Green pass, nella Bergamasca 80 mila lavoratori senza

Scatterà dal 15 ottobre sia nel pubblico sia nel privato. Incrociando i dati delle vaccinazioni emerge la platea che non è in regola.

Il conto alla rovescia è duplice. Cronologico, in primis, perché l’orizzonte temporale della svolta dista meno di un mese: dal 15 ottobre, sostanzialmente il green pass sarà obbligatorio su tutti i posti di lavoro pubblici e privati. L’altro conto alla rovescia ha a che fare con chi la certificazione verde deve ancora ottenerla: grosso modo, secondo una prima stima, mancherebbe a quasi 80 mila lavoratori bergamaschi. È un lavoro di incastro tra dati e norme, tra date e scenari. In primis, l’obbligo di green pass non è un obbligo vaccinale (anche se è fondamentalmente un incentivo). La certificazione verde si ottiene sì principalmente attraverso la vaccinazione – si genera dal 12° giorno dopo la prima dose e diventa attiva dal 15°, poi ne arriva una «definitiva» quando si completa il ciclo vaccinale – ma si «sblocca» anche se si risulta negativi a un tampone, e in questo caso il pass è temporaneo e dura 48 ore, oppure se si è guariti dal Covid negli ultimi sei mesi (e non ci si è nel frattempo vaccinati).

La stima di partenza, per capire quanti lavoratori bergamaschi ne siano in possesso, poggia però inevitabilmente sull’adesione alla campagna vaccinale: al momento, osservando il «contatore» della Regione e calibrandolo su chi è in età lavorativa, si è arrivati a circa l’84% di copertura con almeno la prima dose. Ma quanti sono i lavoratori, in Bergamasca? Secondo il più recente e dettagliato monitoraggio della Camera di Commercio, a fine 2020 si contavano circa 482 mila occupati; incrociando questa platea con le coperture vaccinali, si possono stimare così quasi 405 mila lavoratori già vaccinati con la prima dose e invece 77 mila ancora «sfuggiti» alla campagna.

Vale sia per il pubblico sia per il privato, il provvedimento che il governo ha praticamente ormai definito (salvo clamorosi contropiede o dribbling). I dipendenti pubblici sono stimati in circa 50 mila unità in Bergamasca, tra cui 4.500 negli enti locali e 1.400 nelle «funzioni centrali» (le diramazioni periferiche di ministeri e agenzie nazionali, Inps, Inail, la Prefettura, etc), quasi duemila uomini e donne delle forze dell’ordine, circa settemila amministrativi della sanità. Il resto della forza lavoro occupata è invece distribuita nell’ampio ventaglio del settore privato.

Chi cerca lavoro

È importante guardare anche a un ulteriore tassello, e cioè a chi un lavoro lo sta cercando. Perché da metà ottobre, oltre che automuniti, converrà essere in regola anche di green pass. Posto che non c’è appunto l’obbligo di vaccinazione (e per motivi di privacy difficilmente si può chiedere quest’informazione in sede di colloquio per l’assunzione), ci sarà comunque da ottemperare alla norma, se si vuole lavorare. La stessa analisi della Camera di Commercio indicava circa 15 mila bergamaschi in cerca di occupazione: incrociando di nuovo i dati globali sulle vaccinazioni, tra i disoccupati poco più di 12.500 avrebbero già il green pass mentre 2.400 ne sarebbero sprovvisti.

Tra chi già lavora e chi cerca lavoro, si arriverebbe così a circa 80 mila bergamaschi non vaccinati, dunque senza la via più breve per il green pass e di fronte al bivio: vaccinarsi o ricorrere ripetutamente al tampone ogni 48 ore? Con una precisazione, e cioè che la certificazione appunto l’ha in tasca anche chi è guarito da massimo sei mesi e non si è vaccinato: guardando ai dati sui contagi dalla fine della primavera, ragionando sull’orizzonte del 15 ottobre come «start» del decreto e a una durata residua «minima» del pass, è facile pensare che un paio di migliaia di lavoratori bergamaschi possano essere muniti della certificazione di guarigione, pur senza vaccinazione.

Chi è già in regola

In parecchi si sono già dovuti adattare, in un modo o nell’altro, negli ultimi mesi. Si è partiti dagli operatori sanitari e sociosanitari, col decreto del 1° aprile che ha introdotto l’obbligo vaccinale (quindi più stringente del green pass, perché non contempla le alternative del tampone e della recente guarigione): in quest’universo parecchio ampio, che spazia dai medici agli infermieri, dagli Oss agli psicologi, dai dentisti ai veterinari, ci sono all’incirca 25 mila lavoratori tra pubblico e privato (molti dei quali liberi professionisti); nella sfera sanitaria, quindi, il decreto sull’obbligo di green pass andrà a interessare soprattutto gli «amministrativi», visto che i camici bianchi sono stati pionieri del vincolo più ferreo. Dal 1° settembre, invece, il green pass (e dunque non l’obbligo vaccinale) è obbligatorio per i lavoratori del mondo scuola (oltre 20 mila) e dell’università (un migliaio), sia per il personale docente sia per quello non docente, e anche per gli studenti universitari, circa 25 mila quelli iscritti all’Università di Bergamo - molti non risiedono in Bergamasca, ma d’altra parte ci sono anche molti universitari bergamaschi iscritti ad altre università - per frequentare gli spazi degli atenei.

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