Comune, oltre un milione di contributi per il pagamento delle rette nelle Rsa

Nel 2022. Sono 127 i fragili presi in carico, in aumento rispetto al 2021. Messina: «Aiuti basilari». Modelli di invecchiamento da ripensare: è l’intento del progetto sperimentale «Hold On».

È una voce di spesa delicata, perché incrocia una doppia fragilità: quella anagrafica, ma anche quella sociale. Nel 2022 il Comune di Bergamo ha speso un milione e 171mila euro per contribuire al pagamento delle rette delle Rsa per gli anziani in situazione di difficoltà economica (127 le persone prese in carico), in aumento rispetto al milione e 41mila euro del 2021 (quando gli anziani aiutati erano stati 120) e al milione e 94mila euro del 2020 (con più anziani, 158). «Sono contributi importanti – sottolinea Marcella Messina, assessore alle Politiche sociali – per far fronte a situazioni di fragilità, valutate dai nostri uffici». Sul tema, infatti, esiste uno specifico regolamento comunale per la compartecipazione alle rette (l’utente contribuisce con la propria pensione, e il Comune eroga il grosso della differenza), basato sulla valutazione socioeconomica della situazione dell’anziano (attraverso l’Isee, ma non solo).

«Sono contributi importanti – sottolinea Marcella Messina, assessore alle Politiche sociali – per far fronte a situazioni di fragilità, valutate dai nostri uffici».

La sfida più grande è quella di ripensare i modelli per l’invecchiamento. Dall’autunno-inverno, ad esempio, s’è avviata (partendo da Loreto e Boccaleone) la sperimentazione del progetto «Hold On»: un intervento – finanziato dal Comune tramite il Fondo per l’innovazione sociale, e che coinvolge diverse altre realtà – con due obiettivi-chiave, ritardare di almeno 5 anni l’ingresso tendenziale al sistema dei servizi alla non autosufficienza (Rsa in primis) e contenere la domanda di assistenza (riducendo di almeno il 25% i costi del sistema). Il target è rappresentato sia dai 65-74enni ancora pienamente autonomi («silver age», 13mila in città) sia dagli anziani fragili (11mila). Per i «silver age», spiega Messina, «l’obiettivo è quello di mantenerli attivi, incentivando la socializzazione e supportando la costruzione di reti e legami sociali per evitare il rischio di isolamento e fenomeni che limitano l’autonomia»; in concreto, si tratta di organizzare corsi di ginnastica dolce, gruppi di cammino, coinvolgere i negozi di vicinato. Per gli anziani fragili, prosegue Marcella Messina, «l’idea alla base è che le reti sociali svolgano una duplice funzione: da un lato offrono loro occasioni di socializzazione che altrimenti non riuscirebbero ad avere al proprio domicilio, dall’altro li aiutano a trovare servizi a domanda individuale, ovvero che rispondano alle loro esigenze pratiche». Si tratta ad esempio di servizi di trasporto, spesa a domicilio, pulizie, piccole manutenzioni, supporto per pratiche e procedure fiscali o all’utilizzo di piattaforme digitali.

Per i «silver age», spiega Messina, «l’obiettivo è quello di mantenerli attivi, incentivando la socializzazione e supportando la costruzione di reti e legami sociali per evitare il rischio di isolamento e fenomeni che limitano l’autonomia»

Altri progetti sono in rampa di lancio, a breve il Comune presenterà due nuovi strumenti dedicati agli anziani. In particolare è pronta una app che segnalerà eventi, appuntamenti e iniziative dedicate a loro, oltre a un numero di telefono – attivo sia in entrata sia in uscita – per dare informazioni sulle reti dei servizi e su tutte le attività dedicate agli anziani. Sul fronte dell’analisi di scenario, con l’Università di Bergamo si darà vita a una ricerca («Bergamo Longeva») attraverso cui, interrogando i 55-70enni, si individueranno i bisogni in prospettiva. Sempre sul tema degli anziani, nei giorni scorsi il Comune ha approvato lo schema di protocollo d’intesa da sottoscrivere con Regione e Ats per sviluppare la sperimentazione di una «piattaforma multicanale» di assistenza agli anziani fragili, per erogare – anche a pagamento – servizi domestici, di accompagnamento alla socializzazione e di assistenza sociale «che accrescano il loro benessere sociale, psichico e fisico e quello dei rispettivi familiari». La sperimentazione – i cui dettagli concreti per la partenza sono ancora da definire – dovrebbe essere condotta sull’intero Ambito di Bergamo (che comprende anche alcuni Comuni dell’hinterland), coinvolgendo mille anziani fragili.

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