarie, è ciò che caratterizza un allevamento professionale e giustifica il costo dell’animale che vorremmo acquistare.

Negli ultimi anni si sta diffondendo una strana tendenza ad incrociare specifiche razze diverse, come ad esempio maltese x barboncino (poodle in inglese) ed i cuccioli vengono venduti, spesso, a prezzi che non sono frutto di un lavoro serio di selezione, ma sono unicamente dettati dalle leggi di mercato: maggiore è la richiesta, più alto è il prezzo. Occorre però ricordare che, finché questi incroci non verranno riconosciuti come una nuova razza, essi sono comunque dei meticci. Da sempre l’uomo crea nuove razze, basti pensare che tutti i cani discendono dal lupo, attraverso la selezione delle caratteristiche morfologiche o caratteriali desiderate, ma occorrono moltissimi anni perché un nuovo “incrocio” possa essere riconosciuto come razza.

Questo articolo nasce dalla collaborazione tra L’Eco di Bergamo e l’Ordine dei medici veterinari della provincia di Bergamo che ogni due settimane cura la rubrica «Amici con la coda» con consigli e informazioni utili per la cura e la conoscenza del mondo animale. L’Ordine dei medici veterinari della provincia di Bergamo è costituito da tutti i medici veterinari iscritti all’Albo e assume nell’ambito dell’esercizio della professione veterinaria notevole importanza ed autorità. Rappresenta circa 600 professionisti su tutto il territorio bergamasco: medico veterinario per gli animali da compagnia, medico veterinario negli allevamenti zootecnici, medico veterinario nel Servizio veterinario pubblico.

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