«Ciao mamma, ho il telefono rotto», la truffa viaggia tra sms e Whatsapp. «Ecco come l’ho sventata»

LA STORIA. Pensionata contattata da uno sconosciuto che ha finto di essere la figlia per chiedere un bonifico. «Da alcuni indizi ho capito che non era lei».

Tutto inizia con un sms al quale qualsiasi madre risponderebbe senza troppo stare a pensarci: «Ciao mamma, ho il telefono rotto, questo momentaneamente è il mio nuovo numero! Scrivimi su Whatsapp appena puoi!» segue link che apre immediatamente la chat con il mittente. Cliccare su quel link significa già abboccare all’amo dei truffatori, che hanno provato a far cadere nella loro rete anche un’insegnante in pensione di Bergamo, che dopo qualche tentennamento, grazie a una serie di passi falsi del suo interlocutore, ha smascherato il trucco e si è rivolta ai carabinieri.

«Ora però vorrei che più persone possibili siano avvisate di quello che c’è in giro, perché come è capitato a me può capitare a tutti» ha detto la pensionata, che ha scelto di raccontare la sua disavventura proprio per spirito di solidarietà «con i tanti anziani come me che potrebbero cadere nel tranello».

Come funziona

In effetti, la truffa del falso figlio che scrive su whatsapp sembra essere l’ultima trovata dei malviventi, che agiscono evidentemente su scala seriale visto che le segnalazioni stanno arrivando da ogni angolo d’Italia. Come funziona? Il primo passo è l’invio dell’sms con l’invito ad aprire la conversazione su Whatsapp. Da qui, con un po’ di mestiere, il truffatore di turno conquista la fiducia della sua vittima. «Nel mio caso sono stata io stessa, inconsapevolmente, a metterlo sulla giusta strada, perché appena si è stabilito il contatto, avendo due figli, ho chiesto subito quali dei due fosse, facendo i nomi. Mi ha risposto che era mia figlia e da lì ha iniziato a mandarmi messaggi, conditi di emoticons con sorrisi e bacini, per chiedermi di pagare una fattura che lei non era in grado di saldare immediatamente. Già questo mi ha insospettito, perché mia figlia non mi ha mai chiesto una cosa del genere ed è economicamente indipendente, ma devo dire che per me era stata una giornata molto dura per via di un lutto familiare, per cui ho continuato senza fare ulteriori verifiche. Mi ha inviato una fotografia con gli estremi bancari per effettuare un bonifico di oltre duemila euro. Era già sera, così ho rimandato tutto al giorno successivo».

Indagano i carabinieri

Senonché la fretta di chiudere il raggiro ha tradito lo sconosciuto, che dopo un paio d’ore ha inviato un sollecito. «Ma erano le 22,30 e mia figlia sa benissimo che io per fare i bonifici devo andare in banca, non faccio operazioni al computer – racconta la pensionata – così le ho scritto “Ma è notte!”». La risposta è stata il faro che ha illuminato la catena di sospetti che si era formata fino a quel punto: «Scusa, sono un po’ stressato». «”Stressato”? Ma come poteva essere mia figlia? Ho scritto che non credevo di stare parlando con lei e a quel punto la chat si è interrotta e la fotografia dell’iban è stata cancellata immediatamente. Ho provato anche a chiedere alla casa di produzione del mio smartphone se era possibile recuperarla, ma mi hanno detto che era impossibile». La professoressa ha denunciato il tentativo di truffa ai carabinieri e ha diffuso quanto le è accaduto nella cerchia delle sue conoscenze.

© RIPRODUZIONE RISERVATA