Effetto tassi, il rialzo pesa su giovani e famiglie. «Ora i mutui spaventano»

Per quelli variabili si rischiano aumenti fino a 100 euro a rata. Le associazioni di categoria: ai nostri sportelli è boom di consulenze.

Più che una minaccia, è una promessa. L’aumento dei tassi della Banca centrale europea (Bce) previsto a luglio per arginare l’inflazione comporterà un aggravio consistente delle rate dei mutui e prestiti. Un effetto domino con rincari che potranno superare anche i 100 euro mensili per chi ha contratto mutui a tasso variabile, quelli più direttamente esposti alle decisioni della Bce (e ancorati all’Euribor, l’indice di riferimento per questo genere di finanziamenti), mentre chi ha già un mutuo a tasso fisso dovrebbe essere più protetto, con le rate che manterranno lo stesso importo fino alla scadenza del contratto.

Ma chi dovrà chiedere un mutuo nuovo, sempre a tasso fisso, non può dormire sonni tranquilli visto che i rialzi annunciati della Bce già hanno prodotto effetti, con l’Irs (l’indice per fissare il tasso fisso del mutuo) schizzato in pochi giorni dal 2,08% al 2,15% (per la durata di dieci anni, ma gli aumenti riguarderanno anche i mutui a 20 e a 30 anni) e c’è una categoria che può definirsi beffata: le giovani coppie e comunque i giovani sotto i 35 anni, che alimentano il 35% delle domande di finanziamento (dati Crif, Centrale rischi intermediazione finanziaria) rischiano concretamente con l’aumento dei tassi di vedersi congelate (o comunque vanificate) le offerte migliori di finanziamento e anche le agevolazioni del governo Draghi, tra cui gli sconti delle imposte sulla compravendita, le detrazioni dell’Iva dal costruttore, la garanzia dell’80% per chi ha l’Isee sotto i 40mila euro.

Una miriade di combinazioni

Una miriade di combinazioni e simulazioni gravose per le famiglie e che possono essere riassunte in qualche esempio: il portale Facile.it stima che un finanziamento ventennale da 120mila euro, che oggi costa online lo 0,85% (indice Euribor -0.30, 544 euro di rata mensile), a fine anno passerà al 2,2% (rata di 75 euro in più), a giugno 2023 al 2,95% (120 euro in più), a fine 2027 si potrebbe arrivare a pagare 140 euro in più (da 544 euro mensili del 2022 a 684 euro nel 2027). Per un mutuo a tasso variabile a 30 anni e un importo finanziato per 200mila euro, un aumento dei tassi dello 0,5% comporta un incremento della rata mensile sui 50 euro. O ancora (fonte gruppi Mutui On Line): per un impiegato che richiede un mutuo di 100mila euro (valore dell’immobile 200mila euro) si stima un tasso variabile a 10 anni a quota 0,34 con rata di 848 euro, a 20 anni a quota 0,42 (rata 434), a 30 anni a quota 0,50 (rata 299); un tasso fisso invece a 2,10 con rata di 925 euro per la durata di 10 anni, a 2,19 per 20 anni (rata 515), a 2,25 per 30 anni e una rata da 382 euro.

La voce dei consumatori

«Ai nostri sportelli iniziano ad arrivare telefonate di persone che sono spaventate dal rischio di aumenti delle rate dei loro mutui con tasso variabile e chiedono come valutare eventuali rinegoziazioni o surroghe – sottolinea Christian Perria, presidente di Federconsumatori Bergamo –. Chi aveva sottoscritto fino a pochi mesi fa un contratto di mutuo con un tasso fisso non correrà alcun pericolo di vedersi aumentare la rata. Viceversa chi aveva richiesto un finanziamento con tasso variabile dovrà far fronte ad un aumento del tasso d’interesse con conseguente incremento della rata mensile, con rischi di aumenti già da luglio. Allo stato attuale chi volesse stipulare oggi un mutuo a tasso fisso della durata di 25 anni per un importo di 125mila euro avrebbe un tasso Irs del 2,33%, lo stesso mutuo un anno fa sarebbe stato concesso con un tasso Irs a 25 anni dello 0,51%. Quindi ciò si tradurrebbe in una differenza di rata di 106 euro e chi accenderà nei prossimi mesi un mutuo a tasso fisso si troverà tassi vicini al 3%. Il consumatore comunque può richiedere la rinegoziazione delle condizioni del mutuo o la surroga del mutuo, una pratica gratuita che permette di portare il proprio debito residuo del finanziamento ad un altro istituto di credito che offre condizioni più vantaggiose. È importante chiedere più preventivi prima di accendere un mutuo, valutando attentamente le condizioni». Utenti quindi sempre più costretti a barcamenarsi tra calcoli e indicazioni utili per contrastare gli aumenti. «Anche da noi si presentano molte famiglie per chiarimenti sui finanziamenti già sottoscritti – conferma Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo –. Da alcune simulazioni di Facile.it da qui al prossimo anno la rata mensile di un mutuo variabile medio potrebbe salire di circa 120 euro rispetto ad oggi.

E gli indici di riferimento Irs, cui sono agganciati i tassi di interesse per i mutui a tasso fisso, sono letteralmente schizzati nel corso del primo trimestre 2022: se si considera ad esempio l’Irs di durata di 20 anni, il valore dell’indice è passato da uno 0,6% medio di gennaio 2022 a un 1,6% dello scorso maggio. Segno che, pur in assenza di rialzi ufficiali, verosimilmente le banche hanno già fatto scontare il probabile aumento del tasso del denaro da almeno inizio anno. Chi aveva sottoscritto un mutuo a tasso variabile – aggiunge Busi – è ancora in tempo per valutare una surroga e un tasso fisso, una buona possibilità perché significa bloccare il valore della rata nei prossimi anni. Se i tassi fissi fossero troppo alti, una soluzione potrebbe essere il passaggio a un tasso misto e quindi fissare le rate ad un certo valore massimo, limitando i rischi del variabile. C’è poi la surroga, un’operazione che permette di cambiare il mutuo, rivolgendosi a un’altra banca e trasferendo lì il debito, variando tipologia, tasso e durata del finanziamento».

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