Covid, i dati 2021: in Bergamasca il 46%
dei contagiati ha meno di quarant’anni

Over 75 solo il 4%. Zucchi (Ats): «Il virus si muove tra i giovani. Il 27% dei nuovi positivi è under 25 anni, fondamentale vaccinarli».

Dall’inizio dello tsunami pandemico a oggi, con l’ingresso sulla scena dei vaccini e l’avvio di una campagna sempre più massiva, l’andamento dei contagi è cambiato radicalmente: fino a qualche mese fa la categoria più a rischio continuava ad essere quella degli anziani e dei cittadini dai 65 anni in su, ora lo scenario vede invece i più giovani come i principali «veicoli» del virus, persone che si ammalano meno gravemente, quando si ammalano, e che hanno meno rischi di una evoluzione infausta dell’infezione da Sars-Cov2. Lo dicono i numeri: l’Ats, Agenzia per la tutela della salute di Bergamo, fornisce una serie di percentuali sulle classi di età, per nuovi contagi e percentuale di copertura vaccinale con almeno con una dose, e dal «combinato disposto» tra protezione vaccinale più o meno elevata nelle fasce d’età osservate e la propensione dei gruppi all’attenzione ai comportamenti (distanziamento, pochi incontri sociali e comunque in condizioni di sicurezza, uso scrupoloso della mascherina) emerge che la strategia da mettere in atto a breve termine per tagliare le gambe al virus sembra quella di proteggere con il vaccino le fasce più giovani: ventenni, adolescenti e preadolescenti. Ats di Bergamo, infatti, evidenzia che nell’ultimo anno, da gennaio 2021 fino a ieri, 20 maggio, i casi registrati di nuovi positivi nella Bergamasca ammontano a 23.872: guardando alle classi d’età, la fascia fino a 20 anni fa registrare il 21% dei casi di nuovi contagi rispetto al totale, si sale al 27% se si considera la fascia sotto i 25 anni.

La strategia

Se si allarga ancora la forbice dell’età, fino ai 39 anni, si arriva al 46% di nuovi contagiati. Emerge poi che la fascia d’età dai 75 anni in su, la popolazione più a rischio di una malattia con esiti severi in caso di infezione da Sars-Cov2, ha solo il 4% di nuovi contagi: un crollo verticale rispetto a qualche mese fa.

«Gioca un ruolo cruciale la protezione offerta dai vaccini – illustra Alberto Zucchi,direttore del Servizio epidemiologico aziendale dell’Ats di Bergamo – . Ma non solo: molti anziani hanno anche una protezione immunitaria che deriva dall’aver contratto il Covid, ma soprattutto questa fascia di popolazione, spaventatissima, è rimasta e continua a restare molto riparata. Si salvaguarda giustamente con estrema attenzione. Pochi contatti, osserva distanziamento e usa correttamente la mascherina. Non è così fra la popolazione più giovane che ha una vita sociale molto più attiva, più possibilità di incontri e contatti, soprattutto dopo le più recenti riaperture, e non sempre osserva rigidamente le norme antiCovid. Così, oggi, un nuovo positivo su quattro ha meno di 25 anni, e peraltro questa fascia d’età ha una copertura vaccinale al momento quasi nulla».

I più scoperti

Se si guarda infatti ai riscontri numerici dell’Ats di Bergamo, emerge che nella fascia di popolazione sotto i 20 anni solo lo 0,43% ha una protezione vaccinale almeno con una dose (e si tratta in gran parte di soggetti fragili o estremamente vulnerabili per diverse patologie, quindi vaccinati all’esordio della campagna), una percentuale che si alza al 9,93% per la fascia fino a 39 anni (le prenotazioni per questo gruppo non si sono ancora aperte, e chi ha già ricevuto almeno una dose appartiene a sanitari, insegnanti, forze dell’ordine, volontari, o estremamente vulnerabili). Arriva al 29% di protetti con una dose la fascia tra i 55 e i 59 anni, al 72% quella tra i 60-64, al 79% quella tra i 65 e i 69, sale fino all’83% quella tra i 70 e i 74, dai 75 ai 79 anni si arriva all’85% di copertura vaccinale e all’89% dei protetti tra gli 80-84enni, quella successiva fino agli 89 ha l’85% dei vaccinati almeno con una dose, mentre dai 90 in su ci si attesta sul 77% (una cifra più bassa degli altri gruppi di anziani anche perché, spiega Zucchi, spesso in questa fascia d’età sono diverse le persone con patologie per le quali è sconsigliata la profilassi antiCovid).

«Analizzando quindi le cifre delle coperture vaccinali e dei nuovi positivi risulta chiaro che accelerare sulla protezione dei più giovani è un passo importante per togliere al virus la capacità di diffusione. Le fasce a maggiore rischio di contagio e di trasporto del virus, a questo punto, sono proprio i ragazzi», rimarca Zucchi. Entro giugno, intanto, la Lombardia ha programmato di aprire le prenotazioni ai vaccini dai 16 ai 29 anni, mentre si aspetta il 28 maggio per il pronunciamento dell’Ema (l’Ente europeo per il farmaco ndr) a cui dovrà seguire l’ok di Aifa in Italia, per l’estensione dei vaccini (Pfizer in questo caso), dai 12 anni ai 16.

«In questo momento, rispetto al target della campagna vaccinale – conclude Zucchi – siamo a una copertura del 40%. La popolazione bergamasca ammonta a più di un milione di abitanti, l’immunità si raggiunge se si protegge almeno il 70% della popolazione, quindi 770 mila persone, ora i vaccinati sono più o meno 380 mila , siamo al 50%. Allargare ulteriormente la platea dei vaccinati ci farebbe avanzare di molto, togliendo ulteriore terreno al virus».

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