Fondi Pnrr, l’Anac fa le pulci alle scuole. Un preside su 4 rischia il trasferimento

IL CASO. In vista dell’attuazione del piano, l’autorità anticorruzione ha sollecitato anche per gli istituti scolastici l’applicazione della norma che prevede un massimo di 9 anni nello stesso istituto. Farisé: «Contrari, non ci sono rischi».

La scuola a rischio di corruzione, al pari di un qualunque altro contesto amministrativo territoriale. La novità è emersa in occasione dell’incontro che si è svolto alcuni giorni fa, a Roma, nella sede del Ministero dell’Istruzione e del Merito con le parti sindacali. In seguito alle sollecitazioni fatte dall’Anac (Autorità nazionale anticorruzione), in relazione alla gestione da parte delle scuole degli ingenti finanziamenti del Pnrr, e dalla Corte dei Conti in sede di registrazione degli incarichi dirigenziali, gli Uffici scolastici regionali hanno inserito nei rispettivi piani triennali, per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza, la rotazione degli incarichi dei dirigenti scolastici con la periodicità di nove anni.

La norma

Vale a dire che dopo tre incarichi della durata di tre anni ciascun dirigente scolastico dovrà d’ora in poi obbligatoriamente cambiare sede di titolarità. Detto in altre parole, non è possibile dirigere un istituto scolastico per più di nove anni consecutivi. E questo, nonostante la stessa Anac, abbia definito quello scolastico un settore a basso rischio corruttivo in virtù sia delle ridotte dimensioni delle istituzioni scolastiche, sia del ridotto grado di esposizione al rischio corruttivo delle attività proprie delle scuole stesse. In forza di questa nuova indicazione, nella nostra provincia, a partire da settembre, rischiano di essere trasferiti d’ufficio, tra scuole superiori e istituti comprensivi, 33 dirigenti su 129. Un percentuale pari al 25%. Non poca cosa dunque.

Le reazioni

«Siamo contrari a questa misura calata dall’alto e che, soprattutto, non tiene conto della particolare situazione attuale legata ai fondi del Pnrr – dichiara Gloria Farisé, dirigente del liceo linguistico Falcone e presidente provinciale di Anp, l’Associazione nazionale presidi -. La nostra è una realtà a basso rischio corruttivo perché i nostri bilanci sono strettamente controllati. L’unica gestione fuori bilancio sono le spese minute, come la cancelleria, in capo al Dsga. Sono cifre che potremmo definire ridicole – sottolinea la dirigente - al Falcone siamo nell’ordine dei 250 euro all’anno. «Come Anp - aggiunge - siamo convinti che questo non sia il momento giusto perché ci troviamo a progettare e gestire i fondi del Pnrr, un’attività decisamente complessa. La soluzione migliore sarebbe quella di applicare la norma a partire da settembre 2024, quando sarà chiusa la partita del Pnrr.

Comunque al momento siamo in una fase interlocutoria, vedremo cosa succederà il 14 aprile quando ci sarà una nuova convocazione a livello nazionale tra le parti sindacali e il Ministero». «L’amministrazione - precisa la dirigente del Natta Maria Amodeo - ha annunciato anche la possibilità in situazioni particolari, che però non sono state ulteriormente dettagliate, di derogare a tale obbligo. Tra questi casi si pensa possa esserci quello dei dirigenti che prossimi alla pensione, come nel mio caso, di fatto concluderebbero prima il loro ultimo mandato. Altamente auspicabile sarebbe poi la possibilità di posticipare tutto di un anno proprio per permettere ai dirigenti di portare a compimento le procedure per l’utilizzo dei fondi ricevuti grazie al Pnrr». «Detto questo – sottolinea ancora la preside dell’istituto Natta – sono convinta che la dirigenza scolastica non ha niente a che vedere con altri tipi di dirigenza questo anche perché nel proprio sistema ha già per le proprie azioni dei limiti ben precisi riferiti alla gestione dei fondi».

«La complessità della messa a punto del Pnrr può solo essere gestita dal dirigente che da tempo ci sta lavorando – ribadisce ancora Maria Amodeo -. Un dirigente nuovo ci impiegherebbe almeno un anno per capire come è strutturata la scuola nel suo complesso, con tutte le conseguenze del caso».

Il confronto con il territorio

Tra l’altro la scuola si confronta, collabora, lavora, con molti attori presenti sul territorio. E questo richiede un lungo lavoro di relazione e di costruzione di legami positivi». «Il legame con il territorio - conclude la dirigente del Natta - è un indubbio valore aggiunto e per costruirlo serve tempo. Detto questo penso che farei fatica a dare il massimo in un altro istituto che, per forza di cose, non conoscerei nel modo così approfondito in cui conosco il mio dopo 12 anni».

Nessun dubbio sulla complessità del momento anche per il dirigente del Paleocapa: «Non è proprio la situazione migliore – ribadisce il preside Chiappa – perché siamo nella fase più cruciale della gestione dei fondi per cui stiamo attivando tutte le procedure necessarie. E poi le scuole sono una realtà complessa da capire, a me personalmente ci sono voluti due anni. Per non parlare poi del tempo necessario per costruire i rapporti con le aziende e le associazioni di categoria del territorio con cui lavoriamo e con cui abbiamo coltivato in tutti questi anni le relazioni fondamentali per le scelte future dei nostri ragazzi».

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