Città Alta e i turisti: funicolare superstar, bus da potenziare. E i taxi? «Quasi un’impresa trovarli la domenica sera»

A BERGAMO. I turisti in cosa alla funicolare, anche quella verso San Vigilio. I pullman più per i residenti, la denuncia di chi arriva in stazione nei giorni festivi: «Mancano i taxi».

Funicolare superstar, quest’anno più che mai. Da mezzo di trasporto ad attrazione turistica. Non puoi dire di aver visto Bergamo se non ci sei salito. Sabato 29 aprile, mezzogiorno è passato da una manciata di minuti e la coda di turisti si stende già per una cinquantina di metri. Un cartello invita a prendere l’autobus (Linea 1), se si vuole evitare la coda. Pochi seguono il consiglio. La pensilina del bus sembra più appannaggio dei residenti.

Nei dintorni, un concentrato di mezzi di trasporto alternativi: Bigi, monopattini, trenino e tuk tuk sostano in attesa di passeggeri. Ma non c’è gara. Nei giorni feriali del mese di aprile – calcola Atb – 2.200 persone in media hanno scelto la funicolare per raggiungere Città Alta, il sabato sono diventate 5.300, la domenica 5.000. Un incremento del 40% per i giorni feriali, del 50% il sabato e del 20% la domenica rispetto al febbraio del 2020 (un raffronto con gli anni seguenti non è fattibile causa pandemia).

Anche per San Vigilio

Un aumento dei passeggeri che ha riguardato anche la funicolare di San Vigilio, sebbene con numeri inferiori. Il margine d’intervento per migliorare il servizio è di fatto inesistente. Le corse non si possono aumentare, né la capienza dei mezzi può crescere. Nessuna speranza che nei prossimi mesi chi sta in coda possa ripararsi dal sole o dalla pioggia, non sono previste protezioni.

«Bus, corse da potenziare»

L’alternativa resta prendere l’autobus. «Abbiamo previsto cartelli informativi per invitare i turisti in attesa della funicolare a raggiungere Città Alta con la linea 1 e a servirsi della funicolare in discesa, godendo comunque del panorama» fanno sapere dall’azienda dei trasporti, sottolineando come la funicolare sia più gettonata per la risalita. Sulla linea 1 in aprile l’ incremento di passeggeri è stato del 20%. «Ormai l’affollamento è costante, si salva solo il lunedì – dice rassegnata una signora che ha preso il bus in Colle Aperto per raggiungere Porta Nuova –. Tra studenti universitari e turisti i mezzi sono sempre pieni, per non parlare dei giorni di festa. In quelli ormai mi muovo a piedi per evitare l’assalto al bus». Un lettore suggerisce di «fare un salto alla stazione delle autolinee, dove spesso si formano lunghe code per i bus diretti all’aeroporto». In effetti è così. Chi sale sul bus a Orio per raggiungere la città lamenta l’assenza di trasporti negli orari notturni, «chi arriva con gli ultimi voli resta a piedi», mentre i passeggeri stranieri si destreggiano tra smartphone e cartine per sapere quando scendere dall’autobus e chiede perché le fermate non sono annunciate in inglese.

E i taxi?

La situazione taxi è ancora più complessa e un esempio è utile. Ore 20 di una domenica sera di primavera, Bergamo, piazzale della stazione: da un treno appena arrivato da Milano scendono alcune decine di passeggeri. Una quindicina di loro arriva al posteggio dei taxi; ad attenderle, però, non ci sono auto disponibi li. Passano i minuti, qualcuno spazientito se ne va a piedi, qualcun altro prova a chiamare la centrale, altri ancora si ostinano ad aspettare, chi seduto sul marciapiede, chi sopra una valigia. Una scena come tante, purtroppo, nell’anno della Capitale della cultura. A raccontare la sua disavventura è una nostra lettrice: «Non è la prima volta che capita – scrive –. Nel vuoto assoluto della stazione dei taxi ho aspettato per 40 minuti, telefonando anche al centralino, ma senza mai ricevere risposta. Con me c’erano 14 cittadini stranieri con valigie e bambini. Alle 20.45, con la mia valigia e alla mia età - oltre 70 anni - mi sono incamminata a piedi per rientrare a casa. La domenica successiva mia figlia è rientrata da Milano alle 15 e ancora una volta la postazione dei taxi era deserta. Da residente di Bergamo, mi sono vergognata di come la città accoglie i turisti».

Tanti visitatori come in questi primi quattro mesi di Capitale della cultura, a Bergamo è difficile ricordarli. L’accoglienza all’arrivo in stazione è il primo biglietto da visita e spesso è proprio l’impatto iniziale con la città che finisce per condizionarne il ricordo.

La situazione

Siamo andati a verificare di persona in un altro fine settimana, negli orari indicati nella segnalazione della nostra lettrice e la situazione era pressoché identica: chi primo arriva, dalla stazione, riesce a salire a bordo di uno dei pochi taxi a disposizione e agli altri non resta che aspettare. E quando i treni in arrivo sono due, la situazione si fa ancora più difficile. I taxi che circolano in città sono in tutto una sessantina, circa il 20% in più di un anno fa, per effetto di cinque nuove licenze inserite nel 2022 in un bando comunale e di un’altra decina di auto «recuperate» da fuori città, proprio per fare fronte all’aumento di turisti in arrivo per la Capitale. «Di più non possiamo fare – spiega Massimiliano Manzoni, membro del consiglio direttivo di Radio Taxi Bergamo –. Ci sono momenti di picco, in cui si possono registrare tempi d’attesa più lunghi, e altri in cui le auto sono ferme. Finché funziona così, l’organico è sufficiente». Un incremento delle corse c’è stato, ma non tale, secondo i tassisti, da far gridare all’emergenza. Il discorso non riguarda gli arrivi in aeroporto, dove per effetto di un vecchio accordo con il Comune di Milano, a bazzicare sul piazzale di Orio al Serio sono perlopiù tassisti meneghini.

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