Bed and breakfast, il boom non si arresta. Tre aperture ogni giorno

TURISMO. A confermarlo i dati di InsideAirbnb.com: tra aprile e giugno nella nostra provincia sono spuntati 315 bed and breakfast, 110 solo in città.

Tre ieri, tre oggi, tre domani. Tante «X» che si aggiungono sulla mappa, a una velocità elevatissima. È la stagione d’oro degli affitti brevi turistici, di Airbnb e delle piattaforme online che in quattro e quattr’otto consentono di mettere a disposizione un appartamento per i turisti. Imprenditoria fai-da-te, ma anche rivoluzione urbanistica e demografica. Senza sosta: secondo i nuovi dati elaborati da InsideAirbnb.com, piattaforma che ricava i dati dal sito ufficiale di Airbnb, solo tra fine marzo e fine giugno (tre mesi) in Bergamasca sono spuntati 315 nuovi Airbnb in tutta la provincia, in media circa un centinaio al mese (e dunque 3 al giorno). Di questi, 110 nuovi Airbnb sono sorti in città. Basta far di conto: all’aggiornamento del 31 marzo InsideAirbnb.com segnalava in tutta la provincia di Bergamo 2.667 strutture, diventate 2.982 al 30 giugno; la città è passata da 992 a 1.102 strutture. Una corsa rapidissima, spinta verosimilmente anche da una sorta di effetto-imitativo sulla scorta di tutto ciò che si è detto in tempi recenti.

La mappa di Airbnb

Perché questa nuova accelerazione è infatti contemporanea all’infiammarsi del dibattito a livello nazionale: è sostenibile la presenza di tutte queste strutture? Si rischia di rendere i centri storici – le zone dove più si concentrano gli Airbnb – delle nicchie dedicate solo ai turisti e non più a chi lì vorrebbe invece abitarci? Se ne sta discutendo a livello governativo, prima con la proposta del «minimum stay» (minimo 2 notti per gli affitti brevi) e poi con la ricerca di una «leva fiscale»; ne discutono anche e soprattutto gli amministratori locali, con lo scatto in avanti di Firenze (che ha introdotto un tetto alla presenza di affitti brevi nel centro storico) e l’attesa degli altri Comuni (tra cui Bergamo, che valuta ancora il da farsi in attesa della proposta definitiva del governo). La mappa di Airbnb concentra le presenze di affitti turistici nelle aree ovviamente più appetibili: Città Alta e la zona attorno al centro piacentiniano (una buona densità c’è nei dintorni di Borgo San Leonardo) per il capoluogo; il Sebino (Sarnico, Predore, Riva di Solto, Lovere) e l’alta Val Seriana in provincia.

Tra boom e «bolla»

Per Alessandro Capozzi, presidente di Federalberghi Bergamo, il nuovo boom di Airbnb in terra orobica «è un dato che non stupisce». C’è un punto di partenza: «In generale sulla ricettività extra-alberghiera ci si aspettava una ricomparsa di molte delle strutture che erano scomparse a causa della pandemia – ragiona Capozzi –. Il mercato è ripartito, e anche con ritmi forti, da ormai un anno e mezzo». La giungla degli affitti brevi turistici sta stravolgendo non solo la residenzialità, ma anche l’accoglienza turistica. Gli albergatori «tradizionali» vivono inevitabilmente una nuova concorrenza. «Non mi piace parlare di una preoccupazione da parte nostra – precisa Capozzi –. Il nostro tipo di attenzione è differente: ci chiediamo se questi numeri dell’offerta sull’accoglienza siano sostenibili nel lungo periodo. La situazione che viviamo oggi non è la normalità, è bene esserne consapevoli: da un anno e mezzo si è innescato un forte rimbalzo turistico a livello nazionale, qui ampliato nel 2023 anche dall’effetto della Capitale della Cultura. Quando finirà questa congiuntura favorevole, cosa succederà? Questa offerta sarà sostenibile o ci saranno delle chiusure?».

«Nuova vita alla città»

Gli Airbnb sono diventati un business importante per i proprietari immobiliare: non solo per chi ha grandi «portafogli», ma anche per chi, più semplicemente, ha magari anche solo una seconda casa. Che un tempo veniva messa comunemente in affitto e che oggi invece può essere destinata agli affitti brevi turistici. D’altronde l’affare è redditizio, oltre che meno rischioso rispetto alle tipiche grane che possono capitare con un inquilino problematico: secondo InsideAirbnb.com, se si guarda ai ricavi dei 328 affittacamere «top» della città (cioè «i più recentemente e frequentemente prenotati»), la loro redditività media annua è di 16.459 euro, un ricavo decisamente superiore all’affitto medio. «Ma l’incremento turistico ha anche un riflesso sociale positivo per la città», ribatte Gianfederico Belotti, agente immobiliare e direttore del borsino «Valore Casa&Terreni»: «Bergamo è cambiata positivamente in questi anni grazie al turismo: ho lo studio in cima a via Locatelli, costantemente al mattino posso vedere la fila di turisti per la funicolare, ed è un segno positivo dell’attrattività di Bergamo». «Al tempo stesso, grazie agli affitti brevi turistici – conclude Belotti – si sono rivitalizzate diverse aree della città, anche periferiche: penso a via Torretta, via Borgo Palazzo, via Ghislandi. C’è stata un’apertura internazionale, e al tempo stesso è stata data un’opportunità di nuove entrate a una parte della popolazione».

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