Allarme prodotti contraffatti: «Su internet la truffa è facile»

Con la pandemia boom del commercio elettronico. Busi (Adiconsum): attenzione ai medicinali a prezzi molto scontati.

«Con l’avvento della pandemia, sono aumentati di molto per i consumatori i rischi di acquisto di prodotti contraffatti. Spesso ingolositi dal prezzo invitante, ci si lascia ingannare e credendo di acquistare prodotti di marca, pubblicizzati magari con foto fasulle, ci si ritrova poi con merci di scarsa qualità».

Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo, mette in guardia da quelle che si credono facili occasioni: «Quando si fa un acquisto attraverso Internet – precisa – innanzitutto bisogna essere sicuri del sito cui ci si rivolge. Consiglio anche di guardare le recensioni che possono precisare se la controparte venditrice è seria oppure no. Sovente si pensa di comprare anche medicinali a prezzi molto scontati e di fare un affare, senza conoscere la provenienza dei farmaci. Bisogna stare molto attenti e se si ritiene di essere stati truffati bisogna subito rivolgersi alla Polizia postale e sporgere denuncia». Adiconsum presta la propria assistenza a chi pensa di aver subito una truffa, ma la prima raccomandazione è sempre quella di rivolgersi alla Polizia postale, per vedere anche se è possibile risalire alla controparte truffatrice. Cosa sovente tutt’altro che facile.

Sulla contraffazione bisogna anche dire che non sempre per il consumatore è facile capire quando la merce è contraffatta. «Secondo lo studio “I cittadini europei e la proprietà intellettuale”, condotto dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale – precisa la presidente di Adiconsum - per i consumatori permangono difficoltà nel distinguere tra prodotti autentici e prodotti contraffatti». Quasi un europeo su 10 ha affermato di avere acquistato prodotti contraffatti a causa di indicazioni fuorvianti.

Emergono tuttavia differenze significative tra gli Stati membri dell’Unione europea: i Paesi nei quali si registra una percentuale più elevata di casi in cui i consumatori sono esposti a indicazioni fuorvianti sono Bulgaria (19%), Romania (16%) e Ungheria (15%), mentre Svezia (2%) e Danimarca (3%) presentano le percentuali più basse all’interno dell’Unione europea. L’Italia, ove il 6% della popolazione afferma di essere stato indotto con l’inganno ad acquistare prodotti contraffatti, si colloca al di sotto della media dell’Ue.

«Si lucra sulla sicurezza»
In un contesto globale in cui il commercio elettronico registra una fase di espansione (secondo Eurostat oltre il 70% degli europei ha effettuato acquisti online nel 2020 incentivati dalla pandemia), i prodotti contraffatti rappresentano il 6,8% delle importazioni dell’Unione europea, con un valore che ammonta a 121 miliardi di euro (studio Euipo/Ocse).

Tale fenomeno interessa tutti i settori e spazia dai cosmetici e giocattoli, ai vini e alle bevande, all’elettronica, fino all’abbigliamento e persino ai pesticidi. Tali prodotti possono comportare gravi pericoli per la salute e la sicurezza dei consumatori, in particolare a causa dell’esposizione a sostanze chimiche pericolose e ad altri rischi.

I problemi connessi ai prodotti falsificati sono aumentati durante la pandemia di Covid-19. La proliferazione di medicinali contraffatti, come gli antibiotici e gli antidolorifici, e più recentemente di altri prodotti sanitari, quali i dispositivi di protezione individuale e le mascherine, ha messo in evidenza tale fenomeno, in quanto i trasgressori lucrano sull’insicurezza delle persone per quanto attiene ai nuovi trattamenti e vaccini, con promesse allettanti miracolistiche.

Oltre ai rischi per la salute e la sicurezza, i prodotti contraffatti spesso comportano violazioni della sicurezza e perdite finanziarie. Spesso i prodotti non vengono recapitati. «La pandemia – osserva Busi – si è rivelata un’occasione molto ghiotta per i truffatori, grazie anche all’espansione degli acquisti tramite Internet. Bisogna sempre stare attenti ed usare molta prudenza prima di completare un acquisto».

Pirateria digitale
Anche la pirateria digitale rappresenta un mercato redditizio per i trasgressori. I reati contro la proprietà intellettuale rappresentano un’attività fiorente per la criminalità organizzata e vi è sempre maggiore evidenza di come la contraffazione e la pirateria siano attività collegate tra loro, nonché con altri reati quali il traffico di stupefacenti, la tratta di esseri umani, la criminalità informatica o la frode.

«La proprietà intellettuale costituisce una delle risorse più preziose per il nostro Paese – conclude Busi – oltre che un elemento chiave della nostra ripresa sociale ed economica, soprattutto per le piccole imprese. La pandemia di Covid-19 ha acuito il problema dei reati contro la proprietà intellettuale a causa dell’aumento di medicinali e prodotti sanitari contraffatti, i quali costituiscono un’ulteriore minaccia per la salute e la sicurezza dei cittadini».

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