Colpita da un fulmine sul monte Guglielmo: «Ho sentito una vibrazione e l’ho trovata a terra»

IL LUTTO. La testimonianza del compagno bergamasco Giuseppe Carenzi che era con Evelina Tomasoni domenica pomeriggio quando è avvenuta la tragedia.

Evelina Tomasoni, la 53enne della Bassa Bresciana, morta nella mattinata di lunedì 29 maggio, dopo che domenica pomeriggio era stata colpita da un fulmine sul monte Guglielmo, era un’escursionista esperta. Un destino imprevedibile l’attendeva su un altopiano, quello della Punta Caravina, che conosceva bene e che ogni anno attraversano migliaia di escursionisti bresciani e bergamaschi, che puntano alla vetta del Monte Guglielmo, e al monumento del Redentore, da Passabocche di Pisogne o dalle Tredici Piante di Zone.

A raccontare quanto accaduto è lo stesso fidanzato bergamasco Giuseppe Provenzi che era con lei durante quella tragica escursione. Fin dai primi istanti è stato chiaro che la situazione fosse gravissima. Il fulmine, arrivato all’improvviso insieme a una grandinata che nessuno attendeva, l’ha colpita alla spalla, le ha attraversato il cuore, fermandolo, prima di scaricare a terra attraverso il piede.

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Per soccorrerla si è alzato in volo l’elisoccorso di Sondrio: il medico l’ha trovata in arresto cardiaco, l’ha intubata e stabilizzata sul posto prima di trasferirla in volo al Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Già nel corso della serata è stato evidente che non c’era più attività cerebrale e nella mattinata di ieri è stato constato il decesso. Evelina Tomasoni, alpinista e appassionata di montagna, era nata e viveva da sempre a Manerbio, nella Bassa Bresciana. Aveva un figlio di 27 anni. Domenica, con il compagno Beppe, aveva affrontato una delle classiche uscite di inizio stagione, quella del monte Guglielmo dal lago d’Iseo. Attorno alle 15 stava scendendo. Mentre camminava sul sentiero, in una zona senza alberi a sbalzo sul lago il meteo è improvvisamente peggiorato.

«Era tutta mattina che giravano le nuvole, ma non c’era il nero che annuncia la tempesta. Era la prima domenica con il tempo un po’ stabile e per tutta la giornata c’è stato un bel movimento, la gente ha voglia di montagna», racconta Beatrice, rifugista del Medelet, rifugio a 1.540 metri. «All’improvviso abbiamo capito che in quota stava tempestando, era arrivata la grandine, e abbiamo sentito il botto di un fulmine, fortissimo e vicino. Solo quando sono passati dei ragazzi che scendevano però abbiamo saputo della tragedia».

All’altezza della Punta Caravina, a circa 1850 metri, Evelina Tomasoni è stata colpita dal fulmine. Il compagno ha sentito il boato e l’ha vista a terra. Non si è più ripresa. «Quella scossa ha colpito anche noi, ci ha lasciato tramortiti», scrivono gli amici del gruppo Orobie Trekking che si stringono attorno a Beppe. «Protagonisti di mille avventure che avete generosamente e dettagliatamente condiviso, facendo innamorare tante persone della montagna». Il gruppo ora promette: «Ci rialzeremo e continueremo a portarti con noi sulle montagne».

I funerali si svolgeranno nella parrocchiale di Manerbio mercoledì 31 maggio alle ore 15.

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