Dimessi i ragazzini intossicati: «Infezioni in agguato col caldo»

Il caso Tutti a casa i 17 belgi finiti in pronto soccorso dopo aver mangiato pesce a Monza. Bacis (Centro antiveleni): massima cura nel conservare cibo.

Sono stati tutti dimessi i ragazzi portati domenica sera da Città Alta in ospedale, per un’intossicazione alimentare. I giovani belgi, 17 in tutto tra i 12 e i 20 anni, parte di un gruppo scout di Anversa, già nella tarda serata di domenica hanno potuto far ritorno all’ostello di Monza da cui provenivano. Nessun ricovero è stato quindi necessario: le cure del pronto soccorso degli ospedali Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Bolognini di Seriate e Policlinico di Ponte San Pietro dove erano stati trasportati domenica dopo le 21 si sono rivelate utili e sufficienti a ridimensionare l’allarme creato poche ore prima. Pare inoltre che cinque dei 17 teenager belgi finiti in ospedale vi sarebbero stati portati più per uno stato d’ansia che per malore dovuto all’intossicazione.

I ragazzi che si sono sentiti poco bene all’interno del locale «Il Fornaio» di Città Alta, in via Bartolomeo Colleoni, hanno riferito ai soccorritori, alla polizia locale e ai tecnici di Ats di aver mangiato pesce il giorno prima, cioè sabato, a Monza. Gli esperti invitano ad essere più cauti. «Il quadro è riferibile a una gastroenterite – spiega il dottor Giuseppe Bacis, direttore del Centro antiveleni di Bergamo, che precisa di non avere informazioni dirette su questo caso –. L’incubazione generalmente può variare da tre-quattro ore fino a 12-24 ore dal consumo del pasto contaminato. Sono molti gli aspetti da prendere in considerazione per cui occorre essere molto cauti – precisa –, perché questi ragazzi potrebbero aver ingerito anche altri alimenti in seguito: in 24 ore si possono avere diverse ipotesi di causa».

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Ciò che è certo, e vale per tutti, è che in questo periodo di alte temperature vale la regola d’oro di conservare e maneggiare con cura il cibo: «Le intossicazioni alimentari – prosegue Bacis – sono un problema classico in estate, con la presenza di microrganismi che possono determinare infezioni del tratto gastrointestinale, sia di tipo batterico che da parte di virus tipo l’epatite A, piuttosto che di parassiti o intossicazioni determinate dall’assunzione di alimenti, soprattutto ittici». Il problema è «primariamente infettivologico (tipo Escherichia coli, Salmonella, Shighella, Stafilococco, Listeria, e altri), ma può essere anche di batteri che producono tossine, e qui si parla effettivamente di tossinfezione alimentare. Tossine che vanno a modificare l’attività delle cellule gastrointestinali con quadri di vomito e diarrea che possono complicarsi fino a manifestazioni di tipo emorragico o, se vi è una significativa perdita di liquidi, calo di pressione arteriosa con vertigini e cefalee». Questi ultimi sintomi sono «legati a intossicazioni vere e proprie sempre da tossine, come la potenzialmente mortale tossina botulinica» conclude il direttore del Centro antiveleni. Che invita a puntare sulla prevenzione: attenzione a non lasciare cibi scongelati molto tempo senza farli cuocere, non ricongelare cibi scongelati, non lasciare piatti troppo tempo fuori dal frigorifero, attenersi alla corretta igiene delle mani.

Il rischio è di incappare in un’infezione come quella che ha colpito i ragazzini belgi, colti da malore sotto gli occhi preoccupati dei titolari della panetteria e forneria che li stava ospitando e dove, tra l’altro, alcuni di loro non avevano nemmeno ancora ordinato pizze o focacce. «L’importante è che stiano bene – commenta Simona Pesenti, titolare de “Il Fornaio” –, sappiamo che sono stati tutti dimessi e questo ci solleva perché, anche se non abbiamo alcuna responsabilità per questo malore, ci eravamo molto preoccupati».

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