Due giornalisti bergamaschi tra i premiati del «Vergani»: Marco Birolini e Giada Frana

Il riconoscimento. Il giornalista di Avvenire premiato come Cronista dell’anno, la collaboratrice de L’Eco per la sezione Esteri: ha fondato il web magazine indipendente «L’Altra Tunisia».

Due giornalisti bergamaschi hanno ottenuto sabato 12 novembre a Milano prestigiosi riconoscimenti nell’ambito del Nuovo premio Vergani 2022, che «premia la buona informazione nella cronaca e nell’attualità», e che quest’anno si è aperto anche agli Esteri. Marco Birolini, di Avvenire, si è classificato primo nella categoria «carta stampata» ed è stato nominato Cronista dell’anno, grazie a un’inchiesta sulla tratta delle donne nigeriane e gli effetti del Covid sulla prostituzione. La giornalista Giada Frana, collaboratrice de L’Eco, è stata premiata invece nella categoria Esteri per gli articoli pubblicati sul web magazine indipendente «L’Altra Tunisia», che lei stessa ha fondato un anno e mezzo fa.

«È il riconoscimento a tanta fatica e a tanti sforzi», ha detto Birolini, ritirando il premio dalle mani di Luciano Fontana, direttore del «Corriere», Paolo Perucchini, presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti, Fabrizio Cassinelli, presidente del Gruppo cronisti lombardi dell’Alg e Davide Parozzi di «Avvenire». «Ho cercato di illuminare ciò che avviene dietro a queste ragazze che spesso vediamo ai margini delle strade e che passano come invisibili», ha aggiunto Birolini. Nella sezione speciale Esteri, la giuria presieduta da Nello Scavo (uno dei premiati del Vergani 2021), ha premiato dunque anche Giada Frana: «La Tunisia – ha detto – è un Paese di cui si parla poco e quasi solo per gli sbarchi. L’obiettivo è di parlarne di più e in altri termini, dando risalto alla comunità italo-tunisina presente sul nostro territorio». «Un’iniziativa che guarda al futuro – ha detto Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi – in un momento in cui oltre 30 giornalisti in Italia sono sotto scorta, le querele bavaglio aumentano e un’interpretazione folle della direttiva europea sulla presunzione d’innocenza ci mette in contraddizione con tutte le sentenze della Corte europea».

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