Covid, scende la pressione sugli ospedali: in 3 giorni 323 ricoveri in meno

Chiamate ad Areu dimezzate: da 1.612 ad 886. Varato piano per tagliare le attese in area oncologica: penalità per le strutture che non rispettano i tempi.

La frenata nella crescita della curva epidemica in Lombardia ha determinato il calo della pressione sui ricoveri ospedalieri. I dati aggiornati a ieri certificavano 3.416 pazienti ricoverati nei reparti ordinari (20 in più rispetto a domenica) e 265 nelle Terapie intensive (2 in meno). La Direzione generale del Welfare ha confrontato i dati dei ricoveri dal 3 al 23 gennaio con il numero di chiamate per eventi infettivi all’Areu (emergenza urgenza) e il valore dell’incidenza dei casi ogni 100mila abitanti. Gli indicatori evidenziano come l’ondata pandemica si stia riducendo sia alla voce chiamate per malattie infettive (si è passati da 1.612 chiamate ad Areu del 3 gennaio alle 886 del 23 gennaio), sia alla voce incidenza. E i dati dei ricoveri degli ultimi giorni inducono a un cauto ottimismo: il 3 gennaio erano 2.147 i degenti Covid nei reparti ordinari, lievitati fino ai 3.719 del 20 gennaio, ma dal 21 al 23 gennaio sono 323 i pazienti in meno. Nelle Terapie intensive erano 219 i letti occupati il 3 gennaio, aumentati fino ai 268 del 16 gennaio, per poi stabilizzarsi intorno a quota 265-270. «Questa situazione – commenta Letizia Moratti, vicepresidente e assessore regionale al Welfare – evidenzia la stabilizzazione della curva pandemica e l’efficacia organizzativa della sanità lombarda, anche attraverso il trasferimento di pazienti meno gravi in strutture intermedie riservate a sub acuti e post acuti».

In Bergamasca i numeri dei ricoveri oscillano sulle 360 unità. Al «Papa Giovanni» di Bergamo sono 164 i pazienti (3 in più): 147 nei reparti ordinari e e 17 in Terapia intensiva. Gli ospedali dell’Asst Bergamo Est ospitano 67 pazienti (2 in meno): 2 in Terapia intensiva e 15 acuti a Seriate, 33 acuti ad Alzano, 17 subacuti a Lovere. Altre strutture: sono una trentina i subacuti Covid al Policlinico San Marco, 33 all’Humanitas Gavazzeni e una sessantina negli ospedali dell’Asst Bergamo Ovest. Capitolo contagi: ieri 8.844 positivi in Lombardia, di cui 778 nella Bergamasca, con 70.842 tamponi processati (tasso di positività al 12,4%). Sono 87 i decessi per Covid (2 in provincia). «Il rallentamento della curva epidemica – ha ribadito Moratti - è anche frutto della massiccia campagna vaccinale. La Lombardia ha superato il 90% delle adesioni tra la popolazione vaccinabile over 5 anni, che salgono al 97% se si considerano solo gli anziani over 60».

I tempi di attesa

Con la curva pandemica in calo, e la pressione ospedaliera che dovrebbe allentarsi, la Regione punta ad agire anche per snellire i tempi di attesa di interventi chirurgici e prestazioni sanitarie, visto anche che, a causa della pandemia, e delle varie ondate di contagi che hanno intasato gli ospedali, molti interventi e prestazioni sono stati rinviati io inevasi . E ieri la Giunta regionale ha approvato un provvedimento, su proposta di Letizia Moratti, per ridurre i tempi d’attesa negli interventi oncologici: il piano partirà dal prossimo 1 aprile; dopo l’area oncologica, si interverrà anche su altre aree di ricovero chirurgico, sulle prime visite ambulatoriali e sulla diagnostica per immagini tenendo conto anche dell’andamento della pandemia.

Il provvedimento varato prevede decurtazioni e premialità in relazione al rispetto dei tempi di attesa per tutti gli erogatori a contratto con il sistema sociosanitario lombardo: il piano regionale di governo delle liste di attesa stabilisce infatti i tempi massimi entro cui le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate a contratto devono erogare le prestazioni per ciascuna classe di priorità. In particolare, per le prestazioni relative ai ricoveri chirurgici oncologici, è stato inserito un meccanismo di valorizzazione e penalizzazione. Per tutte le prestazioni di chirurgia oncologica che non rispetteranno i tempi di attesa, è prevista una decurtazione dal 5% al 50% del valore della prestazione riconosciuto alla struttura in ragione del ritardo con cui viene erogata. La delibera prevede un’ulteriore decurtazione dello 0,5% sui ricoveri di chirurgia oncologica nel caso in cui non sia stato raggiunto l’85% complessivo delle prestazioni rese nei tempi target. Di contro, le somme derivanti dalle decurtazioni saranno destinate ad integrare le strutture che supereranno il 90% complessivo di prestazioni nei tempi target. «Il rispetto dei tempi di attesa - ha dichiarato la Letizia Moratti – è fondamentale. Vogliamo valorizzare chi lavora con impegno e professionalità».

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