«Alla Gmg tornerà la voglia d’incontrarsi e di stare insieme»

A LISBONA. Dal primo al 6 agosto con il Papa 60mila da tutta Italia, mille dalle nostre parrocchie. Don Falabretti: «Dopo la pandemia è tutto nuovo».

A Lisbona, «città della luce e del vento» cresce l’attesa per la XXXVII Giornata mondiale della Gioventù con Papa Francesco, che si svolgerà dal 1° al 6 agosto, alla quale parteciperanno anche oltre mille ragazzi provenienti dalle parrocchie della nostra diocesi. È già sul posto don Michele Falabretti, bergamasco, responsabile del Servizio nazionale per la Pastorale giovanile (Snpg) della Cei, alle prese con gli ultimi preparativi: «È un’occasione per vivere con i giovani una bella esperienza di Chiesa». Sono oltre 600mila le iscrizioni, più di 60mila dall’Italia, ma i dati non sono ancora definitivi.

Che cosa possiamo aspettarci dalla Gmg di Lisbona? Che cosa è cambiato rispetto a Cracovia? Qual è la caratteristica distintiva di questa edizione?

«Possiamo aspettarci che questa Gmg, la prima dopo la pandemia, risentirà di ciò che è successo negli ultimi anni. È passato molto tempo dall’ultimo raduno mondiale dei giovani in Europa, sette anni sono tanti, significano che è cambiata una generazione, i partecipanti saranno del tutto diversi. Tra loro ci sono giovani che hanno attraversato molta sofferenza, che soffrono d’ansia e attacchi di panico e potrebbero manifestarli anche in queste giornate, di fronte alla novità di ritrovarsi in mezzo a tanta gente, vicinissimi agli altri, dopo il periodo del “distanziamento”. Questi ragazzi portano con sé alcuni aspetti con cui non abbiamo ancora fatto i conti, come la fatica di riprendere a viaggiare, di ritrovarsi insieme dopo la didattica a distanza, vincendo l’abitudine di stare in connessione gli uni con gli altri attraverso dei dispositivi. Non sono più abituati a esperienze di cammino, di pellegrinaggio, condivisione giorno per giorno. Abbiamo quindi con noi giovani nuovi, né peggiori né migliori, perciò anche questa esperienza non sarà forse quella di sempre, come la immaginiamo in fondo noi adulti. Sappiamo che stare insieme, camminare, viaggiare, produce trasformazioni e conseguenze, staremo a vedere cosa accadrà, pronti anche a lasciarci sorprendere da qualcosa di nuovo».

Nonostante la pandemia abbia causato la sospensione dei grandi eventi, mettendo in dubbio la possibilità di realizzarli ancora, l’avvio di questa Gmg offre un segnale positivo, perché le iscrizioni sono in linea con Cracovia. Che ne pensa?

«C’è molto di più che una tenuta, c’è proprio un grande desiderio di incontrarsi e stare insieme. Se guardiamo i numeri, ci sono complessivamente mille o duemila adesioni in più rispetto a Cracovia. Questo piccolo aumento, se teniamo conto di ciò che è successo nel frattempo, assume un significato molto più consistente di ciò che appare guardando solo i numeri. La Gmg è una novità per la gran parte dei giovani che parteciperanno, molti non sanno che cosa sia, mentre una volta questa esperienza si trasmetteva da una generazione all’altra, e un ragazzo aveva la possibilità di partecipare anche a due o tre di questi appuntamenti. Ora è forte la voglia di ritrovarsi e di fare qualcosa insieme, all’interno di un percorso e un cammino, è una risposta a una richiesta che emerge in modo diffuso dal mondo giovanile. Questo desiderio è in fondo un segno della tenuta della vita delle comunità, delle parrocchie, della Chiesa, particolarmente significativa in un’atmosfera caratterizzata da un po’ di pessimismo, in cui qualcuno dice che “non ci siamo più”, che “non va bene più niente”. Ciò che sta accadendo in questi giorni dimostra il contrario: quando la cura pastorale c’è, le persone arrivano».

Che opportunità rappresenta la Gmg per le comunità, i preti e gli educatori che accompagnano i ragazzi nella vita quotidiana e in questa occasione speciale?

«Quando ci sono persone che accettano di essere coinvolte in un’esperienza pastorale penso sempre che stiano dando una possibilità in più alla Chiesa e a me come cristiano desideroso di condividere il Vangelo. E mi chiedo quindi se sarò capace di trovare le strade giuste per offrire la comunicazione e l’annuncio. Noi adulti come ce la giochiamo? Lo chiedo in senso costruttivo. Credo che questa grande presenza di giovani faccia crescere in noi il senso di responsabilità».

Cosa troveranno i giovani della Giornata mondiale a «Casa Italia» a Lisbona?

«Arriveranno in Portogallo oltre 60mila giovani italiani, a “Casa Italia” offriremo loro la possibilità di fare una sosta, stare insieme, incontrarsi, celebrare una Messa, prendere un caffè. Per una settimana diventerà un grande oratorio d’Italia alla Gmg. Ad affiancarmi in questo compito ci saranno una cinquantina di volontari».

Che atmosfera si respira in questi giorni a Lisbona?

«Il Portogallo vive questo momento con ansia e con grande attesa. Ospitare un grande evento, con la presenza di Papa Francesco, suscita fermento e tante aspettative. Anche a Lisbona quindi c’è già molto movimento. Sono curioso di vedere cosa accadrà nei giorni della Gmg, quando l’atmosfera, i ritmi, le situazioni cambiano per la presenza di giovani arrivati da tutto il mondo, costringendo tutti a cambiare prospettiva».

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