Furto d’identità e via i soldi: in Bergamasca 203 raggirati

IL FENOMENO. Nei primi 6 mesi del 2023 le frodi in rete sono cresciute del 16%. La tipologia più diffusa è per chiedere prestiti. Tante vittime tra 18 e 30 anni.

Un caso al giorno, tutti i giorni. Basta poco per finire nella rete delle frodi creditizie: qualche dato sensibile incautamente seminato su internet, specie sui social, e magari pure un dettaglio sulla propria carta di credito o sul conto corrente. Il guaio è fatto, e allora ecco che qualcuno – appropriandosi di quell’identità – accende un prestito, oppure acquista un’auto, una moto o uno smartphone alla moda, o – ancora – prenota un viaggio. Nel primo semestre 2023 in provincia di Bergamo si sono contate 203 casi di frodi creditizie da furto d’identità, appunto più di una al giorno in media, in crescita del 16% rispetto alle 175 del primo semestre 2022. Lo raccontano i dati dell’Osservatorio Crif, che da anni monitora il fenomeno.

La Lombardia è la prima regione con 2.518 frodi in sei mesi e Bergamo è la sesta provincia lombarda, dopo Milano (791 frodi), Brescia (290), Monza e Brianza (247), Varese (238) e Pavia (222).

La dinamica è ormai consolidata: appropriandosi di un codice fiscale e di altri dati anagrafici e personali (in alcuni casi utilizzando documenti contraffatti), qualcuno fa «affari» al posto della malcapitata vittima. A livello nazionale l’importo medio di queste frodi è di 4.485 euro. La tipologia più diffusa di frode è quella dei prestiti (o finalizzati all’acquisto di un determinato bene o prestiti personali), che pesa per il 56,2% di tutte le frodi creditizie: i finanziamenti fraudolenti, servono principalmente per acquistare elettrodomestici (34,6% dei casi nel primo semestre 2023), auto o moto (16,5%), prodotti di abbigliamento o di lusso (9,4%), prodotti di telefonia, informatica o elettronica (8,0%) e via elencando. Il 23,8% delle vittime ha tra i 18 e i 30 anni, il 20,5% tra i 31 e i 40 anni, il 22,8% ne ha 41-50, il 17,9% è un cinquantenne, il 14,4% ha più di sessant’anni.

Di «fenomeno in continua evoluzione» parla Beatrice Rubini, executive director della linea Mister Credit di Crif: «L’andamento fotografato dal nostro osservatorio mostra come questi atti criminali siano sempre più sofisticati e colpiscano trasversalmente i consumatori di qualsiasi età e provenienza geografica. Diviene indispensabile prestare attenzione quando si utilizzano i propri dati personali e finanziari per evitare di incappare in questo fenomeno». Per prevenire, serve soprattutto un corretto uso della rete e in particolare dei social: «Nel contesto di una crescente digitalizzazione – sottolinea Fabrizio Arbonesi, senior director di Crif –, i rischi sono sempre più rilevanti ed è necessaria una costante attenzione da parte dei player finanziari per fronteggiarli, attraverso l’utilizzo di sistemi evoluti e tempestivi di prevenzione che si possano facilmente integrare nei processi di digital lending (cioè nei prestiti e finanziamenti erogati attraverso piattaforme digitali, ndr)». Spesso queste frodi vengono scoperte solo a distanza di mesi (o addirittura anni) da quando il fatto si è compiuto: secondo l’Osservatorio Crif, «quasi la metà dei casi viene scoperto entro 12 mesi (in aumento del +24,8% rispetto al I semestre 2022). Ma continuano a emergere casi di frode messi in atto 3, 4 e anche dopo 5 anni».

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