«Ex Montelungo, andiamo avanti. Un’opportunità la proposta di Redo»

IL CAMPUS. Comune e Università valutano positivamente l’interesse della società milanese. Disappunto della Regione: «Non coinvolti». Valesini e Cavalieri: «Fondamentale nell’accordo».

«Ora ci metteremo subito al lavoro per entrare nel merito della proposta». Palafrizzoni, per voce dell’assessore alla Riqualificazione urbana Francesco Valesini, assicura che non si perderà tempo nell’avviare il dialogo con Redo, la Sgr che si è fatta avanti per gestire l’operazione delle ex caserme Montelungo-Colleoni. Andato deserto il bando di Cassa depositi e prestiti, che scadeva mercoledì, la società milanese, tramite una lettera a Comune e Università, ha manifestato il suo interesse a formulare «la proposta migliore» per la trasformazione in campus universitario del complesso di viale Muraine.

«La più importante operazione a contenuto pubblico della città, dopo quella degli ex Riuniti», non esitano a definirla da Palafrizzoni. Ovvio, quindi, che la novità faccia guardare con un (cauto) ottimismo al futuro dell’area, obiettivo strategico sia per l’amministrazione comunale sia per l’ateneo, con la realizzazione di 300 appartamenti per studenti e professori. Redo, anziché partecipare al bando, ha preferito presentarsi come «promotore». Una procedura corretta o che cozza con l’Accordo di programma che vede coinvolti Comune, Università, Cdp e Regione?

Redo, una società milanese, tramite una lettera a Comune e Università, ha manifestato il suo interesse a formulare «una proposta migliore» per il complesso dell’ex caserma Montelungo

L’assessore Valesini rassicura: «La base è il rispetto di tutte le condizioni urbanistiche e finanziarie previste dall’accordo». Nessuna modifica sarà quindi possibile per superfici e destinazioni, e non sarà toccato nessun aspetto economico (compresi quei 30 milioni stabiliti come «congrui» dal Demanio per l’acquisto da parte dell’Università delle residenze e delle aule che saranno ricavate nella Montelungo).

Il delicato equilibrio finanziario dell’operazione (del valore di circa 50 milioni di euro) è infatti all’attenzione di tutti. Non a caso a scoraggiare la partecipazione al bando è stata una certa rigidità (sottolineata anche da Redo) nel prevedere l’obbligatorietà del rispetto dei costi. Un «vincolo» messo da Cdp (a cui era in capo il bando) probabilmente per il timore di vedere un incremento dell'apporto del suo capitale (21 milioni di euro), ma risultato troppo rigido in una fase in cui domina la volatilità dei prezzi, delle materie prime e non solo.

«La base è il rispetto di tutte le condizioni urbanistiche e finanziarie previste dall’accordo»

«E un conto è se è un operatore privato a dover assorbire questa differenza di costi, un conto se è un soggetto pubblico», osserva l’assessore Valesini. Anche la Regione, tramite l’assessore Claudia Terzi, ha fatto notare di volerci vedere chiaro in questa nuova strada imboccata, visti i 15 milioni che ha messo sul piatto. Non nascondendo un certo disappunto per non essere stata coinvolta. «La partecipazione della Regione è un valore aggiunto,

«La partecipazione della Regione è un valore aggiunto. Sappiamo che il finanziamento della Regione è vincolato, quindi rispetteremo ogni norma»

sappiamo che il finanziamento della Regione è vincolato, quindi rispetteremo ogni norma», Valesini usa toni distensivi. Così come il rettore Sergio Cavalieri, chiamato in causa dall’assessore Terzi per non essere stata informata: «Redo ci ha mandato una lettera per conoscenza, e abbiamo apprezzato. La Regione fa parte dell’accordo e sarà debitamente coinvolta nei futuri passaggi con Redo». Per il rettore l’interesse di Redo «apre un’opportunità. Ora abbiamo “nome e cognome” di una possibile realtà che può farsi promotore, in una logica di project financing, di una proposta per la Montelungo. Un impegno positivo, in una logica pro-attiva. Redo si fa motore di una proposta». Che dovrà poi essere sottoposta a un nuovo bando. I tempi si allungano quindi ancora (si parla di fine anno per concludere l’iter) ma, con le dovute cautele visti i precedenti intoppi, le parti si augurano che sia «l’ultima salita delle mille già affrontate fin qui».

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