Ex caserma Montelungo, pronta la proposta di Redo per salvare il campus

IL RECUPERO. Il cda della società ha approvato il piano che passerà al vaglio di Cdp, Comune, Unibg e Regione. Ma per l’assegnazione servirà un nuovo bando pubblico.

Non più soltanto parole, ipotesi e bozze informali. Per la tormentata vicenda del recupero delle ex caserme Montelungo e Colleoni ora una proposta c’è: è stata messa nero su bianco e approvata non più tardi di tre giorni fa dal Consiglio d’amministrazione di Redo Sgr, la società milanese di gestione del risparmio che già a fine maggio, alla chiusura del bando (andato deserto) per la selezione della compagine a cui dovrà essere affidata la progettazione e la costruzione di aule e residenze studentesche, si era dichiarata disponibile ad entrare nella partita con una proposta diretta. Un progetto sostenibile dal punto di vista finanziario e che tenga conto di alcuni paletti considerati imprescindibili da Cassa depositi e prestiti. Ebbene, il via libera del cda a questa proposta, di cui ancora non si conoscono i contorni né economici né operativi, è arrivato lunedì sera dopo che la società milanese ha incassato la disponibilità di Fondazione Cariplo ad entrare nel fondo nel quale il Comune di Bergamo e Cdp – azionisti rispettivamente al 3% e al 97% – hanno fatto convogliare risorse e proprietà.

Partita non ancora chiusa

Un bel passo avanti, ma la partita non è ancora chiusa, anche se è innegabile che l’approvazione formale della proposta lasci ora ampi spazi all’ottimismo. A rallentare la lunga interlocuzione di questi mesi tra Comune, Cdp e Redo è sempre stata la mancanza della sostenibilità economica di un’operazione che al momento è valutata intorno ai 60 milioni di euro. Si tratta infatti di un ampio progetto di recupero urbanistico con finalità soprattutto pubbliche e per cui si prevede una bassa redditività. A fronte, poi, di un incremento dei costi non ci sarebbero sul piatto ricavi all’altezza capaci di «allettare» un operatore privato, con pochi margini anche di cambiare le carte in tavola (per esempio le destinazioni, in parte anche per i vincoli a cui sono sottoposte le ex caserme, e i 30 milioni dell’Università che hanno ricevuto il parere di congruità del Demanio). A sciogliere il nodo ci sarebbe dunque la disponibilità ad investire nel fondo di Fondazione Cariplo che, particolare non trascurabile, è tra gli azionisti di Redo Sgr, così come Cassa depositi e prestiti, Intesa Sanpaolo Spa e Investire Sgr Spa. Il nuovo sottoscrittore del fondo garantirebbe, come si diceva, la piena sostenibilità finanziaria dell’operazione; ora però la proposta è al vaglio degli istituti di credito (tra cui Intesa Sanpaolo).

Servirà un nuovo bando

Dopodiché serviranno ancora alcuni passaggi formali: ricevuto il benestare delle banche, Redo potrà presentare ufficialmente la sua proposta a Cassa depositi e prestiti, che a quel punto – se la troverà soddisfacente – dovrà sottoporla a una nuova procedura di evidenza pubblica. Insomma, se tutto va bene servirà ancora qualche mese prima che si possa arrivare alla determinazione della compagine che si occuperà di gestire la trasformazione dell’area delle ex caserme in campus universitario, dove troveranno spazio oltre 300 appartamenti per studenti e professori. Le trattative con Redo vanno avanti ininterrottamente da fine maggio: ora il Comune di Bergamo (proprietario dell’ex Montelungo), Cdp (proprietaria dell’ex Colleoni), ma anche Università e Regione Lombardia (che ha messo sul piatto 15 milioni di euro) sono in attesa di conoscere i particolari della proposta. Il progetto, sul quale Cdp si è impegnata a investire 21 milioni di euro, prevede che, una volta ristrutturata, la Montelungo verrà acquistata dall’Università, mentre l’ex caserma Colleoni sarà destinata a residenze studentesche e rimarrà di proprietà privata. Questione di settimane, poi sapremo se la proposta della società milanese sarà presa in considerazione al punto da avviare un nuovo bando pubblico. In fondo è un po’ la speranza di tutti: alternative al momento non ce ne sono e il rischio che il «buco» delle due ex caserme possa restare aperto, nessuno vuole correrlo. A poche centinaia di metri di distanza sorge l’ex Reggiani, che potrebbe a quel punto diventare un obiettivo prioritario per l’ateneo. Con l’università fuori dal progetto, bisognerebbe però ripensare alla destinazione di tutto il comparto legato alle ex caserme: ipotesi che né il Comune né Cdp vorrebbero prendere in considerazione.

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