Certificati anagrafici, il Garante della privacy: non più erogabili dalle edicole

LA NOVITÀ. La decisione riguarda anche avvocati e notai. Resta la possibilità di scaricare i documenti in via telematica con lo Spid, ma soltanto per sé.

Dallo scorso gennaio le edicole convenzionate non possono più erogare i certificati anagrafici telematici per conto del Comune di Bergamo. E anche gli avvocati e i notai, a cui era stata concessa la possibilità di fare da sé, non possono più ottenere le certificazioni, utili per il loro lavoro, accedendo direttamente all’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr). È la novità introdotta dal Garante della privacy, comunicata al Comune di Bergamo, e agli altri enti locali italiani, dal ministero dell’Interno tramite circolare.

Tutto torna quindi sulle spalle dell’Ufficio Anagrafe, per via tradizionale: ci si dovrà recare a Palazzo Uffici e nelle sedi decentrate comunali, oppure si potrà accedere tramite Spid e scaricare il certificato, ma solo per sé. Spiega l’assessore all’Innovazione e Anagrafe Giacomo Angeloni: «Il Garante della privacy è intervenuto stabilendo che è esclusa la possibilità per il richiedente di acquisire, accedendo alla piattaforma Anpr con la propria identità digitale, certificati relativi a soggetti terzi. Il servizio consente infatti di richiedere il rilascio di un certificato solo per se stesso o per uno dei componenti della propria famiglia anagrafica. In città avevamo avviato una convenzione con diverse edicole che si erano messe a disposizione per erogare i certificati telematici (al costo di 1 euro ciascuno, ndr), un servizio che è risultato fondamentale soprattutto durante il periodo della pandemia, quando i nostri uffici erano chiusi. Dispiace che questa possibilità sia venuta meno».

Le edicole che avevano aderito

Circa venti edicole avevano aderito, tra le prime quella di via Locatelli, Largo Colle Aperto in Città Alta, piazzale Oberdan, via Zambonate, Battisti, Suardi, Villaggio Sposi, Statuto, Rossini, Borgo Palazzo, Ruggeri da Stabello, Sant’Alessandro bassa. Spiega Lorenzo Corno, responsabile del progetto per Dif, distributore locale di prodotti editoriali alle edicole: «Ho ricevuto tantissime telefonate dagli edicolanti, il servizio funzionava e piaceva. Come Dif ci siamo anche attivati per formare gli edicolanti rispetto alla procedura da seguire, attraverso il portale che li abilitava a erogare il certificato. Ora stiamo lavorando con l’assessore Angeloni per offrire altri servizi. Le edicole, per la loro capillarità, sono un presidio, un punto di riferimento per i cittadini». Nel 2023 le edicole hanno prodotto 1.200 certificati, una piccola percentuale rispetto ai 138mila erogati dagli uffici Anagrafe del Comune (di cui 2.600 nelle sedi decentrate). Ma il servizio è comunque risultato gradito ai cittadini, non solo a Bergamo. Da qui la richiesta di alcuni enti locali, avanzata al Ministero, di poter rinnovare la convenzione con le edicole. La risposta è stata però negativa: «Si prevede che l’accesso ad Anpr avvenga solo mediante dispositivi di sicurezza – si legge nella circolare ministeriale – come il certificato identificativo della postazione, smartcard e credenziali di accesso, assegnati da questo Ministero a sindaci e dipendenti dell’amministrazione comunale preposti all’accesso, preventivamente censiti ed autorizzati. Il soggetto con il quale viene stipulata una convenzione accederebbe impropriamente all’Anagrafe». Per quanto riguarda avvocati e notai, spiega Angeloni, «il ministero sta lavorando ad una piattaforma nazionale che consenta loro di continuare ad estrarre certificati, soprattutto certificati di residenza e di esistenza in vita».

L’accesso con lo Spid

Nel frattempo aumentano i certificati che i cittadini ottengono, accedendo tramite Spid, dal proprio pc. Nel 2023 sono stati 37.267 i documenti «scaricati» dall’Anagrafe e stampati a casa propria: «L’aumento è costante – spiega Angeloni –. Da quando c’è stata la pandemia, l’utilizzo dei servizi on line è cresciuto: per quanto riguarda i certificati telematici, l’aumento è stato del 40% nel 2023 rispetto al 2021, un trend destinato a crescere. Per chi non ha dimestichezza con gli strumenti informatici, resta la possibilità di recarsi in Comune o nelle sedi decentrate che abbiamo aperto in diversi quartieri». Le edicole continuano a collaborare con Palafrizzoni, distribuendo ad esempio i sacchi con il codice a barre di Aprica (a pagamento, quando il cittadino termina la dotazione «base») e con il progetto dei rotor realizzato insieme a Dif (pannelli su cui passano informazioni relative al Comune). «A breve – annuncia l’assessore – presenteremo un nuovo progetto sui servizi digitali che vede protagoniste le edicole della città».

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